di Gabriele Bonafede
Lezioni di calcio tra le scorrettezze, in Cremonese-Palermo. Al pari di Svezia-Italia, e anche più. Se i calciatori della Svezia erano entrati in campo due giorni fa con il chiaro intento di picchiare e giocare scorretto, i grigiorossi fanno anche di peggio contro il Palermo.
Favoriti dallo stucchevole arbitraggio di Abbattista (di Molfetta), pessimo a tutti i livelli, picchiano duro con calcioni, testate, gomitate volontarie, schiaffi, cazzotti e persino dita negli occhi. Il direttore di gara alla fine fischierà qualcosa come 23 falli commessi dalla Cremonese (dimenticandone però alcuni), ma comminerà solo tre ammonizioni molto tardive. In confronto, il turco Cakir di Svezia-Italia è stato molto più severo nei confronti del gioco scorretto degli scandinavi.
Eppure, contrariamente a quanto successo agli azzurri, vince lo stesso la squadra picchiata duro, in questo caso il Palermo. Grazie anche a un altro errore, qui madornale, di Abbattista. Che non vede un fallo di mano di Struna nella propria area, non sanzionando un rigore netto a favore della Cremonese e infiammando ulteriormente gli animi. Da lì in poi, il direttore di gara perde completamente il controllo di una partita che fatalmente rischia più volte di terminare in rissa.
Il Palermo reagisce in maniera profondamente diversa rispetto all’Italia. E le lezioni di calcio che impartisce agli Azzurri sono molteplici. Non si fa influenzare né dall’arbitraggio troppo morbido con le scorrettezze, né da un tifo da bolgia, in un campo difficilissimo dove non vinceva dal lontano 1938. La squadra rosa non accetta le numerose provocazioni e alla fine farà solo nove falli, ma almeno un paio di questi sono inventati dall’inesperto direttore di gara. E, soprattutto, mantiene il controllo della partita rischiando solo alla fine, quando era ormai chiaro che qualsiasi azione in avanti sarebbe terminata con morti e feriti. Lezioni di carattere, di correttezza, di sport.
Passati in svantaggio con un gol di Claiton dos Santos che al 21’ devia in rete su calcio da fermo, (anche questa punizione battuta su un fallo dubbio), i rosanero impartiscono la più importante delle lezioni. Pareggiano subito grazie a una reazione ragionata ed energica. Il gol scaturisce un minuto dopo da un’azione da manuale che sgancia l’esterno destro Rispoli in area.
Non è finita, e qui c’è un’altra delle lezioni di calcio. Il Palermo ribalta infatti il risultato all’inizio del secondo tempo con un’altra azione volitiva e travolgente, conclusa con tiro “a rimorchio” del bulgaro Chochev in piena area, su delizioso invito di Embalo. La partita terminerà 2-1 per un Palermo che dimostra così come carattere e classe possono avere la meglio su calcioni e scorrettezze antisportive.
Nonostante le numerose e sanzionabili scorrettezze, la Cremonese è una bella squadra e la partita è stata più che maschia, persino entusiasmante nonostante i 23 falli (e più) commessi dalla squadra di casa abbiano spezzettato il gioco un po’ troppo.
Sul puro piano delle occasioni, la Cremonese avrebbe meritato quanto meno il pareggio. I grigiorossi colpiscono infatti un palo pieno con Almici e falliscono una serie di occasioni d’oro. E hanno, giustamente, da recriminare sul rigore netto non fischiato. Ma è anche vero che la Cremonese, a quel punto della gara, avrebbe dovuto giocare in nove uomini se solo ci fosse stato in campo un arbitro di tal nome. C’erano già stati numerosi interventi da rosso nel corso della gara.
Nei minuti finali, il portiere del Palermo Pomini compie un miracolo su uno gran tiro di Pesce. Ma ormai non si trattava più di una vera e propria partita, piuttosto di una mezza-rissa, favorita dal peggiore in campo in assoluto: il direttore di gara.
Il Palermo vola così in testa a 25 punti, ma ne dovrebbe avere 29 se due gol regolari non fossero stati annullati da altri “campioni” del fischietto in occasione degli incontri con Frosinone e Pescara. In vetta grazie alla vittoria a Cremona e anche alla bella vittoria della Pro Vercelli sull’Empoli.
La prossima del Palermo, nel posticipo di lunedì 20, è in casa con il Cittadella, oggi sconfitto tra le mura amiche dal Parma. Con la speranza che le botte da orbi ricevute impunemente a Cremona non influenzino per l’ennesima volta la formazione di Tedino.
Un ultimo richiamo alla stampa italiana double-face. In occasione della partita dell’Italia alcuni quotidiani italiani, commentatori TV, calciatori e CT si sono lamentati del comportamento scorretto dei calciatori svedesi non sanzionato da un arbitraggio dubbio. Giusto.
Ma nessuno parla oggi, nei commenti a Cremonese-Palermo, del comportamento molto più scorretto messo in campo dalla squadra di casa, anch’esso mai sanzionato a dovere dal direttore di gara. Ingiusto e anche incoerente, con le dovute proporzioni s’intende. Il calcio, lo sport, andrebbe trattato allo stesso modo in qualsiasi categoria si giochi.
È un’altra occasione persa per far bene a un calcio italiano che, a questo punto, non merita la qualificazione ai mondiali, a meno di una bella rinascita degli azzurri nell’incontro di ritorno con la Svezia.