di Gabriele Bonafede
Pare che i siciliani non siano particolarmente propensi a dire ciò che pensano, soprattutto ai sondaggisti. Così, per quanto riguarda le elezioni regionali del 5 novembre, se ne sono viste di cotte e di crude. Osservando tutti i sondaggi finora realizzati (e pubblicati su Wikipedia qui) si notano grandi variazioni per tutti i candidati.
È fisiologico, visto che la data delle elezioni è lontana. E visto che il siciliano è spesso “uomo di panza”: preferisce non esprimere la propria opinione, oppure confondere le idee a chi lo intervista al fine di nascondere per chi parteggia, se e in quanto.
È comunque possibile trarne un trend sia pure “con le pinze”, proprio per l’estrema variabilità del quadro politico. Va detto anche che i sondaggi realizzati finora sono quelli precedenti alla presentazione delle liste di candidati. Liste e formazioni politiche, più o meno nuove, che peseranno non poco sulle elezioni.
I candidati che mostrano variazioni particolarmente ampie sono Micari (Centrosinistra) e Fava (Sinistra).
Micari avrebbe dichiarazioni di preferenze che vanno dal 13% al 28% e Fava dal 4% al 16%, a seconda del sondaggio e del giorno. Ambedue “pescherebbero” in un elettorato che può essere considerato “simile” per lo meno in Sicilia. Da qui, forse, le grandi variazioni.
Ma se si va nel dettaglio (tabella) si nota facilmente che le percentuali dei due candidati sono inverse a ogni rilevazione: laddove Micari va su, Fava va giù, e viceversa. Tutto ciò per un elettorato complessivo che si pone tra il 23% e il 31%: non lontano dalla storica consistenza della sinistra in Sicilia.
Il candidato 5 Stelle, Cancelleri, è accreditato per una forchetta che va dal 29% al 38% a seconda del sondaggio. Anche qui grandi variazioni, sebbene meno pronunciate di quelle per Micari e Fava. Ma che dimostrano ancora una volta che i sondaggi viaggino quasi alla cieca.
Il candidato che appare come più stabile, e quasi stabilmente in testa, è invece Musumeci del Centrodestra. Qui le variazioni sono meno pronunciate e le preferenze si pongono tra il 34% e il 40%. È l’unico candidato che monstra variazioni tra un sondaggio e l’altro comprese entro il 6% e con un peso relativo accettabile.
Forse questo è il dato più importante, perché Musumeci mostra una preferenza stabile nel proprio elettorato di centrodestra. Il che potrebbe effettivamente condurlo a vincere.
Un altro dato importante è la novità della candidatura-Micari. Il candidato del centrosinistra, una volta più conosciuto, potrebbe raccogliere maggiori preferenze. Di fatto, appare come la vera variabile da osservare e che spiega le grandi differenze nei sondaggi.
Probabilmente tutta la campagna elettorale e i risultati finali dipenderanno proprio da lui. Se saprà attrarre una parte dell’elettorato ancora indeciso potrà, se non vincere, diventare l’ago della bilancia. Va da se che la sinistra, compreso il centrosinistra, spesso minoritaria in Sicilia, è danneggiata da un “doppio” candidato. In questo, i sondaggi “alla cieca” sembrano abbastanza chiari.
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