di Laura Nobile
Immerso nel parco dei Nebrodi, con un panorama mozzafiato che guarda alle isole Eolie, c’è un comune medievale fatto da un dedalo di viuzze, archi, sovra porte e abitazioni in pietra arenaria, arrampicato a 920 metri d’altezza.
A venti chilometri da Messina, inserito tra i “Borghi d’Italia” già dal 2002 insieme a ben altri 17 siti-gioiello siciliani, Montalbano Elicona nel 2015 ha conquistato il titolo di “Borgo dei Borghi”, il concorso promosso dalla trasmissione di RaiTre “Alle falde del Kilimangiaro”.
E oggi è diventata un luogo dove l’attrattiva delle bellezze naturalistiche e architettoniche ha fatto da catalizzatore per il mercato immobiliare, cresciuto del 30 per cento negli ultimi due anni: a investire qui sono soprattutto gli stranieri, provenienti da Danimarca, Finlandia, Germania del nord (Amburgo e Brema), Belgio, Francia e Inghilterra.
Una rocca illustre, quella di Montalbano Elicona, le cui origini risalgono al IX secolo, con la conquista bizantina, e a questo periodo risale il grande castello dove Federico II avrebbe poi installato la sua residenza estiva, e che domina l’abitato e le porte urbiche. Dall’843 si impone il dominio arabo e nella metà del XII secolo il periodo normanno, che rivede l’organizzazione del territorio con torri e fortificazioni. Ed è proprio in questo periodo che il sito viene documentato per la prima volta: “Il libro di Ruggero” del 1154 del geografo arabo Al-Idrisi a proposito di Montalbano parla di “una rocca, posta in mezzo ad alte montagne.. aspra a salirvi e a scenderne“, ma che “non ha pari per l’abbondanza del bestiame, del miele e di ogni altro prodotto agrario”. E’ l’”Al-Bana” il “luogo eccellente”, termine dal quale potrebbe derivare l’attuale denominazione dell’antico borgo.
E ancora la presa da parte di Federico II che nel 1211 concede il borgo alla moglie Costanza d’Aragona, la fortificazione del castello, la distruzione del borgo nel 1233, l’acme dello splendore dopo la pace di Caltabellotta del 1302 e con Federico III d’Aragona. La baronia nel Seicento diventa Ducato spagnolo e conosce una nuova trasformazione urbanistica e architettonica, con la ricostruzione della chiesa madre e del convento di San Domenico, e nell’Ottocento arriva la cessione ai Gesuiti fino all’Unità d’Italia.
Qui ogni angolo racconta un pezzo di questa storia: il mastodontico castello svevo-aragonese, le cui prime testimonianze risalgono al 1110 con la cupola reale a tre absidi di stile bizantino; la Matrice, ovvero la Basilica minore di Santa Maria Assunta e San Nicolò Vescovo, coeva al castello, la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria col portale romanico e la statua cinquecentesca della santa attribuita ad Antonello Gagini, affiancata dalla chiesa dal santuario Maria Santissima della Divina Provvidenza (l’ex chiesa di San Domenico il cui convento oggi ospita, in un’ala, il Palazzo Comunale.
Ma ciò che rende unico il paesaggio di Montalbano Elicona in quella che viene chiamata la “Stonehenge” di Sicilia è la presenza misteriosa dell’altopiano dell’Argimusco, ad appena sei chilometri dal paese, vicino al Bosco di Malabotta: i grandi megaliti, gli affioramenti millenari in pietra arenaria quarzosa, secondo la teoria più accreditata dello storico locale Gaetano Pantano sarebbero serviti per realizzare calendari astronomici capaci di stabilire solstizi ed equinozi.
Le forme sono le più diverse, e secondo la tesi e per la tradizione popolare, fanno pensare a un’aquila, a una figura orante, a un sacerdote dal viso allungato, e ancora un leone e un pellicano, a una torre. Ma c’è anche la vasca quadrangolare, forse per la raccolta delle acque piovane, e le altre andate a scoprirle…lì il borgo mistico si fa leggenda.
A due anni di distanza, a tracciare un bilancio della ricaduta turistica per il territorio dal riconoscimento di “Borgo dei Borghi” è il sindaco Filippo Taranto: «Il bilancio è positivo, ma per noi il titolo conquistato è sempre stato un punto di partenza. Subito dopo abbiamo creato il marchio “Montalbano Borgo Mistico”, in collaborazione con l’Accademia di Belle arti di Palermo, proprio per rimarcare le specificità del nostro territorio. Il progetto del festival tematico “Borgo Mistico Fest” va considerato il primo passo verso un modello di sviluppo culturale del territorio e la parola d’ordine è qualità. Oggi i montalbanesi sono più consapevoli delle potenzialità e attrattive di questo comune medievale ed è il momento di intensificare il lavoro sulle infrastrutture, sui collegamenti e sui servizi collegati al turismo».
E di progetti in cantiere ce n’è tanti. «Ci piacerebbe cedere una casetta al regista David Lynch, in modo che durante le sue visite in Sicilia possa trovare qui un luogo per le sue tecniche di meditazione trascendentale – continua il Sindaco – Vorremmo anche creare un “parco della meditazione” nei pressi del nostro borgo e dare la direzione al cantautore di origini milanesi Juri Camisasca, che già vive a Milo ed è amico personale e intimo collaboratore di Franco Battiato».
Per il cantautore catanese Montalbano Elicona è diventata un luogo d’ispirazione. All’Argimusco ha girato alcune scene del suo documentario “Attraversando il Bardo”, che ha poi presentato pure a Montalbano Elicona, e qui ha instaurato un ottimo rapporto con i luoghi.
Nel libro dei sogni dell’amministrazione c’è anche l’idea di fondare a Palazzo Todaro un’Università della Pace, in collaborazione con l’Ateneo di Messina, il consorzio universitario Federico II e l’Unesco. «L’obiettivo finale è puntare sul turismo di qualità, in una Montalbano crocevia di idee e luogo di confronto – sottolinea ancora Taranto – ma anche di riscoperta delle tradizioni, della sua storia e delle eccellenze gastronomiche».