di Gabriele Bonafede
Manca il re Nestorovski per una mano di poker, ma il Palermo domina lo stesso a Bari con un tris regine: Rispoli, Trajkovski e Coronado. Non c’è un panno sul tavolo, ma un campo di sabbia. Il terreno di gioco del San Nicola è palesemente insufficiente persino per un campionato dilettantistico. Non si capisce come si possa far giocare in questo campo una partita di calcio professionistico.
Già nel primo tempo il Palermo domina nonostante schieri una formazione in grande emergenza. Oltre al bomber indiscusso Nestorovski, indisponibili anche Jajalo, Chochev, Murawski, Morganella, Rolando, Monachello, e agli infortunati di lungo corso Balogh, Rajkovic, Igengneri e Silva. Undici assenze che potevano pesare, e invece c’è la partita che non ti aspetti: Bari-Palermo finirà 0-3. Tutta la squadra rosanero gioca egregiamente, compreso il portiere Posavec. Preziosi, come sempre, i polacchi: oggi in campo solo Cionek e Dawidowicz. Struna giganteggia, Gnahoré ha tocchi deliziosi, Coronado è ispirato.
Nella prima parte della gara il risultato non si sblocca, ma il Palermo si fa vedere molto in area avversaria. Con quattro tiri e cinque calci d’angolo a fronte del nulla più completo da parte del Bari. Squadre lunghe, anche a causa di un campo dove l’infortunio è in agguato ad ogni pallone e persino mentre si corre senza palla.
Nel primo tempo sono due a infortunarsi, uno per parte, con un po’ di paura per il rosanero Embalo che esce in barella dopo aver giocato bene 25 minuti. Anche se in questo caso lo scontro è aereo, e forse non determinato dal campo di patate nel quale si gioca.
Al 17’ del secondo tempo, arriva la regina di cuori nella mano di gioco rosanero: il capitano Andrea Rispoli. Con grande cuore e una corsa che supera chiunque in questa categoria, si propone fin sotto porta sempre più spesso. Ecco una bella giocata di La Gumina, e il capitano rosanero si trova a tu per tu con De Lucia. Lo infila con un rasoterra che passa tra le gambe del portiere barese
Passano sette minuti, e arriva la regina di quadri: Aleksandar Trajkovski. Su una percussione di La Gumina, che tira in rete dalla sua tipica posizione , il macedone raccoglie a volo il rimpallo. Onorando il numero 7 che ha sulla maglia, quello che era del grande Vernazza: tiro diretto e violento come quelli di Ghito. Due a zero per il Palermo, più che meritato.
Tre regine e tre gol che fotografano l’andamento di tutta la partita. La vera capolista è il Palermo, che sbanca il San Nicola di Bari dominando in tutti i reparti. Fa benissimo anche Posavec, che toglie la palla dalla porta nelle due sole occasioni da brivido per i padroni di casa. Facendo incappare l’allenatore pugliese in un Grosso guaio: sconfitta netta senza nemmeno il gol della bandiera.
C’è tempo per un altro infortunio, si spera leggero, a Bellusci. Il campo di Bari è veramente infimo, ricorda i “campi Castelnuovo” nel quale ci sia allenava tra i ragazzini del Palermo un paio di ere calcistiche fa. Dove, quando colpivi il pallone di testa una sola volta tornavi a casa con i capelli pieni di sabbia manco avessi giocato a Mondello.
Pallone che, come nell’arenile di una spiaggia, saltella ad ogni passaggio rasoterra, difficilissimo da controllare e da giocare se non al volo. Non si capisce come non si sia invocato il fallimento del Football Club Bari visto che non riesce a mantenere operativa la propria struttura sportiva principale a un livello minimo di decenza. O per lo meno la squalifica del campo, per evitare infortuni agli atleti.
Il Palermo stavolta vola, come è capitato in passato, in pieno dicembre. Capolista indiscusso, con 32 punti stacca di due lunghezze il gruppone di inseguitrici formato da Parma, Frosinone, Empoli, Bari, Cittadella, Cremonese e Venezia.
La prossima è in casa solo teoricamente. Perché lo stadio sarà vuoto in pieno clima natalizio contro una Ternana che naviga nei bassifondi della classifica. Oppure la scoppiettante vittoria per 3—0 a Bari porterà qualche tifoso in più al Barbera? Chissà. Intanto il cielo di Palermo si tinge di rosa.
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