di Laura Nobile
Lo ius soli e la gente delle borgate, dell’Albergheria, della Guadagna e di Bonagia sono al centro della nuova edizione de “Il Trionfo di Rosalia” di Salvo Licata, riadattato dalla figlia Costanza e da Salvo Piparo.
Uno spettacolo storico già nelle sue riprese, visto che l’attore palermitano e la figlia del giornalista-scrittore l’hanno portato in scena negli ultimi otto anni, in piazza Pretoria e piazza Bologni, in piazza a Mondello alla Biblioteca di Casa Professa, in piazza Monte di Pietà e al santuario di Santa Rosalia di monte Pellegrino.
Oggi e domani alle 21 torna in scena a villa Filippina (piazza San Francesco Di Paola, 18) per il primo appuntamento della stagione estiva del teatro Biondo. Un omaggio alla patrona di Palermo, e alla devozione popolare, con una dedica nuova ogni volta e un pensiero rivolto costantemente a chi è in difficoltà.
Nel canovaccio di Salvo Licata, che ha origine da un canto settecentesco, si racconta la grazia che Rosalia Sinibaldi, nipote di Re Ruggero farà a Palermo dopo che la città era stata appestata nel 1624. Ma Licata affida l’immagine della Santa patrona a quella di una donna di strada, Rosalia, una prostituta che sogna e canta (interpretata da Costanza Licata) di cambiare vita.
«Il nostro riadattamento del testo descrive la peste moderna: il razzismo che si traduce in opposizione all’accoglienza. Ci sarà così un approfondimento sullo “ius soli”- dice Salvo Piparo – che nella legge attuale in Italia non ha ancora, secondo noi, un respiro di accoglienza sano e costruttivo. La legge dovrebbe essere ulteriormente “addolcita” perché abbiamo il dovere di accogliere».
«Ecco perché – continua Salvo Piparo – nel segno di una messinscena che sempre più vuole avvicinarsi al “teatro sociale”, abbiamo coinvolto diversi ragazzi dei quartieri, immigrati accolti dalle case famiglia, la comunità di sanità mentale. In scena saremo una cinquantina tra trionfisti e poi attori figuranti, musicisti. E in prima linea ci saranno i cittadini dell’Albergheria, della Guadagna e di Bonagia, insieme ai ragazzi delle case di accoglienza arrivati in Sicilia con gli sbarchi più recenti, la Comunità terapeutica assistita che fa capo all’Asp 6 e l’associazione “Pensiamo in positivo Palermo”».
Il cunto si concluderà con la tradizionale “masculiata” e con un corale” Abballu di li Virgini”. Le musiche sono di Irene Maria Salerno al pianoforte, Davide Velardi e Francesco Cusumano alla chitarra, le coreografie di Virginia Mancuso.
Foto in copertina e nel testo di Salvo Damiano