di Gabriele Bonafede
Quelle absidi dall’arte miracolosa mostrano l’angolo più bello della Cattedrale di Palermo su una piazza dedicata agli angeli: Piazza Sett’Angeli. Pochi passi più avanti, in via Sant’Agata alla Guilla numero 18, ti ritrovi davanti a un portone quasi nascosto, che appare dal nulla come un angelo. E che si apre su un piccolo spazio dove si respira una magica aria di storia e di palcoscenico. È il Teatro alla Guilla.
Scendendo da Piazza Sett’Angeli, quello stralunato portone capita sulla sinistra: ritrovandosi d’incanto tra le stradine del Capo, uno dei quartieri più popolari di Palermo. Popolare, perché è nato e cresciuto quale quartiere del popolo. Popolare, perché conosciuto a tutti, anche a chi sta a Palermo per poche ore da turista e vuole attraversarne il suo mercato vivo e multicolore: il mercato di Porta Carini le cui propaggini più gravi si trovano a cinque minuti a piedi dalla Cattedrale, e quindi anche dal Teatro alla Guilla.
Il Capo, alveo di tesori e spaesate certezze nel “quarto povero”, ma in realtà ricco d’arte e di vita, del centro storico di Palermo. Popolare anche nel suo piccolo teatro d’avanguardia, alla Guilla, non solo per i prezzi accessibili a chi si vuol nutrire d’arte oltre che di pane. Ma anche perché in sei anni di attività questo piccolo teatro si è guadagnato una popolarità e un nome di qualità e di sperimentazione, che contribuisce con successo all’humus artistico della città e oltre.
Chi viene a Palermo quale artista, per esibirsi in ben più grandi e facoltosi teatri istituzionali, propone spesso un altro spettacolo alla Guilla. Chi vuole sperimentare, prospettare, fare ricerca, è bene accolto. Con il solo diritto-dovere di portare qualcosa di concreto e di innovativo nel dibattito teatrale cittadino e nazionale. Capo di Teatro, dunque. A Palermo, certo.
Non è il solo piccolo-grande teatro di Palermo al quale si deve riconoscere un ruolo fondamentale nel far crescere scena e dibattito, sperimentazione e colore, serietà e arte. Ce ne sono tanti altri in città. Ma il Teatro alla Guilla ha un sapore particolare: un corposo profumo d’intima scena.
Ogni anno, il Teatro alla Guilla progetta e realizza un programma con occasioni di confronto sempre ricercate e “faticate”, grazie al massimo impegno profuso dal direttore Valerio Strati, attore, palermitano d’adozione particolarmente attratto dalla sfida.
La settima stagione, in questo 2017-2018, inizia proprio stasera 26 ottobre. E prevede, come nelle precedenti stagioni, teatro, musica, danza e spettacoli per bambini con uno sguardo solidale rivolto al quartiere Capo. Da qualche anno, infatti, Il Teatro alla Guilla propone serate solidali in un percorso di aiuto-aiuto con i residenti del Capo dal nome “Pane e Teatro”.
Quest’anno, si parte stasera con lo spettacolo “Letizia forever”, scritto e diretto da Rosario Palazzolo con Salvatore Nocera che si replica fino a domenica 29, ed è così presentato dalla regia: “Lo spettacolo, premiato più volte, per la prima volta in scena a Palermo, racconta di una donna sgrammaticata, esilarante, poetica, semplice e complicatissima. Dal linguaggio dirompente, assolutamente personale, intriso di neologismi, solecismi, e non-sense semiotici che diventano caricaturali non appena prendono di mira l’instabile certezza dei luoghi comuni.”
“È una donna che racconta la propria esistenza. Un’esistenza fatta di soprusi, di ignoranza, di rocambolesche peregrinazioni emotive” – precisa la direzione del teatro – ed è anche una musica, “Letizia forever”, quella dei “fabulosi anni ‘80” che entra in collisione con la storia o la sollecita o la sorprende.”
La stagione continua il 10 novembre con il concerto “Herself acoustic” di Gioele Valenti (voce, chitarra acustica, stomp box) con Aldo Ammirata (violoncello). La musica alla Guilla prende un carattere particolare, perché la piccola sala fa ritrovare gli spettatori nel bel mezzo delle segrete onde di suono, in una vicinanza artistica difficilmente comprensibile se non si è presenti.
Il 17 dicembre alle 18 debutta lo spettacolo per bambini “Il principino” (ispirato a “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry), prodotto dal Teatro alla Guilla, adattato e diretto da Valerio Strati con Milena Catalano e Dario Raimondi. È facile immaginare che in quel microcosmo d’attenzione che è lo spazio della Guilla, Il Piccolo Principe diventi particolarmente pervasivo e affascinante.
Il 21 e il 22 dicembre sarà in scena la danza con “Soli per Duo” di e con Silvia Giuffré, che collabora alla stagione per la sezione-danza, e con Alessio Pianelli (violoncello) – Compagnia Omonia Contemporary Arts. È d’uopo, tra le pietre e le tavole della Guilla, la danza non può che comporsi con la musica acustica in un ruolo trainante.
Come detto, anche quest’anno la Guilla propone la formula del “Pane e teatro” con una serie di serate solidali in cui il pubblico invece di pagare un biglietto porta a teatro dei generi alimentari da donare alle famiglie bisognose del quartiere. La prima serata di “Pane e teatro” sarà il 14 gennaio 2018 con la “Maratona letture testi” in collaborazione con il Cendic.
Il 19 e il 20 gennaio debutta un nuovo spettacolo di Domenico Bravo dal titolo tendente all’’ossimoro velato, e pertanto accattivante: “Sonando con sì dolce nota. Musica, enigmi e teste mozzate”. Con Viviana Lombardo, elegante ed energica attrice palermitana che opera anche a Roma, e lo stesso Domenico Bravo. Anche questo spettacolo promette un intimo percorso con il teatro: a pelle e viscere, caricando di significati il pulpito del particolare palcoscenico alla Guilla. Irrinunciabile per chi non si accontenta a teatro. Sicuramente denso, se si pensa alla ricercata capacità degli artisti di questa occasione.
Il 27 gennaio si torna alla musica con il cantautore calabrese Fabio Macagnino e la sua band che presenta il suo nuovo album. Anche qui, una nuova sfida nello straordinario mondo della produzione musicale etnica a versi vernacolari e con deliziosi elementi di ricerca.
Il 9 e il 10 febbraio sarà la volta di “Ti (s)degno d’amore”, monologo per narrazione, baile y cante con Floriana Patti, Marcello Savona e Armando Fiore. Ancora una sperimentazione, dunque, che porrà lo spettatore in vicina esperienza col teatrante.
Il 16 e il 17 febbraio debutta Gigi Borruso, uno dei registi teatrali palermitani più raffinati e concreti (suo “C’era un piano” insieme a Olivia Sellerio al Teatro Biondo nella scorsa stagione), con “Sotto un cielo di nubi – operina inqualificabile”.
Conoscendo la puntuale creatività dell’autore e regista, evidente fin dal titolo, è certo che sia una prima da non perdere: piccolo seme per una crescita di grandi radici e chiome d’arte, come è successo altre volte alla Guilla.
La stagione va avanti fino alla fine di maggio con un nuovo spettacolo di Sandro Dieli, che collabora stabilmente con la Guilla proponendo nutrienti riflessioni interpretative. Il titolo è tra i più classici dei classici “Odissea”. Ma c’è da pensare che non sarà affatto il solito classico.
E poi, quando il sole di Palermo suggerirà il fresco abbraccio della Guilla, ancora musica: con il concerto dei Matrimia e poi la cantante jazz Laura Campisi. Chiudendo così con un ricco filotto d’epica avanguardia etnica e musica jazz.
Attenzione, il teatro è di dimensioni ridotte, i posti sono limitati ed è meglio prenotare. Il numero lo sapete. E se non lo sapete ve lo scrivo qui: 333 6059116. L’indirizzo mail, sempre per info e prenotazioni, è teatroallaguilla@gmail.com.