di Gabriele Bonafede
Pollina è un piccolo Comune delle Madonie, in provincia di Palermo, che sta diventando esempio di buona amministrazione. È il paesello dove è nato mio padre, e lo conosco relativamente bene. Tra i tanti detti, particolari, che passano di generazione in generazione attraverso una tradizione verbale, ce n’è uno molto bello: “Roma caput mundi, Pollina secundi”. Il sottoscritto, preferisce dire “Pollina caput mundi, Roma (o Palermo) secundi”. Perché così è nel mio cuore.
A significare che Pollina è talmente bella, stupenda nei panorami e nella sua architettura in pietra medievale, nelle sue stradine fiorite e in tanto altro, che il Colosseo di Roma ci fa un baffo. Ma a significare anche che è il centro delle attenzioni, il centro dell’amore di tutti i pollinesi, emigrati in Germania, a Palermo o altrove.
Senza nulla togliere a precedenti sindaci che hanno anche loro contribuito a far vivere e rivivere Pollina con tutte le iniziative possibili, il sindaco attuale, Magda Culotta, ha segnato una serie di successi: la realizzazione di una raccolta differenziata da guinness dei primati, il Valdemone Festival, il recupero della struttura “ex-Valtur” con nuovi investimenti, e tante altre piccole-grandi cose.
Tra queste, appare oggi sul maggiore quotidiano italiano, Repubblica, la notizia-video di un Museo della Manna in controtendenza: boom di visitatori, molti stranieri, in un quadro siciliano non particolarmente esaltante. Laddove, in Sicilia, musei dalle risorse infinitamente più grandi segnano il passo o regrediscono, il Museo della Manna di Pollina aumenta i visitatori grazie al lavoro di amministrazione, direttore del Museo, il compaesano Franco Raimondo, e i giovani che ci lavorano con grande, encomiabile dedizione.
Il video di Repubblica (qui) è molto bello e snocciola cifre e motivi del successo: oltre 5000 visitatori, quintuplicati negli ultimi tre anni, centinaia di turisti stranieri. Il museo è a entrata gratuita, ma la vendita dei prodotti è reinvestita dall’amministrazione in iniziative per il bene comune.
Pollina, insieme a Castelbuono, è infatti la capitale mondiale della Manna. Ecco, che è Caput Mundi in senso concreto. Il Museo della Manna di Pollina è una piccola realtà che rappresenta una di quelle “best practice”, modelli per musei di ben altre dimensioni e potenzialità.
Purtroppo, il titolo del video di Repubblica lascia un poco perplessi. “Palermo, museo della manna in controtendenza: 5000 visitatori”. Palermo? Ma il Museo della Manna è a Pollina, non a Palermo.
Pollina è sì in provincia di Palermo, ma la stragrande maggioranza dei palermitani non sa nemmeno dove si trova. Ne hanno una conoscenza talmente vaga dal confondere Finale di Pollina, che è la parte a mare del Comune di Pollina, con Pollina vera e propria, arroccata lassù sul monte. E custode di antichi tesori e panorami da brivido. Spesso, il palermitano non si cura di andare a visitare la parte più bella di Pollina, che è appunto il centro storico.
Il successo del Museo della Manna dimostra che ha saputo superare pure questo handicap di conoscenza da parte di molti potenziali visitatori palermitani. I quali hanno troppo spesso pochissima attenzione ai tesori di piccoli centri situati a poco più di un’ora di strada dalla Conca d’Oro: Pollina, ma anche tanti altri. Centri stupendi che sarebbe troppo lungo enumerare qui.
Ma c’è anche un motivo fondamentale del successo del Museo della Manna. Laddove a Palermo si passeggia tra cumuli d’immondizia, Pollina sembra una “piccola Svizzera”. Grande pulizia e raccolta differenziata quasi al 100%. C’è un coinvolgimento e un interesse che è di massima importanza. Personalmente, ho avuto il piacere, l’onere e l’onore, di realizzare anni fa un piccolo festival del cinema, con risorse molto limitate, esattamente per la Festa della Manna, che di solito si celebra nella terza settimana di agosto.
Tra i documentari di maggiore attrazione presentai quelli su Giulio Gelardi, vero guru internazionale della manna da frassino e custode di tesori e segreti ancestrali per la sua produzione totalmente biologica e naturale, sperimentati e migliorati nel mondo di oggi.
Il mio fu un piccolo contributo di chi non è nemmeno nato a Pollina, ma che se ne sente cittadino a pieno titolo, come tanti altri “pollinesi emigrati di seconda generazione”. Come tanti altri pollinesi d’origine che hanno portato e portano contributi ogni anno alla realizzazione di un paesello migliore, spesso con risorse limitate e di puro volontariato. L’amministrazione, come in tanti altri centri siciliani, si giova di questo amore dei “discendenti di emigrati”, e fa bene.
Ci sono, a Pollina, tanti problemi da risolvere come accade ovunque, soprattutto in Sicilia. Ma il successo del Museo della Manna dimostra come, anche in questo caso, Pollina è caput mundi. Palermo è, se va bene, seconda.