di Pasquale Hamel
Non so cosa esattamente è avvenuto a Licata e quindi non mi pronuncio sulla mozione che ha portato alla sfiducia del sindaco Cambiano. L’unica cosa che mi piace rilevare, in questa vicenda, è che la decantata e meritoria azione diretta al ripristino della legalità, cioè l’abbattimento degli edifici abusivi, dipendeva poco dal sindaco visto che, nel caso in specie, non aveva altra scelta pena l’imputazione del reato di omissioni d’atti d’ufficio.
Ma, proprio questa non bella vicenda ci da occasione di parlare di un tema caldo, un problema antico e, tuttavia, sempre attuale, soprattutto nella nostra Regione, che è quello va sotto il nome di abusivismo edilizio. Una piaga, visto che da anni il nostro territorio è sottoposto all’azione devastante di un’edificazione selvaggia, che ha aggredito soprattutto le nostre belle coste, refrattaria ad ogni forma di regolamentazione e, sicuramente, pascolo fertile per la criminalità organizzata che ha prodotto danni difficilmente riparabili.
Una piaga che avrebbe dovuto essere curata con un atteggiamento severo e che, invece, ha trovato risposte deboli e, perfino, complici da parte delle istituzioni preposte al governo e alla tutela del territorio. Vero è infatti che alla necessità di repressione è stata sostituita una legislazione compiacente che ha, perfino, giocato a bizantineggiare sul significato stesso delle violazioni, inventandosi significati giustificatori come quello capzioso di “abusivismo di necessità”.
Questo ha dato la stura ad una legislazione che ha proliferato in provvedimenti di condono o sanatorie edilizie, più volte ripetute nei decenni passati, col risultato, davvero poco edificante, che il cittadino è stato indotto a credere che violare la legge non fosse poi un problema così grave.
Responsabilità forte ha, in questo senso, l’Autonomia regionale siciliana, cui è attribuita competenza esclusiva in tema di urbanistica e lavori pubblici (art. 14 dello Statuto). Possiamo ben dire che essa questo su questo tema, ma non è il solo, si è manifestata come avanguardia negativa.
La Regione siciliana ha, infatti, utilizzato la sua competenza per produrre una legislazione, fatta di condoni e sanatorie a ripetizione, che non solo ha legittimato ma ha, anche in fin dei conti, favorito l’abusivismo edilizio.
E questo bisognerebbe ricordarlo allo sparuto gruppo di sicilianisti che molto spesso protestano contro lo scippo delle competenze statutarie.
L’abusivismo sembra inarrestabile e richiama una forte responsabilità da parte delle istituzioni e delle forze politiche che concorrono al governo della Sicilia. Sarebbe grave che, come purtroppo troppo spesso è avvenuto nel passato, si ripetessero i soliti ammiccamenti e le blandizie nei confronti degli elettori nella speranza di assicurarsi una miserabile manciata di voti.
Sarebbe invece il caso di tutelare una vera necessità: la legalità sul territorio.
In copertina: opera pubblica non finita a Siculiana in Scilia. Foto di Gabriele Bonafede.