di Gabriele Bonafede
Non tutti sanno che l’origine della parola Ucraina deriva da “limite”, “presso”, “periferia”, “bordo”. E oggi più che mai l’Ucraina è il bordo tangibile nell’Europa dell’integrazione e del dialogo, in contrasto a chiusure e incomprensioni.
Succede che c’è l’opportunità di vedere un film ambientato in Ucraina grazie alla rassegna “ESCO (allo scoperto)” in un altro bordo d’Europa: Palermo in Sicilia. È il film Easy – un viaggio facile facile, opera prima in lungometraggio del regista Andrea Magnani. Prima ancora di andare a vederlo, ti accorgi che si propone con una lettura che attrae fin dal trailer, fin dalle indicazioni di genere e luogo, di spazio e linguaggio, di percorso e scoperta.
Tuttavia, pensi ancora all’Ucraina descritta in Italia, e ti aspetti un film sull’orrore della guerra del Donbass, magari con notizie non necessariamente credibili.
Invece no. Si tratta di una delle prime collaborazioni e coproduzioni cinematografiche Italia-Ucraina e, per giunta, realizzato con una serie di “quid” che alimentano l’acquolina per un cinema vero: che ti conduca ad avventure aperte a un’introspezione fuori dagli schemi.
Innanzitutto è una commedia, sia pure con un tocco placido di humor nero e tempi adeguati a pensare tra una risata e l’altra. Ed è una commedia on the road e Indie, come dicono gli esperti. Dunque, un appuntamento succulento e da non perdere alla “prima regionale” in Sicilia, avvenuta ieri sera in ESCO, kermesse cinematografica godibile in questi giorni nella straordinaria cornice di Santa Maria dello Spasimo a Palermo.
Con il cielo stellato a fare da “tetto aperto” per un viaggio altrettanto stellato verso i luoghi incontaminati dei Carpazi rurali, il film rapisce ancora di più. In Easy c’è l’Ucraina problematica terra di limite, sì. Ma c’è soprattutto l’Ucraina di semplice e antica accoglienza: zolla incontaminata sotto le stesse stelle che ammiriamo in Sicilia.
Quando Isidoro detto Easy, impersonato con maestria da Nicola Nocella, entra in Ucraina è accolto dal consueto “Welcome to Ukraine”. Ma ancora non sa cosa voglia realmente dire per la rinascita della sua psiche più segreta, fino a quel momento massacrata dalla provinciale disonestà della sua famiglia italiana, e segnata dalla nociva ricerca del futile traguardo personale. Al momento, deve “solo” portare in Ucraina la bara che contiene un operaio morto in Italia nel cantiere illegale del fratello.
Qui inizia la storia di un’accoglienza fatta di poche parole e condita dalla tranquilla straordinarietà della più profonda Ucraina. Qui, Easy trova la semplicità sprigionata dal cuore nascosto dell’Ucraina carpatica e dal suo mondo tanto catartico quanto sommessamente complesso: la solidarietà.
Isidoro finisce per prendere sul serio la propria ricerca, il proprio rapporto con l’Ucraina, con il “bordo”, e con l’anima morta, ma per lui viva, che contiene la bara e se stesso.
Isidoro-Easy viaggia, senza saperlo, con il suo “calesse volante”. Verso l’atmosfera onirica e concreta delle capanne dipinte jadis da Chagall. E, qui, fa ciò che è stato suggerito da Einstein all’umanità: accettare il proprio limite e nell’accettarlo capire che il limite esiste per essere superato in maniera imprevedibile.
Il protagonista non poteva trovare ambiente più adatto per questo obiettivo, adesso benefico. Si aprono immensi spazi esteriori, quelli della campagna ucraina. Popolati da anime vive al cospetto delle anime morte lasciate in Italia. E gli spazi esteriori rimandano a quelli interiori, rapendo la propria anima morta per riportarla in vita.
Persino aprendo un arrugginito capannone. E, laggiù, cercare un ambiente tanto ampio quanto protettivo nonostante l’ignoto. Che si trasforma, inedito, in insospettabili colori, laddove il grigio era sepolto in cantina. Riaprendo la porta all’esterno, Easy potrà ricominciare a vivere lasciando la falsa sconfitta alle spalle?
La narrazione fluisce così in maniera strabordante, accompagnata dalle intuizioni della commedia italiana di un tempo. Cucendo un rapporto tra tempo e spazio, tra qui e laggiù, che cancella del tutto l’ignoranza su una terra e un popolo, in realtà così vicini a questa Italia troppe volte affidatasi al provincialismo del “sentito dire”, o “letto per caso”.
L’orrore dell’intima depressione provinciale si libera dunque in volo, planando su un fiume che non è più bordo, non è più frontiera, ma diventa intima condivisione.
Il film Easy, oltre a rilevare i gioielli nascosti dell’Ucraina più semplice e per questo più ricca, forse raccoglie per la prima volta il testimone di un imprevedibile dialogo tra culture apparentemente lontane. Ma in realtà vicine soltanto una generazione: raggiungibili tra loro con il pacato incedere di un carretto su strade dissestate, ma non per questo incompiute.
Easy – Un viaggio facile facile Regia di Andrea Magnani. Con Nicola Nocella, Libero de Rienzo, Barbara Bouchet, Ostap Stupka, Veronika Shostak. Genere Commedia – Italia, Ucraina, 2016, durata 91 minuti. Produzione: Bartlebyfilm, Pilgrim Film, Fresh Production. Uscita giovedì 31 agosto 2017 distribuito da Tucker Film.
Trailer: