di Giovanni Rosciglione
Ecco i Presidenti del Senato, la seconda carica istituzionale in Italia, dal 1948: I Legislatura Ivanoe Bonomi (8 maggio 1948 – 20 aprile 1951), Enrico De Nicola (28 aprile 1951 – 24 giugno 1952), Giuseppe Paratore (26 giugno 1952 – 24 marzo 1953), Meuccio Ruini (25 marzo 1953 – 24 giugno 1953).
II Legislatura Cesare Merzagora (25 giugno 1953 – 11 giugno 1958). III Legislatura Cesare Merzagora (12 giugno 1958 – 15 maggio 1963). IV Legislatura Cesare Merzagora (16 maggio 1963 – 7 novembre 1967), Ennio Zelioli Lanzini (8 novembre 1967 – 4 giugno 1968). V Legislatura Amintore Fanfani (5 giugno 1968 – 24 maggio 1972). VI Legislatura Amintore Fanfani (25 maggio 1972 – 26 giugno 1973) Giovanni Spagnolli (27 giugno 1973 – 4 luglio 1976). VII Legislatura Amintore Fanfani (5 luglio 1976 – 19 giugno 1979)
VIII Legislatura Amintore Fanfani (20 giugno 1979 – 30 novembre 1982) Tommaso Morlino (9 dicembre 1982 – 6 maggio 1983) Vittorino (L.) Colombo (12 maggio 1983 – 11 luglio 1983). IX Legislatura Francesco Cossiga (12 luglio 1983 – 24 giugno 1985) Amintore Fanfani (9 luglio 1985 – 17 aprile 1987) Giovanni Malagodi (22 aprile 1987 – 1 luglio 1987). X Legislatura Giovanni Spadolini (2 luglio 1987 – 22 aprile 1992).
XI Legislatura Giovanni Spadolini (24 aprile 1992 – 14 aprile 1994). XII Legislatura Carlo Luigi Scognamiglio Pasini (16 aprile 1994 – 8 maggio 1996). XIII Legislatura Nicola Mancino (9 maggio 1996 – 29 maggio 2001). XIV Legislatura Marcello Pera (30 maggio 2001 – 27 aprile 2006).
XV Legislatura Franco Marini (29 aprile 2006 – 28 aprile 2008). XVI Legislatura Renato Schifani (29 aprile 2008 – 14 marzo 2013). XVII Legislatura Pietro Grasso (dal 16 marzo 2013)
In 70 anni abbiamo avuto 19 Presidenti del Senato, seconda carica dello Stato. La persona che, in assenza del Presidente della Repubblica, ne fa le veci.
Alla fine del loro mandato qualcuno è diventato Presidente della Repubblica, altri Presidenti del Consiglio, altri ministri o semplici politici.
C’è stato qualcuno un po’ pazzerello che sfotteva Occhetto e giocava ai soldatini; ci sono nomi che quasi tutti hanno dimenticato e altri che hanno lasciato un segno positivo nella politica italiana (Fanfani, Spadolini, Malagodi, per esempio).
Ma quasi tutti hanno cercato e sono riusciti a mantenere un’indipendenza dalla politica dei partiti e un’imparzialità ideologica, e alla fine del loro mandato, o sono ritornati al loro lavoro 0 hanno continuato una significativa carriera politica.
Quasi, dicevo.
Perché oggi, nello strano silenzio di giornali, tv e web, c’è la non auspicata novità della seconda carica dello Stato che è “scesa in campo” direttamente e attivamente scomunicando e criticando il partito che lo aveva proposto, è attivo nel mettersi alla testa di una nuova forza politica e criticando le leggi del parlamento che lui stesso ancora presiede.
Tutto questo avviene in uno dei momenti più delicati per il nostro Paese e per le stesse democrazie europee. Ho detto quello che penso. Senza insultare nessuno e col massimo rispetto per tutte le opinioni. Ma questo, secondo me, è inaccettabile.
Ma vi immaginate se domani il mio Presidente Sergio Mattarella si sloga una caviglia alla vigilia della visita di Angela Merkel e il suo vice non può sostituirlo perché è impegnato a distribuire facsimili a Piazza del Popolo o è in riunione con Speranza, D’Attorre, Fratojanni, Casarini e il black block D’Alema?
Nel testo, Palazzo Madama Roma, sede del Senato italiano foto tratta da Wikipedia. Di Francesco Gasparetti da Senigallia, Italy – Flickr, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1087959