di Gabriele Bonafede
Un Palermo bello e convincente, da primo della classe, regola un modesto Brescia. I lombardi, giunti a Palermo con un forte seguito di ultras nonostante la classifica asfittica, hanno fatto ciò che potevano per evitare la goleada rosanero: affidarsi a una tattica difensiva, con squadra corta, e alle grandi prestazioni di uno dei portieri migliori della serie B, Stefano Minelli.
La partita inizia in discesa per i rosa, con il vantaggio siglato da Ivaylo Chochev già al 3’ grazie a un doppio colpo di testa del bulgaro rosa, su calcio d’angolo calciato da Trajkovski. Ma chi chiude la partita in pieno recupero è Eddy Gnahoré da Villenueve la Garenne, Francia. Facendo partire un missile da playstation che entra roboante in rete e ammutolisce i supporters delle rondinelle. Esplode così il Barbera come non succedeva da un po’ di tempo.
Due gol a inizio e a fine partita e, in mezzo, tante parate del prestigioso Minelli e alcune, altrettanto prestigiose, del rosanero Posavec.
Il Brescia, nonostante sia di caratura tecnica nettamente inferiore al Palermo, riesce infatti a pungere in più di un’occasione. Ma le nitide palle-gol del Palermo sono molte di più: almeno quattro, con Chochev (altre due volte dopo il gol) Trajkovski, Nestorovski (stavolta meno attivo del solito), un “tentativo” d’autogol della difesa bresciana… Ce n’è da far pensare che se fosse finta 4-0, non ci sarebbe stato da recriminare da parte dei lombardi.
Sugli scudi anche Coronado, per lo meno nella prima parte della gara, ma è il Palermo nel suo complesso che conquista tre punti con una prestazione da capolista indiscussa, in attesa del posticipo del Frosinone. Trascinata da un Chochev ormai in netta ascesa, la squadra di Tedino sembra un piccolo “Barcellona-B” in quanto a palleggio. Certo, in serie B e non in serie A, ma succede spesso che ci siano decine e decine di passaggi rosanero di fila, interrotti solo da falli avversari o poco più.
Un domino completo sul campo al quale i pochi che seguono i rosa allo stadio, e i tanti che lo seguono in TV, si stanno abituando. Al pari del campionato vinto con record quattro stagioni fa, il Palermo gioca un poco come il gatto col topo, per lo meno con avversari modesti. Non segnando tanti gol, ma marcando la gara da un possesso di palla che è impressionante.
La B è una brutta bestia e va affrontata con il massimo dell’impegno e del rispetto di avversario e sport, anche quando si tratta di “piccole”: tenere palla è segno di lucidità anche in questo.
Di contro, un piccolo Brescia, che in qualche modo delude. Palermo-Brescia è infatti una specie di “classico” della serie B, essendo due tra i club che hanno militato più di tutti nei cadetti. Insieme, rosanero e rondinelle annoverano ben 20 promozioni in serie A (11 il Brescia e 9 il Palermo). In assoluto, il Brescia è oggi la “decana” della B, con ben 60 competizioni giocate finora.
A Palermo, il Brescia ha però una tradizione fortemente negativa. L’ultima vittoria risale agli anni ’80 e per giunta in coppa Italia. La precedente, è del campionato di serie A 1969-70. E per andare a trovare l’ultima vittoria bresciana a Palermo in serie B si deve risalire alla metà degli anni ’60. Queste tre sono le uniche volte nelle quali i lombardi si sono affermati a Palermo, a fronte di numerose vittorie rosanero. Con il secco 2-0 di oggi, la storia rimane tale.
Nonostante i precedenti, oggi i supporter delle rondinelle si sono accomodati nel settore-ospiti del Barbera con tanta voglia di provocare: cori a forte discriminante territoriale, per non dire razzisti, inviti a “caricare”, dileggio scurrile. Salvo poi a prendere un missile “turco”, come si dice a Palermo per i calciatori d’origine africana, che li atterra definitivamente. A futura memoria.
Grazie Eddy, un missile europeo. O, per dirla in francese, une belle “Gnahorenade”, fotocopia di una “Papinade” del connazionale Papin. Ci stai simpatico e stasera le sciarpe rosanero sono tutte per te.