di Gabriele Bonafede
In Italia, quando vogliamo descrivere un discorso che non ha alcun significato, diciamo che è aria fritta. In inglese si può tradurre in hot air (aria calda), con annesso fumo.
Il discorso di Theresa May a Firenze su come gestire l’impossibile ingorgo dei negoziati dovuti alla Brexit non può essere definito altrimenti che aria fritta.
La premier britannica ha semplicemente preso un poco di aria. Ha poi aggiunto alcune frasi vacue condite da insignificanti molecole di Brexit, messo in forno, e impacchettato il tutto con un bel fiocco. Infine, ha servito uno stupendo e fumoso nulla ai suoi concittadini e agli italiani. Il tutto nel giro di pochi minuti.
Insomma, un bel piatto leggero per gli italiani, tristemente abituati alla mappazza degli spaghetti…
Ma anche no. Ha poi aggiunto che il Regno Unito collaborerà con l’Unione Europea per la sicurezza, la difesa, la crisi dell’immigrazione, e altre emergenze catastrofiche. Grazie, signora May. Non poteva essere più gentile.
E, cortesemente, che ne direbbe di fermare questa superflua e catastrofica emergenza chiamata Brexit? Non ha pensato magari di fermare questo falso e inestricabile groviglio e tornare nell’Unione Europea? Forse l’Italia era il posto adatto per iniziare a pensarci.
Niente. È andata avanti per un’ora friggendo aria, forse quale omaggio alla cucina italiana. Ma anche no. In effetti, se avesse fritto patatine la cosa sarebbe stata troppo belga o troppo francese.
Dalla luna, dove è impegnata a camminare mano nella mano con il suo partito, la signora May guarda adesso all’Europa dicendo “il Regno Unito lascia l’Unione Europea ma non l’Europa”.
Oh bella! Ma questa è un’altra specialità italiana. Da noi la chiamiamo “inventare l’acqua calda”, mentre gli inglesi esprimono il concetto in reinventing the wheel (reinventare daccapo la ruota). Qualcosa che, sulla luna, oltre ad essere poco utile, è anche inusuale. Sia essa acqua calda o una ruota di legno nuova di zecca.
Ma è già un passo avanti. Per lo meno, l’acqua calda in Italia è leggermente più pertinente che l’aria fritta. E anche più elaborata. Viene dalla complessa osservazione che per riscaldare l’acqua la devi riscaldare. Da questo ne deriva che per mantenere l’acqua com’è devi evitare di riscaldarla. Forse la signora May ha scoperto l’acqua calda cuocendo un bel piatto di spaghetti a Downing Street, oppure ha avuto lumi non appena atterrata a Firenze.
Un’altra possibilità è che la ricetta dell’acqua calda le sia arrivata direttamente da Bruxelles, nella valigia di un negoziatore britannico che è ritornato a Londra a bordo di un Eurostar.
Aiutata dalla sua rara esperienza sull’acqua calda, la signora May sta forse iniziando a capire il nocciolo del problema. E il nocciolo del problema è che non puoi sostenere che il Regno Unito non sia in Europa. Che lo si voglia o meno. Che lo si stabilisca con un referendum o un decreto o meno.
Ma quello della May è solo un inizio di apprendimento culinario. E così chiede altri due anni di aria fritta – si badi bene, in una pentola di acqua calda – per arrivare al giusto punto di ebollizione.
La realtà è che due anni in più sono troppo pochi e troppo lunghi allo stesso tempo. La migliore soluzione rimane sempre la stessa: affrontare l’emergenza della Brexit fermandola. Il più presto possibile e con tutti i mezzi possibili, compreso un decreto che stabilisca che l’acqua calda è stata inventata da molto tempo.
Tutto ciò, mentre la ruota del tempo gira inesorabile.
E siccome parliamo di ruota, buona fortuna signora May!
Qui la versione in inglese dello stesso articolo.