di Gabriele Bonafede
Con le pagine dei giornali ancora interessate al caso del razzismo nel calcio, in special modo da parte di “tifosi” della Lazio e il caso della maglietta con Anna Frank, non si è ancora capito, o non si vuol capire, che servono sanzioni molto, molto più pesanti. E che le stesse sanzioni sono persino definite a norma di regolamento.
Nel dibattito sulla vergognosa situazione del razzismo nel calcio, interviene anche Marco Tardelli. Che giustamente ricorda come la Thatcher sconfisse gli hooligans in Gran Bretagna. Ma Tardelli si sbaglia purtroppo. In Italia ci sono quasi le stesse misure che prese la Thatcher. Il problema italiano è molto più complesso per almeno cinque motivi.
Uno. I vertici stessi del calcio sono in odore di razzismo o per lo meno strafottenza su questo punto (vedi Tavecchio e lo stesso Lotito con le sue vergognose telefonate).
Due. I provvedimenti uguali a quelli utilizzati in Gran Bretagna sono qui presi con un riguardo verso i soliti “grandi” club, forse per gli stessi motivi o forse per il loro insito strapotere, per altro sostenuto dalla stragrande maggioranze degli italiani che seguono il calcio.
Tre. Il calcio italiano è molto più malato, perché non ha alcun rispetto per lo sport, a prescindere. Tanto meno nei riguardi delle questioni sul razzismo. Ogni domenica si vedono insulti ai giocatori africani senza intervento persino dei direttori di gara. In questa situazione è ridicolo e ipocrita parlare di provvedimenti contro il razzismo da parte del calcio italiano. Non parliamo di tutto il resto.
Quattro. Non dimentichiamoci che l’Italia ha inventato il fascismo: fa parte della società e oggi riprende quota negli aspetti più deleteri, ovvero in una traslazione ad oggi. Con tutte le aggravanti del non guardare alle tragedie della storia, persino a strumentalizzarle in chiave razzista.
Cinque. Nelle TV italiane ci sono costantemente personaggi politici come Salvini & C, che non sono certo quelli più indicati per sconfiggere il razzismo. Razzismo che, in Italia, è per giunta anche interno al Paese e non solo verso africani o ebrei. È quindi un problema molto più ampio.
Servirebbe innanzitutto infliggere pesanti penalizzazioni alla Lazio (almeno 10 punti in questo caso specifico) e a tutti i club con evidenti responsabilità oggettive su cori razzisti e simili. D’altronde, queste sanzioni sono già previste dal regolamento della Fgci (art. 11, ma anche art. 12) “Responsabilità per comportamenti discriminatori 1. Costituisce comportamento discriminatorio, sanzionabile quale illecito disciplinare, ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporti offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine etnica, ovvero configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori…”
Le sanzioni, soprattutto in caso di recidiva come la situazione della Lazio, possono arrivare ai punti di penalizzazione e anche all’esclusione dal campionato.
In particolare, sempre nello stesso regolamento della Fgci e art, 11: “3. Le società sono responsabili per l’introduzione o l’esibizione negli impianti sportivi da parte dei proprisostenitori di disegni,scritte,simboli, emblemi o simili, recanti espressioni di discriminazione.”
“Esse sono altresì responsabili per cori, grida e ogni altra manifestazione che siano, per dimensione e percezione reale del fenomeno, espressione di discriminazione. In caso di prima violazione, si applica la sanzione minima di cui all’art. 18, comma 1 lett. e).”
“Qualora alla prima violazione, si verifichino fatti particolarmente gravi e rilevanti, possono essere inflitte anche congiuntamente e disgiuntamente tra loro la sanzione della perdita della gara e le sanzioni di cui all’art.18, comma 1, lettere d), f), g), i), m).”
Come detto, le lettere richiamate sopra prevedono sanzioni di pesantezza progressiva, compresi uno o più punti di penalizzazione fino alla sospensione dal campionato. Con sanzioni più gravi in caso di recidiva.
Si tratta dunque di applicare il regolamento per come è scritto. Ma figuriamoci, non avverrà mai. Non è avvenuto dopo i morti, non avverrà mai. Il calcio italiano è uno schifo e forse ci si sveglierà quando veramente fallirà al completo.
Eppure, pesanti penalizzazioni in termini di punti, ad esempio almeno 10 nel caso della Lazio, sarebbero una punizione esemplare che ridurrebbe di molto il fenomeno.
Ma nessuno lo propone. Per i motivi segnalati più sopra. Si andrà avanti con lo schifo e la vergogna più palesi, senza alcuna iniziativa reale, e solo qualche palliativo. Il che continua a incoraggiare una discesa verso il fondo: l’inglorioso percorso del calcio italiano di oggi.
Foto di Margaret Thatcher in copertina trattab da Wikipedia. Di White House Photographic Office – http://www.margaretthatcher.org/multimedia/displaydocument.asp?docid=109628, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3197197