di Gabriele Bonafede
Parto lungo, ma non troppo. Ma è un parto cesareo? In parte sì, visto che già dalla nascita il primo governo Musumeci in Sicilia abbia escluso (come abbiamo anticipato ieri in questo articolo) la presenza nell’esecutivo di esponenti Noi con Salvini. Un “piccolo taglio” rispetto alle aspettative della Lega, ma che per molti siciliani, e anche per molti sostenitori di Musumeci, ci sta.
Per lo meno a vedere i commenti sui social, dove è già iniziato un dibattito sull’esclusione dei leghisti da un governo siciliano. D’altronde, un assessore leghista in Sicilia, dopo anni, decenni, nei quali la Lega Nord ha avuto parole pesanti e atteggiamenti non particolarmente riverenti nei confronti dei siciliani e di tutti i meridionali era cosa obiettivamente improponibile, più che impresentabile.
Parto cesareo, perché stava diventando lunghetto è andava salvata la partoriente? La coalizione di centro-destra, la partoriente, sembrava accusare le prime stanchezze. Quindi, zac.
Anche nei confronti dell’unico rappresentante leghista eletto all’Assemblea Regionale Siciliana, Tony Rizzotto nella foto accanto, già con problemi di indagini secondo quanto pubblica, qui, Live Sicilia, testata giornalistica online molto diffusa e letta nell’isola.
La lista già lunga di “impresentabili ex-post”, ovvero ad elezione avvenuta, si è allungata con l’allungarsi dei tempi di parto. E non ha risparmiato nemmeno i “puri” grillini, vista la vicenda di un loro candidato non eletto per pochissimo finita anch’essa sui giornali.
La nuova squadra del governo Musumeci è comunque pronta, finalmente. A tre settimane circa dalla larga vittoria elettorale del 5 novembre: dopotutto non si è trattato di nove mesi ma esattamente di 24 giorni. Data di nascita, di fatto se non ufficialmente, 29 novembre 2017. Governo “Sagittario”, con tanto di arco e frecce dunque… Frecce piccole come “frecciatine”? O tante grandi frecce per l’arco di “Diventerà Bellissima”? La cosa passa dalla sala parto alla sala oroscopi. E qui chi ci azzecca è bravo.
In ogni caso, oroscopi e sfere di cristallo permettendo, pare ci sia qualche “sorpresa”, si dice. La sorpresa, secondo il Giornale di Sicilia e altri media siciliani, sarebbe il palermitano Vincenzo Figuccia dell’Udc nominato assessore a qualchecosa. Nelle ultime ore il suo nome, sostiene il GdS, avrebbe sostituito quello della siracusana Costanza Castello.
E dunque, ecco la squadra di governo: Vincenzo Figuccia e Mimmo Turano (Udc), il popolare e anche lui palermitano Totò Cordaro e il catanese Ruggero Razza per Diventerà Bellissima, la formazione creata dallo stesso Musumeci (con grande impegno di Alessandro Aricò a Palermo che però non entra in giunta).
Assessori anche Sandro Pappalardo (Fratelli d’Italia, non sarà dunque assessore Giampiero Cannella), Roberto Lagalla (Popolari).
Forza Italia, che rappresenta il gruppo più ampio di deputati all’Assemblea Regionale Siciliana, avrà assessori il palermitano Marco Falcone, il siracusano Edy Bandiera, Bernadette Grasso, Vittorio Sgarbi (“a tempo”, tre mesi, poi andrebbe a fare campagna elettorale per le elezioni politiche) e Gaetano Armao.
Ma anche Gianfranco Miccichè quale presidente dell’ARS, ruolo che è fondamentale nel quadro istituzionale dell’Autonomia regionale siciliana. Gaetano Armao, oltre a prendere le redini dell’Assessorato-chiave come è il Bilancio, dovrebbe essere nominato anche vicepresidente dell’ARS. Vicedirettore d’orchestra, insomma.
Dulcis in fundo, ci sarà anche Mariella Ippolito che rappresenterà gli Autonomisti di Raffaele Lombardo: due sole donne in giunta, nella tradizione della destra tradizionale siciliana? Pare di sì, per adesso. Da sapere che anche Gaetano Armao farebbe parte degli Autonomisti, ma era stato inizialmente indicato quale candidato presidente da Berlusconi.
Sala parto sgombrata, si passa alla sala rianimazione. Per la Sicilia, che ne ha bisogno.