di Antonio Calandriello
Al primo vero banco di prova di questa serie B il Palermo ha una grande occasione contro il forte Empoli ma l’ha sprecata. Viene raggiunto in pieno recupero su rigore, al termine di un incontro rocambolesco nel quale prima domina, poi soffre e, quando sembrava avercela fatta, viene punito da una ingenuità.
Il 3 a 3 del Barbera dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che la serie B non sarà per nulla una passeggiata e che bisognerà soffrire ogni domenica. Perché oltre alle squadre attrezzate, come l’Empoli, ci attendono alcuni campi caldissimi dove non è semplice portare a casa i risultati.
Ieri Tedino, a mio avviso, ha iniziato con uno schieramento troppo prudente, con un centrocampista in più ed il buon Nestorovski, chiaramente in debito d’ossigeno dopo le fatiche della nazionale, lasciato solo in avanti con il solo Coronado a supporto.
Eppure la partenza veemente e i primi splendidi 20 minuti di Coronado avevano illuso un po’ tutti che sarebbe stata una passeggiata. Coronado continuava a fare magie a tutto campo, Gnahorè – una splendida conferma – continuava a distribuire e recuperare palloni. La difesa, ben registrata, con un ottimo Cionek, autore anche di un gran gol di testa e con il solito ineccepibile Struna di quest’anno, non soffriva gli attacchi empolesi.
Ci ha pensato, purtroppo, Posavec a rimettere in gioco l’Empoli. Con una incertezza in uscita che ha consentito a Simic di insaccare di testa da due passi. Che poi il ragazzo è pure sfortunato. La palla, deviata da Aleesami, era molto alta e l’uscita non semplice. Ma se fosse rimasto in porta forse avrebbe potuto coprire meglio e invece ha fatto pure un improvvido passo in avanti, combinando una bella frittata L’unica attenuante è appunto la deviazione di Aleesami a un cross che sarebbe andato da tutt’altra parte. Colpevole soprattutto Rispoli che non salta lasciando Simic libero di colpire.
L’ Empoli da quel momento ha cominciato a macinare gioco fino al meritato pareggio, su un tiro dritto per dritto da fuori area su cui il nostro portierino, invece di stare fermo e parare, si è tuffato in anticipo – stile rigore – facendosi incredibilmente infilare al centro della porta.
Eppure il Palermo era riuscito a riportarsi di nuovo in vantaggio, nel momento di maggior sofferenza, con uno splendido contropiede di Rispoli, finalizzato alla grande da Gnahorè. Ma quest’ultimo nei minuti di recupero si rendeva protagonista di una grave ingenuità, con un fallo considerato da rigore dal direttore di gara, che costava il pareggio e il risultato. Ad onor del vero, il pareggio è giusto, visto come ha giocato l’Empoli per gran tratti della partita.
La sensazione è però quella di una occasione sprecata, perché ieri tante cose non sono girate per il verso giusto. Per esempio Aleesami non ha reso come al solito: mai una discesa in avanti e spesso in affanno sul giro palla dell’Empoli e nel contrastare l’uno contro uno. Probabilmente, anche qui, ha pesato l’impegno con la nazionale, come nel caso di Nestorovski.
Rispoli si capisce che non è ancora al meglio. Dopo un paio di discese era già quasi alla frutta, a debito d’ossigeno, e ha dovuto rifiatare, con evidenti disagi difensivi sulla sua fascia. Neanche Bellusci ha brillato. Su Jajalo e Chochev, al netto dell’odio di tanti tifosi nei loro confronti, c’è poco da dire. I due calciatori hanno caratteristiche di incontristi e non di costruttori di gioco. È perfettamente inutile la sterile lamentela domenicale sul fatto che non danno qualità alla manovra. Semmai, schierarli entrambi oggi, a mio avviso, e con Gnahorè in campo, ci ha penalizzato.
Devo dire, comunque, che Jajalo non ha giocato male ed ha lottato su ogni palla, specie nel secondo tempo. Chochev invece si è visto poco. Anche loro comunque, reduci dalle rispettive nazionali, erano, evidentemente, abbastanza stanchi. Come lo stremato Nestorovski, che la palla non l’ha vista quasi mai.
Coronado, di contro, ha giocato in maniera sontuosa. È il valore aggiunto di questa squadra: il giocatore di qualità che ci mancava dai tempi di Dybala e dall’ultimo anno di Vazquez. Quello che, se acquista anche continuità, può davvero risolverci tanti problemi. Ieri il suo gol è stata un’autentica perla.
La squadra rosanero ieri avrebbe potuto vincere, ma è stata penalizzata dal ritorno di molti giocatori dalle rispettive nazionali, che ne ha condizionato il rendimento, da una giornata di caldo asfissiante, da qualche scelta troppo prudente di Tedino e, in qualche modo, dalla prestazione di Posavec.
Si vede, comunque, che il Palermo è in grado competere per un campionato di vertice. Deve solo registrare qualcosa ma, certamente, se la può giocare con tutti. Basta che non incorra troppe volte nell’inciampo della vittoria sprecata. Quell’accozzaglia di giocatori che l’anno scorso ha fatto pena in serie A oggi è una squadra per merito di Bruno Tedino.
Ricordando che in panchina quest’anno, tra polacchi e giovani di belle speranze, abbiamo rincalzi all’altezza per la categoria. Ma il mancato rinvio delle partite del Palermo in concomitanza con gli impegni delle nazionali, ha colpito ancora. Anche Palermo-Empoli, che si poteva tranquillamente giocare di lunedì, è stata falsata perché almeno cinque giocatori-chiave rosanero (Nestorovski, Trajkovski, Aleesami, Jajalo, Chochev) hanno giocato con evidente stanchezza e poca concentrazione a causa di un rientro tardivo e segnato dalla fatica in nazionale.
Sul portiere della nazionale under 21 croata, in particolare, si impone una seria riflessione. Al netto delle valutazioni tecniche, di competenza di Tedino e dell’allenatore dei portieri, il ragazzo va recuperato psicologicamente. Valutando se sia in grado di mostrare personalità così da reggere la pressione altissima che ormai si avverte ad ogni suo intervento. Di fatto ha un intero stadio prevenuto contro di lui e che inveisce ad ogni minima incertezza.
Il Palermo, peraltro, non può permettersi di aspettare un altro anno per far crescere Posavec. Deve risalire quanto prima in A e serve sicurezza tra i pali.