I tre principali candidati alle elezioni per il Presidente della Regione Siciliana hanno pesanti zavorre che influenzeranno i risultati di ognuno. Ecco quali sono…
di Gabriele Bonafede
Tra sondaggi che si contraddicono l’un l’altro, gaffes e operazioni non troppo chiare, una cosa è certa nelle imminenti elezioni regionali in Sicilia: ognuno dei tre principali candidati ha una o più zavorre elettorali.
Queste zavorre faranno probabilmente da spartiacque, ovvero decideranno della vittoria e della sconfitta. Va ricordato, innanzitutto, che l’elezione del presidente (o governatore) della Sicilia non prevede un secondo turno. Chi arriva primo, anche di un solo voto, vince.
Per questo ci sono larghe coalizioni, soprattutto nel centro-destra. E che portano diverse zavorre elettorali. Pesi sostanziosi che probabilmente contribuiranno ad allontanare l’elettorato, per lo meno quello d’opinione e più consapevole.
La zavorra più evidente è Crocetta per lo schieramento del centrosinistra. Imbarcato nel centrosinistra a sostegno di Micari con il suo Megafono – che sembra piuttosto un Citofono – per evitare di disperdere i voti su un altro candidato, Crocetta sembra concludere il proprio mandato in maniera quanto meno inopportuna. E cioè nominando fidati colonnelli in posti-chiave dell’amministrazione.
Ma Crocetta non è una zavorra solo per questi ultimi sobbalzi poco lucidi. Ha governato per cinque anni deludendo gran parte dell’elettorato che lo ha innalzato alla presidenza della regione cinque anni fa. Ed è stato facile bersaglio, per lo meno sul piano mediatico che poi è quello che conta, per gli avversari.
Al momento sembra una delle zavorre più pesanti – ce ne sono altre – per un centrosinistra che potrebbe ricevere un impatto negativo al momento del voto. Crocetta potrebbe finire per “portare” molti meno voti di quelli che farà perdere, inclusa l’astensione.
Le zavorre del centrodestra sono anch’esse potenti. Prima tra tutte la presenza di Salvini in una terra che, sebbene sia capace di dimenticare anche le cose più eclatanti, sembra mantenere la memoria sulle esternazioni razziste nei confronti dei siciliani profuse da Salvini fino a un paio di anni fa.
Cose che fanno a botte con il relativo sicilianismo presente nelle formazioni a sostegno di Musumeci. Qui, il saldo elettorale potrebbe essere persino peggiore di quello di Crocetta per il centrosinistra. Soprattutto se si vanno a vedere i pessimi risultati della lista FdI-Noi con Salvini alle recenti elezioni comunali. Senza parlare della pietosa figura di queste due formazioni a causa della vicenda legata al loro candidato a sindaco di Palermo, La Vardera.
Ma questa non è che una delle spaventose zavorre del centrodestra siciliano a sostegno di Musumeci. C’è anche la storia dello stesso candidato: due sconfitte su due nelle ultime due tornate siciliane a Presidente. E non c’è due senza tre, si dice. Va anche aggiunto che Musumeci non rappresenta certo una novità. E quando vedremo le liste dei candidati potremo scoprire ulteriori, pesanti, zavorre in ogni provincia siciliana.
Le zavorre nello schieramento dei Cinque Stelle sono pure molteplici. Schieramento? Sì, schieramento. Perché il M5S non è solo “uno e trino”, ma è una galassia di tutto e il contrario di tutto. Si tratta di uno schieramento, di una coalizione, nonostante si presenti come movimento unico, con unica lista e unico simbolo. Basti pensare che lo stesso duo Grillo-Casaleggio al comando nazionale del M5S, abbia dovuto imporre un “regolamento” per le elezioni siciliane, da far firmare ai candidati al fine di assicurare un minimo di coesione, per lo meno sulle decisioni da prendere. E non va dimenticato che il M5S in Sicilia è dilaniato da faide spaventose, come si evince dalla vicenda delle firme false e da quella del candidato che non voleva firmare il suddetto regolamento. Per non parlare delle divisioni locali di più concreta memoria, per lo meno in Sicilia.
Va considerata anche la zavorra-parente, ovvero la sorella del candidato M5S, Azzurra Cancelleri.
Ma un’altra delle pesanti zavorre per il M5S è lo stesso candidato, Giancarlo Cancelleri. Basta sentirlo parlare per rendersene conto. Crocetta, a confronto, sembra uscito da Oxford. Non solo nella dizione e nella grammatica, ma anche nei contenuti.
In copertina, marionette al Museo Pasuqalino di Palermo, particolare. Foto di Igor Petyx.
1 thought on “Le pesanti zavorre elettorali in Sicilia”