di Gabriele Bonafede
Per quanto valgano i sondaggi in Sicilia, su una cosa sembrano tutti o quasi d’accordo: Musumeci è in testa e lo “sfidante” di questo primato teorico, il 5 stelle Cancelleri, lo supererebbe di pochissimo e solo in pochi casi. Nella stragrande maggioranza dei sondaggi finora realizzati (e abbastanza accreditati da essere inclusi nella tabella di Wikipedia, qui) il candidato della coalizione siciliana di centrodestra vincerebbe più o meno agevolmente.
Alcuni sondaggi, come il più recente, lo danno ben oltre al 40% e con circa 9 punti percentuali di vantaggio su Cancelleri. Micari (centrosinistra) seguirebbe staccato. Fava (sinistra Cento Passi) sarebbe ancora più indietro. Un trend è dunque chiaro: quello che dà Musumeci vincente. Anche se, come detto in altre occasioni, i siciliani spesso non palesano le proprie opinioni, nemmeno ai sondaggisti. E dunque si tratta di previsioni da prendere con le pinze, possibilmente lunghe e provviste di manici isolanti.
Ma comunque vada, una vittoria di uno qualsiasi dei candidati a presidente non garantirebbe facilmente la maggioranza alla Assemblea Regionale Siciliana (ARS). Perché in Sicilia il premio di maggioranza è molto limitato (1). A meno di un grande successo anche nelle liste di chi arriva primo quale candidato presidente. Un successo di coalizione “minimo” per garantire la maggioranza deve essere almeno intorno al 40%.
Finora ci sono state “forchette” di previsione molto larghe e ondeggianti. Tuttavia, in base ai sondaggi è possibile capire persino come sarà composta l’ARS. O almeno iniziare a fare scenari di previsione e così immaginare con cosa ci cucineranno i prossimi politici al governo regionale.
Ecco quindi una serie di scenari. Il primo è basato sulla semplice media (tra minimi e massimi) dei sondaggi finora pubblicati e visibili su Wikipedia.
Il secondo è uno “Scenario Micari”, ovvero dando per giusta la migliore previsione per il candidato del centro sinistra, più un bonus “di recupero” che lo faccia arrivare primo. È uno scenario largamente ottimista per il candidato di centrosinistra. Ovviamente, è costruito sottraendo in proporzione alla media degli altri che si troverebbero dunque persino sotto le peggiori previsioni “sondaggiate” finora per loro. Lo stesso per uno “Scenario Cancelleri”, uno “Musumeci”, uno “Fava”. (Cliccare sulle tabelle per aprirle in dimensioni più grandi).
Alla fine, concedetemi di utilizzare la mia personale sfera di cristallo raccattata per strada, aggiungendo considerazioni del tutto personali e intuite dall’osservazione assolutamente poco credibile della campagna elettorale. Lo chiamerò “Scenario sfera di cristallo personale”, per distinguerlo dalla “sfera di cristallo” dei sondaggisti, ma attingendo largamente agli stessi.
Ecco quindi il primo scenario o “Scenario media sondaggi”. In questo scenario, che è teoricamente il più probabile finora, Musumeci vincerebbe per sei punti percentuali e le sue liste raccoglierebbero 30 seggi. Non ottenendo dunque la maggioranza nemmeno se altri 4 seggi (che nella tabella lasciamo in sospeso in quanto non assegnati che con resti di punti percentuali o altri meccanismi) sarebbero poi assegnati al centrodestra (1). Si profilerebbe dunque un governo-Musumeci, con qualche nuova acquisizione nel “centro allargato”. Cosa abbastanza facile nel panorama politico siciliano e viste le condizioni di eventuale sfiducia al Presidente: questa comporterebbe l’andare tutti a casa e indire nuove, “terribili”, elezioni.
Passiamo allo “Scenario Micari”. Rispetto alle medie sondaggi, il candidato di centrosinistra ha bisogno di una “spintarella” consistente per arrivare primo ed essere eletto presidente. E, cioè, va messa in campo l’ipotesi che recuperi (e di molto) grazie a un ipotetico finale di campagna elettorale particolarmente brillante e convincente.
Dovrebbe infatti andare ben oltre le previsioni più rosee finora palesate nei sondaggi (il 28%) per arrivare a quel 33% che magari lo farebbe vincere, sia pure comportando una netta minoranza all’ARS. E dunque rimanendo “ostaggio” di altri partiti come lo è stato il presidente uscente Crocetta, anche lui del centro sinistra.
E qui si tratta anche di un ulteriore ottimismo, perché potrebbe vincere con il solo 28-29% e avere una mancata maggioranza ancora più evidente. Questo risultato, inoltre, comporterebbe performance di centrodestra e Cinque Stelle ben al di sotto di quanto visto finora nei sondaggi.
Poniamo caso che invece vinca Cancelleri, confermando i migliori risultati nei sondaggi, più un punto percentuale magari dovuto alle sorprese. Tipiche quando si parla di Cinque Stelle.
Anche qui non ci sarebbe la maggioranza, con l’aggravante che difficilmente i Cinque Stelle siciliani si coalizzerebbero con altri. Anche ipotizzando che con resti e altri meccanismi elettorali recupererebbero i tre seggi qui non assegnati, la maggioranza “monocolore” sarebbe lontana e di difficilissima formazione persino con l’aiuto della sola sinistra di Fava. A meno che i Cinque Stelle raggiungano almeno il 40% dei voti di lista. Possibile? Tutto è possibile in Sicilia.
Scenario “Musumeci”. Il leader del centro destra, se sono vere le sfere di cristallo dei sondaggisti, potrebbe anche stravincere. E sarebbe una vittoria che permetterebbe, almeno teoricamente, di formare una maggioranza, se non solida, per lo meno più probabile. Anche perché potrebbe recuperare altri seggi con i soliti resti e meccanismi vari.
E, cosa molto più probabile, otterrebbe qualche aiuto da eventuali transfughi dal centrosinistra, sapendo che, in Sicilia, pur di rimanere parlamentari si fa il “salto”. Soprattutto se questo salto è sul carro sul vincitore, che assicura anche un potere materiale ricco e considerevole.
Attenzione, però. Anche qui, Musumeci è sostenuto da una coalizione di centrodestra un ciccinino eterogenea e sciarrettiera (litigiosa). Quindi la capacità a non avere problemi di governo dipenderà molto e comunque da equilibri interni. Molto facili a cambiare nel panorama fortemente trasformista della Sicilia.
Passiamo allo “Scenario Fava”, il politico, non quella che si mangia. Qui, con tutta la buona volontà, sembra difficile che i sondaggi finora pubblicati anche “a sfera di cristallo” possano portare Claudio Fava alla presidenza. Consideriamo comunque un vero e proprio “sogno realizzato” di Fava e la sua lista “Cento Passi”.
E cioè quello di superare abbondantemente Micari e il centrosinistra, grazie anche a un’affermazione dei “Siciliani Liberi” che non porti questi ultimi all’ARS (cosa che sembra francamente improbabile) ma rosicchi voti qui e là.
E, per giunta, in questo “sogno a Cento Passi”, ci sarebbe magari Musumeci che vince, ma di poco. Non dovendo quindi poi discutere eventualmente con nessuno per formare un governo che metterebbe in difficoltà questo schieramento in vista di elezioni nazionali.
Certo, si tratterebbe di una situazione ancora più ingovernabile, con la sola ipotesi della “grosse-coalition” in salsa siciliana, altrimenti definibile come inciucio, o meglio, “pasta con le sarde” tra centrodestra e centrosinistra, unica possibilità di un governo Musumeci in questo scenario specifico. Anche a fare man bassa di seggi tra resti e annessi da parte di Musumeci e Micari.
Ma veniamo alla mia “Sfera di cristallo personale”. L’ho comprata al mercatino del quartiere e praticamente m’arrialaru (traducibile in “me l’hanno regalata”, o venduta per pochissimo). Quindi è palese che non valga una cicca. Eppure, conoscendo un poco di Sicilia, mi sembra lo scenario che mi convince di più. E non dico altro.
Qui Musumeci stravince. Anche più delle più rosee previsioni nei sondaggisti per i leader del centrodestra siciliano.
Mi sbaglierò, ma con tutta sincerità mi sembra, a meno di grandi sorprese, lo scenario più probabile. E non ci metto nemmeno “i resti”. Perché è probabile che finirà così? Per tanti motivi. Che sarebbe troppo lungo spiegare qui. Magari un’altra volta.
Ma, come sopra, anche qui una maggioranza reale non sarebbe affatto garantita, vista la tendenza a litigare da parte della coalizione di centrodestra. Persino quando è vincente. E comunque sarebbe una maggioranza risicata.
(1) Nella Legge elttorale siciliana i 70 deputati regionali dell’ARS sono così scelti: 62 tramite un sistema proporzionale su base provinciale (9 province, da notare che alcune liste non sono presenti in tutte le province), con il metodo dei più alti resti e voto di preferenza per un singolo candidato, e con uno sbarramento elettorale al 5% a scala regionale per ogni singola lista; 7 (ovvero il 10% dei 70 deputati regionali), tra cui il Presidente eletto, sono eletti con un listino regionale del presidente quale premio di maggioranza al candidato presidente più votato (a turno unico). Infine diviene deputato regionale il miglior candidato presidente non eletto. Il voto alle liste provinciali e alla lista regionale avviene su scheda unica, ma con possibilità di voto disgiunto (Art. 8, Legge Regionale 3 giugno 2005, n. 7). Una coalizione non può superare i 42 seggi su 62 nei collegi provinciali perché scatti il listino regionale, o scatta fino al raggiungimento dei 42 eletti su 70. In questo caso i seggi non assegnati vanno redistribuiti alle altre liste che hanno ottenuto seggi nei collegi provinciali. Nelle tabelle in questo articolo, gli scenari sono calcolati a grandi linee su coalizione (non lista per lista), con le proporzioni rispetto a soli 60 deputati, più i 7 della coalizione del vincitore. Pertanto, sono segnalati tra parentesi da 2 a 5 deputati che in effetti scaturirebbero dal meccanismo elettorale nel suo complesso, quali resti, secondo candidato presidente, i due non calcolati come base (62 e non 60), le differenti liste e quanto sopra.
Le foto di Nello Musumeci in copertina e nel testo sono tratte dalla sua pagina ufficiale Facebook.
1 thought on “Musumeci e la vittoria “annunciata”. Ecco come sarà il nuovo parlamento siciliano secondo i sondaggi (e la sfera di cristallo)”