I progetti per Palermo di Ernesto Tomasini, che riannoda esperienze professionali da Londra alla propria città. Un ritorno di fiamma artistico e personale con alcune sorprese
di Gabriele Bonafede
Ernesto Tomasini è all’apice della carriera, anche se il meglio può ancora arrivare. Partito un quarto di secolo fa per Londra, come fanno adesso migliaia di palermitani, ha trovato arte e successo. E non solo a Londra, ma in tutto il mondo: performer, cantante, teatro con Lindsay Kemp, sulla scena insieme a tanti altri registi del “Teatro off” e con i grandi musical del West End londinese. Oggi Ernesto è anche docente presso la Royal Academy.
Il suo disco del 2016, Devotional Songs con Shackleton, è stato nelle classifiche della stampa specializzata: tra i migliori dischi dell’anno per The Wire, The Quietus, il primo per Sentire e Ascoltare.
Sempre più spesso in città per motivi familiari, vuole fare qualcosa per Palermo e da Palermo. Con la sua città d’origine, Ernesto ha un rapporto molto particolare.
“Da bambino non sono cresciuto a Palermo perché non la vedevo, avevo un rapporto “autistico” con Palermo. Ero disegnatore, disegnavo un altro mondo intorno a me e in quello mi muovevo. Con i miei disegni trasformavo i luoghi e Palermo intorno a me non c’era. Andai negli USA molto giovane e al mio ritorno, ancora teenager, l’ho subita. La detestavo. Non c’era un pubblico per il mio tipo di show, dovevo fare il Cabaret che andava in voga, ma solo per esibirmi.”
Però sei nato a Palermo. E dagli spettacoli che hai realizzato qui, da qualche anno a questa parte, dai l’impressione di amarla molto.
“Pur essendo un palermitano doc, in realtà per molto tempo non ho avuto un bel rapporto con la città. Non sono nato io a Palermo, è Palermo che nata dentro di me da qualche anno, grosso modo dal 2013-2014, quando Palermo si è accorta di me. Nel 2013 mi hanno dato un premio, il “Sicilian in the world”, con Emma Dante e Marco Glaviano”
E così hai scoperto la città in una nuova luce, o l’hai riscoperta?
“L’ho scoperta, per me, per la prima volta. L’ho scoperta perché prima negli anni 80 la detestavo. Fino ad alcuni anni fa venivo qui una settimana all’anno. Il tempo appena sufficiente per vedere i miei genitori e gli amici stretti. A nessuno sembrava importargliene nulla dei miei successi all’estero e questo disinteresse veniva da me ricambiato. Torno nella mia città per ricevere il premio, la scopro, la amo, scatenando un uragano di energie positive: Roberta Torre mi sceglie come sua “Aida” nel 2014 in un Teatro Biondo che, quell’anno, sotto la nuova direzione di Roberto Alajmo, fra i suoi obbiettivi ha proprio quello di radunare nel teatro gli artisti siciliani esuli. E poi mi invitano per una conferenza all’Università. C’è anche il capodanno del 2015 nel quale ho cantato a Piazza Politeama, il regista Salvo Cuccia che mi dedica uno dei suoi documentari, l‘inclusione fra gli artisti dell’Osservatorio delle Arti”
Una serie di fatti, che ti hanno in qualche modo riportato sulla scena nella tua città, dunque. Poi lo spettacolo del Biondo del 2016…
“Esatto. L’anno dopo il capodanno c’è stato lo spettacolo al Biondo con onorificenza del sindaco e, quest’anno, il Teatro Massimo, il “madrino” del Pride… Sono state belle occasioni per stare con i miei che, invecchiando, hanno sempre più bisogno della mia presenza.”
E poi?
“Ed eccoci ad oggi. Per i miei genitori la mia presenza è imprescindibile e quindi sono e sarò a Palermo per periodi lunghi. Quindi voglio trasformare questa occasione spesso difficile in qualcosa di positivo.”
Farai un nuovo spettacolo a Palermo?
“È troppo presto per parlarne in maniera approfondita. Ti racconterò presto dettagli. Intanto sono impegnato con una casa editrice tedesca per pubblicare, in inglese, un libro che ho appena cominciato a scrivere. Mi avevano chiesto un’autobiografia, ma io ero indignato: ‘Come vi permettete? Non son ancora così vecchio! ’ Scherzo! Ecco, sono troppo giovane per scrivere un’autobiografia. Quindi è una raccolta di lettere, vere, che ho ricevuto. E le mie risposte sono pure reali, ma non sempre: anche immaginarie. Alcune sono persone che non ci sono più.”
Romanzo epistolare e autobiografico, dunque.
In effetti il romanzo è autobiografico, perché sono lettere che ho ricevuto durante la mia vita. Ad esempio, da ragazzo ricevevo le lettere dagli studi della Walt Disney quando lavoravo lì negli USA, e io rispondo oggi direttamente a Walt Disney, come se fosse ancora vivo. Poi ci sono musicisti, intellettuali, amici, scrittori, filosofi con i quali ci siamo scambiati tante lettere.”
Ad esempio?
“Ad esempio Peter Christopherson con il quale ho avuto una lunga corrispondenza epistolare. Abbiamo lavorato insieme per molto tempo.”
Cosa succede nell’attività artistica?
“Continuo con i concerti in varie città europee con concerti programmati, nell’immediato. Sto lavorando alla ripresa dello spettacolo che ho co-scritto e interpretato con grande successo a ottobre, a Milano per il Danae Festival, con la cantante Camilla Barbarito. Ci siamo conosciuti in quanto anche lei attrice per Roberta Torre, nel 2014 con Paolo Rossi.”
Ma torniamo a cosa vuoi fare dalla tua città e per la tua città. Lo spettacolo su Palermo?
“Vivendo più spesso a Palermo la città mi ha ispirato per un’idea di dramma da mettere in scena. Mi piacerebbe lavorare con attrici e attori palermitani che adoro e che non vedo in scena quanto vorrei. Ovviamente per un tipo di teatro ben preciso che è il mio.”
“Mi piacerebbe realizzare una produzione che nasce da Palermo ma che vada in giro, visto che ne ho le possibilità. Sarà ambientato a Palermo e trae spunto da un evento storico reale, avvenuto a Palermo molto tempo fa. Una storia forte che presenta tanti spunti per raccontare la Palermo di ieri e oggi.”
Quando Palermo è nata in te, insomma, ha lasciato qualcosa. E da qui nasce una creazione, o una prima creazione “di ritorno”.
Foto in copertina e nel testo di Angelo Macaluso. Tutti i diritti riservati.
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