di Gabriele Bonafede
A sentire i quattro principali candidati alla presidenza della Regione Sicilia sarà tre volte Natale e infrastrutture tutto il giorno. Tutti, chi più chi meno, promettono giganteschi investimenti nelle infrastrutture, soprattutto di trasporto.
Effettivamente la Sicilia è molto carente nelle infrastrutture, a partire da quelle di trasporto. Intere province, come quella di Agrigento, mostrano una situazione delle infrastrutture stradali pessima, anche a passarci per solo motivi turistici. Non va bene altrove, ancorché molti progetti si siano realizzati negli ultimi 20 anni, grazie soprattutto (se non esclusivamente) ai fondi europei.
La carenza della rete ferroviaria è sotto gli occhi di tutti, l’insufficiente manutenzione e la bassa qualità di talune infrastrutture stradali e autostradali hanno conquistato le prime pagine dei giornali nella cronaca dei disastri e qualcosa in più. Per non parlare delle sempiterne carenze in altri settori che non sono quello dei trasporti.
Limitandoci al settore dei trasporti, o della “mobilità”, le promesse sono tante e tutte grandiose. Eccole qui nelle recenti comunicazioni da campagna elettorale prodotte da Micari, Musumeci, Cancelleri e Fava.
Partiamo da Fabrizio Micari, che forse è il più attento al discorso delle infrastrutture di trasporto per la Sicilia, avendo rilanciato il progetto del Ponte sullo Stretto.
In un recente post sulla sua pagina Facebook, Fabrizio Micari dichiara, senza lesinare attacchi frontali al centrodestra: “Il mio sogno è che la Sicilia da Cenerentola d’Europa diventi la Principessa del Mediterraneo. La nostra Isola deve diventare la piattaforma logistica del Mare Nostrum, finalmente libera dal gap infrastrutturale che le ha impedito di competere e svilupparsi per colpa della destra e dei leghisti, quelli che oggi appoggiano Musumeci.”
“Io sogno una Sicilia moderna e competitiva entro il 2020. Dal 2013 l’attenzione dei governi di centrosinistra si è concentrata nuovamente sulla questione meridionale e sono state messe in campo le risorse necessarie al rilancio dell’economia. Non possiamo perdere questa occasione, non possiamo ripiombare in un passato devastante o precipitare nel baratro del qualunquismo. Solo attraverso la sinergia con il governo nazionale possiamo guardare avanti e ridurre la forbice Nord-Sud.”
Lo fa on una Conferenza stampa con il ministro Graziano Delrio su infrastrutture e trasporti in Sicilia. Aggiungendo:
“Gli oltre 2 miliardi per l’alta velocità, i finanziamenti per l’ammodernamento delle linee secondarie Palermo – Trapani, Palermo – Agrigento e Messina – Catania ed i cantieri pronti a partire, trasformeranno la Sicilia in una regione competitiva in grado di attrarre investimenti e creare opportunità di lavoro. Accanto a queste altre sfide ci aspettano quelle per il rilancio del ruolo degli aeroporti siciliani, adattati alle peculiarità e alle necessità del territorio, ai progetti per ripensare il sistema dei porti.”
“Abbiamo la responsabilità del futuro della nostra terra e i Siciliani non possono correre il rischio di ripiombare nel passato. Noi siamo i soli ad avere le idee chiare, un programma concreto e la competenza necessaria per avviare una nuova stagione. #lasfidagentile.”
Andiamo a Nello Musumeci che non ha post recenti sui social su questo tema. Ma ne ha parlato molte volte nelle numerose interviste profuse negli ultimi giorni nel suo tour di campagna elettorale in e, recentemente, ad Agrigento. Tra le interviste, pubblica in evidenza sul proprio blog quella di Hercole News: “Noi non siamo colonia, né terra da Terzo Mondo, e pretendiamo che l’Azienda Nazionale riqualifichi la rete viaria di sua competenza“. Esordisce.
“L’intervista di Nello Musumeci ad Hercole Tv News pone l’accento su uno dei temi più caldi del territorio siciliano: il bisogno di ripristinare la viabilità e le infrastrutture.” Si legge nel suo blog. E qui le dichiarazioni dallo stile oratorio, attaccando il precedente governo di centrosinistra non lesinando la parola “vergogna”:
“È una vergogna che dopo due anni ancora l’autostrada Catania-Palermo sia interrotta a Scillato. È una vergogna che dopo un anno la frana della Catania-Messina, nei pressi di Letojanni, sia ancora lì a costringere il traffico a deviare sull’altra carreggiata. È una vergogna che la Regione Siciliana non abbia saputo esercitare il necessario controllo sul Consorzio Autostrade Siciliane.
È una vergogna che il Governo Regionale non abbia saputo affrontare il tema della qualità della rete viaria statale in Sicilia con un serio confronto con l’ANAS. È una vergogna che le strade comunali e provinciali in Sicilia siano impercorribili e da Terzo Mondo.
Noi non siamo colonia, né terra da Terzo Mondo, e pretendiamo che l’Azienda Nazionale riqualifichi la rete viaria di sua competenza. Dobbiamo ridare risorse alle Province, utilizzando i fondi strutturali perché possano rimettere in sesto viabilità e infrastrutturazione civile e sociale“.
A proposito del ponte sullo stretto Nello Musumeci aggiunge un chiaro sostegno al progetto, che d’altronde era un cavallo di battaglia dei governi nazionali di centrodestra in piena era berlusconiana:
“Io credo nella realizzazione del ponte sullo stretto, ci credevo già da quando ero ragazzo, e ne ho difeso il progetto da parlamentare europeo. Certo, da solo il ponte non risolve i problemi della rete trans-europea che parte dal cuore dell’Europa e finisce a Palermo, ma se potenziamo il contesto infrastrutturale della Calabria – e quindi del Sud Italia – e quello della Sicilia, il ponte sarebbe sia un’opera di interesse universale, sia un modo per consentire la celere mobilità di merci e di persone. Il che è una delle dinamiche su cui cresce un territorio“.
In un’altra intervista, in questo caso delle “Iene sicule”, precisa ulteriormente in occasione di un incontro a a Catania un gruppo di amministratori locali:
“Un piano di investimenti per migliorare la rete delle strade provinciali è urgente e indispensabile per l’Isola. Se la disastrosa condizione delle principali assi autostradali è figlia di irresponsabilità recenti, che qualcuno ha cercato di mascherare con finte inaugurazioni le poche arterie esistenti delle Province sono fuori dalle più elementari norme di sicurezza e impediscono la sopravvivenza di interi territori”.
Giancarlo Cancelleri con un post dal titolo “Strade, infrastrutture e trasporti” espone un vero e proprio programma di governo per potenziare le infrastrutture. Il capitolo infrastrutture anche qui è ovviamente inserito nel programma generale dei 5 stelle per la Sicilia.
“Se la Sicilia dovesse realizzare solo una minima parte delle strade e delle infrastrutture di cui ha bisogno, sarebbe un gigantesco ed eterno cantiere. Secondo un recentissimo censimento del Ministero delle Infrastrutture solo le incompiute nella nostra isola sono 142, con il corredo di una valanga di finanziamenti già stanziati. Per non parlare delle strade da riattivare e riparare. Il crollo del viadotto sulla A19 di un paio di anni fa, che spaccò in due la Sicilia, è ancora nei ricordi di tutti siciliani. Stato e Regione, come succede spesso in queste occasioni, sonnecchiarono a lungo mentre i siciliani tribolavano e le imprese andavano a rotoli. La nostra “trazzera”, si ricorderà, fu un utilissimo e provvidenziale tampone al disastro; ma il privato che si sostituisce alle istituzione assenti, ovviamente, non può essere la regola.”
“Per questo occorre un piano serio e certo di interventi sul versante infrastrutture, come è contemplato nel nostro programma di governo. La legislazione siciliana pertanto deve orientarsi in direzione del completamento e potenziamento del sistema trasportistico siciliano, sia per garantire il diritto, costituzionalmente garantito, alla mobilità, sia per incentivare lo sviluppo economico e territoriale. Di fondamentale importanza è poi, per un’isola come la nostra, assicurare la continuità territoriale, ovvero la capacità di garantire un servizio di trasporto che non penalizzi i cittadini residenti in territori meno favoriti.”
Questi, in sintesi, i punti principali del programma del Movimento 5 stelle.
- Efficientamento di tutte le infrastrutture stradali, siano esse autostrade, strade provinciali o strade statali (mediante accordi specifici con Anas) attraverso il completamento delle strutture ancora sospese e l’ammodernamento di quelle esistenti.
- Risanare il Consorzio per le Autostrade Siciliane (Cas) ed evitare la fusione con Anas, cosa che comporterebbe non solo la rinuncia per il Cas a introitare i ricavi dei pedaggi autostradali, ma anche la rinuncia alla gestione degli appalti di progettazione e costruzione dei tratti le cui concessioni sono gestite attualmente dal consorzio stesso.
- Cooperazione con BEI – Banca Europea per gli investimenti – attraverso un protocollo, per l’avvio di piani di investimento infrastrutturali con partner internazionali realmente necessari al territorio della regione.
- Completamento e realizzazione di nuovi interventi di rilievo. Cito solo a titolo esemplificativo alcune opere, come la chiusura dell’anello autostradale Castelvetrano-Gela, il completamento del tratto Rosolini-Modica, lo sblocco delle procedure per l’avvio dell’autostrada Catania- Ragusa, il completamento della Palermo-Agrigento, il ripristino e la messa in sicurezza delle strade che attraversano le zone colpite da dissesto idrogeologico.
- L’avvio di interventi mirati al completamento o alla realizzazione ex-novo di tutte le infrastrutture ferroviarie necessarie per aderire alla programmazione comunitaria in materia (esempio il ripristino della linea ferroviaria Alcamo-Trapani, il raddoppio della linea ferroviaria Messina-Catania, e della linea Catenanuova Termini Imerese, la velocizzazione delle tratte ferroviarie Catania-Palermo e Palermo-Agrigento).
- La realizzazione di un sistema intermodale di trasporti. La previsione di interventi strutturali per incentivare la mobilità dolce/sostenibile. Azioni volte ad incentivare la mobilità elettrica potenziando, tra l’altro, la rete di rifornimento per i mezzi elettrici e sollecitando i comuni a dotarsi di un numero crescente di veicoli elettrici.
- Avvio di tutte le politiche volte alla tutela del principio di continuità territoriale. Riorganizzazione delle infrastrutture portuali di competenza regionale. Stipula di contratti di servizio per garantire trasporti pubblici gratuiti per i disoccupati. Avvio di azioni tese al miglioramento e al trasporto aereo (migliore accessibilità agli aeroporti, rivisitazione delle rotte delle compagnie aeree, potenziamento dell’aeroporto di Comiso).
È fondamentale inoltre, come accennato in premessa, risolvere con lo Stato le questioni relative agli appalti e gli eccessivi ribassi.
C’è tanto da fare; il 5 novembre abbiamo la possibilità di dare un nuovo volto a questa terra. Di darle il futuro che si merita. Il 5 novembre,#SceglieteilFuturo!”
Concludiamo con Claudio Fava. Il leader di Cento Passi non pare che abbia rilasciato recenti comunicati sui social a proposito del potenziamento di infrastrutture in Sicilia. Tuttavia nel suo programma (qui) promette grandi investimenti, soprattutto nel settore ferroviario nella sezione “Cento passi per la mobilità”
“Il diritto alla mobilità va garantito a tutti, cittadini siciliani e non. Garantire questo diritto significa pensare a politiche pubbliche specifiche di progettazione e investimento – attraverso risorse messe a disposizione a livello nazionale ed europeo – che si concentrino su mobilità stradale, ferroviaria e portuale. Non servono grandi opere inutili come il ponte sullo stretto. Occorre piuttosto incentivare il trasporto ferroviario (in Sicilia la velocità media dei treni è ancora di 24 km/).”
“Su 1380 chilometri di ferrovia in tutta l’isola, solo 190 hanno un doppio binario e solo 580 sono elettrificate. Senza contare interruzioni e guasti, che rendono inoperante il 20% della rete ferroviaria dell’isola. Occorre ripristinare i collegamenti notturni con la penisola, rilanciare le ferrovie regionali e puntare sull’intermodalità mare-rotaia e strada-rotaia nei porti siciliani. Serve con urgenza un piano di investimenti straordinario per la manutenzione e messa in sicurezza delle arterie stradali principali.”
Il 5 novembre prossimo uno di questi quattro candidati sarà certamente vincitore. Musumeci è chiaramente in testa nei sondaggi ma gli altri tre hanno ancora speranze di superarlo, anche perché i sondaggi in Sicilia non sempre ci azzeccano.
Ma chiunque vinca, i siciliani sono assicurati da tutti e quattro: non avranno di che lamentarsi sulle infrastrutture perché saranno certamente potenziate a un livello mai visto di efficienza, quantità, qualità, copertura. Miliardi di euro permettendo.
Caro amico siciliano, è il candidato a presidente che ti scrive. Oltre ad essere tre volte Natale e infrastrutture tutto il giorno, i ciechi potranno guidare, mentre i sordi già lo fanno. Tutti noi stiamo già aspettando il nuovo Presidente della Regione Sicilia.
Non ci resta che riascoltare la canzone del grande Lucio Dalla.