di Gabriele Bonafede
Vince Musumeci in Sicilia. E a vedere i dati delle elezioni regionali siciliane che vanno arrivando a spoglio avanzato emerge una vittoria abbastanza netta grazie, soprattutto, al voto nelle province di Palermo, Catania e Messina, ovvero quelle delle maggiori città siciliane. Sempre che la vittoria, per lo meno così netta, sia confermata dai dati finali.
Nella provincia di Messina, dove Crocetta aveva costruito una fetta della sua vittoria del 2012 e oggi non ha nemmeno presentato la sua lista, Musumeci raccoglierebbe una maggioranza “bulgara”: vicino al 50%. Facendo persino meglio che a Catania, sua roccaforte elettorale, dove raccoglierebbe intorno al 42%, così come nella provincia natale dell’avversario principale, Caltanissetta.
A Palermo, Musumeci va ben oltre le aspettative attestandosi, a 4/5 dello spoglio, intorno al 38%. Si ribalterebbero le posizioni in altre quattro province (Enna, Trapani, Ragusa e Siracusa), con una vittoria netta di Cancelleri nella provincia aretusea. Infine, un testa a testa all’ultimo voto nella provincia di Agrigento.
Benché i risultati non siano ancora definitivi, si profila una vittoria ampiamente annunciata del candidato di centrodestra, con Cancelleri secondo sul piano personale ma molto meno forte dal punto di vista del suo Movimento. Con circa il 35%, il candidato del M5S si giova molto del “voto disgiunto”, raccogliendo circa il 7% in più rispetto al 27-28% della sua lista.
Che comunque avanza di ben 10 punti percentuali rispetto al 18% del 2012. Benché sia prematuro trarre conclusioni, sembra sempre più evidente che il voto disgiunto abbia favorito la candidatura di Cancelleri rispetto a quella di Micari. Le liste del candidato di centrosinistra raccoglierebbero esattamente il 6-7% in più rispetto al voto al candidato-presidente: intorno al 24-25% rispetto al 18-19%.
Si profila dunque una vittoria più che netta in percentuale per i pentastellati, ma anche un mancato sfondamento del Movimento 5 Stelle in Sicilia nonostante le premesse della vigilia.
Un voto, quello del M5S, che appare più forte nelle province più eminentemente rurali e nella Sicilia più abbandonata a se stessa in quanto a lavoro e infrastrutture, oppure delusa dal regresso industriale, come a Siracusa. Per lo meno dal punto di vista del candidato.
Stante così le cose, in base allo spoglio ancora in atto, il M5S dovrebbe raccogliere 16-18 seggi, ovvero da 2 a 4 in più rispetto alle precedenti elezioni regionali in Sicilia, nonostante la riduzione dei seggi da 90 a 70. Netta vittoria del M5S nei numeri, dunque. Ma non negli obiettivi, che erano quelli di conquistare la presidenza della Sicilia e per lo meno superare il 30% come voti di lista.
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