di Gabriele Bonafede
Una implosione interna al M5S rischia di compromettere l’intera campagna elettorale dei grillini in Sicilia. Il candidato a presidente della Regione Siciliana, Giancarlo Cancelleri, era stato eletto con le “primarie” online, ma il ricorso di uno dei candidati, Mauro Giulivi è stato accolto dal Tribunale di Palermo.
Tutto da rifare? Secondo lo stesso Cancelleri non ci sarebbero i tempi tecnici. “Il movimento 5 Stelle, malgrado la sospensione dell’esito delle “regionarie” da parte del tribunale di Palermo, decide di non rifare le selezioni e di confermare il candidato governatore Giancarlo Cancelleri e le lista per l’Assemblea regionale” riporta oggi il quotidiano La Repubblica (con un rimando a un articolo che presenta la storia politica di Mauro Giulivi).
Con un post sul blog di Beppe Grillo, lo stesso Cancelleri afferma: “Siamo fuori tempo massimo”. E su Facebook, ribadisce “Alla luce del decreto del Tribunale civile di Palermo, il MoVimento 5 Stelle annuncia che esercitando un suo diritto farà ricorso per far valere le proprie ragioni. I tempi per aspettare la fine del procedimento e per rinnovare le votazioni purtroppo non ci sono più.”
Il post di Cancelleri è stato rilanciato da Luigi Di Maio, il candidato a premier per il M5S da scegliere con primarie ancora da realizzare ma già dal sapore di farsa, con un laconico “Forza Giancarlo”.
In realtà in Sicilia si sta verificando una vera e propria implosione del M5S che ha radici lontane e abbiamo raccontato qui già alcuni mesi fa. Tra “sospensioni”, lotte intestine, “ortodossia”, scontenti, e chi più ne ha più ne metta, è dallo stesso M5S che parte la querelle arrivata in tribunale.
La sentenza rischia di compromettere la campagna elettorale dei cinque stelle. Ma c’è di peggio. Candidato a presidente e liste potrebbero scomparire? Nessuno lo sa, al momento.
È comunque un duro colpo alle loro chance di vittoria nonostante la forte popolarità in una regione che in teoria dovrebbe essere un vero e proprio caposaldo. Fu in Sicilia che il M5S ebbe le prime vittorie a scala locale e poi regionale, con l’exploit delle elezioni regionali siciliane del 2012 dove conquistò il 18,2% ma dovette ugualmente accontentarsi di sedere nei banchi dell’opposizione e poi conoscere defezioni con varie motivazioni.
Ma è proprio da quelle vicende che partirebbe l’onda lunga dell’implosione di oggi.
Per la verità, c’erano state già delle avvisaglie alle recenti elezioni comunali del 2015, quando il M5S aveva avuto risultati miseri in molti comuni nei quali aveva stravinto alle regionali. Come abbiamo riportato in questo articolo, nonostante alcune vittorie in grossi comuni (Alcamo e Porto Empedocle), l’arretramento dei cinque stelle fu chiaro anche a causa dell’impossibilità a presentarsi in molti centri siciliani.
Poi c’è stata la vicenda delle firme false, a contorno di un chiaro insuccesso a Palermo nelle elezioni comunali di pochi mesi fa.
Ogni partito può darsi regole su come gestire la selezione dei propri candidati. Ma il problema del M5S in Sicilia è tutto interno. Tanto da finire in tribunale.
Come riportato da Repubblica, Mauro Giulivi sarebbe infatti un esponente molto vicino a Riccardo Nuti, sospeso appunto dal movimento. Solo per la vicenda del j’accuse alle firme false? Può darsi.
Ma è anche vero che le “gerarchie” sulla base dei voti alle prime uscite elettorali del movimento, Nuti avrebbe dovuto essere molto più in alto e molto più presto, visto che alle elezioni di Palermo del 2012, pochi mesi prima delle regionali, fu il candidato in assoluto più votato in città.
Tecnicamente, forse la candidatura di Cancelleri potrebbe ancora correre. Ma se anche fosse, rimane la tara di una evidente implosione tutta interna al M5S.
Vi piacerebbe che andasse a finire così, ma non succederà…