Le Orestiadi di Gibellina arrivano alla XXXVI edizione con un intenso e corposo programma che le mette al centro di un prezioso percorso mediterraneo. Il direttore Claudio Collovà: “adatto a un pubblico molto trasversale, e che quest’anno conta sulla presenza di una generazione giovane di spettatori”
di Gabriele Bonafede
Può esistere il cuore di una città nuova? Può esserci una vita “nell’aldilà” degli insediamenti umani? Con cuore e sangue che esistono tuttavia? Una vita nell’aldilà di città o paesi che erano crollati a causa del terremoto? Se vai sul Cretto di Burri a Gibellina vecchia si direbbe di no. Lì il vento soffia, e ricorda le anime morte: magnifica, potente e gigantesca scultura che segna un percorso a tragedia. E anche se vedi Gibellina Nuova, che può sembrare un trapianto con qualche rigetto.
Ma se invece di vedere Gibellina Nuova ci vai, ne vivi l’esperienza artistica, ne accetti il nuovo cuore che tuttavia pulsa in un percorso tanto contradditorio quanto epico, allora diresti di sì.
Il cuore di Gibellina Nuova è all’ombra di una grande stella. È lì, a pochi passi: al Baglio Di Stefano. Dove ogni estate c’è il Festival delle Orestiadi. Quel baglio restaurato, fertilizzato da una montagna di sale trapuntata da cavalli protesi verso un sole gattopardesco, è cuore che pulsa di un’aritmia felice: segnata dai salti e i sobbalzi di teatro, musica e danza.
“Gli spazi del Baglio di Stefano ospitano annualmente le Orestiadi di Gibellina, rassegna internazionale di teatro, musica, arti visive, con spettacoli, concerti e mostre che negli anni hanno visto la presenza di artisti, attori, registi. Per ricordarne alcuni: Bob Wilson, Peter Stein, Thierry Salmon, Emir Kusturica, Eimuntas Nekrosius, Philip Glass, Goran Bregovic.”
Così, il sito delle Orestiadi presenta il baglio, ma le Orestiadi sono molto di più.
“Venticinque secoli fa, Eschilo scrisse il tragico destino di Oreste, quell’uomo che nel cancellare la vita dei progenitori, rifiutò il dispotismo teocratico negatore della ragione e della libertà dell’uomo, affermando, per la prima volta nella storia, lo stato di diritto e un nuovo ordine di democrazia.”
E qui, ci si avvicina di più al concetto, o per lo meno al plasma irradiato da quel cuore. L’Ade della città, o il paradiso, o la ricerca terrestre? Di per se, il luogo, l’ambiente, il clima, fanno delle Orestiadi un percorso d’affermazione che unisce la terra al mito, religioso, ateo o pagano che sia.
“E proprio venticinque secoli dopo, all’indomani di un terremoto che ha cancellato 14 città nella Valle del Belìce, si riproponeva nuovamente in Sicilia il tema del riscatto da miserie, antiche e nuove, e da una sorte di emarginazione e violenza.” Si legge…
“… E all’idea di utilizzare l’arte come riscatto sociale – precisa Claudio Collovà che dirige il Festival per il nono anno consecutivo – lo Stato dava allora i biglietti per emigrare in Germania. Ma la città nuova è stata collegata all’autostrada, simbolicamente e concretamente collegata al mondo. Gibellina ha scelto una strada legata all’arte. Ludovico Corrao l’ha “fatta” realmente, la cultura, perché l’ha sviluppata con una popolazione sconfitta che però si è piano piano risvegliata all’arte.”
Il Baglio Di Stefano e Gibellina, dunque. Con quei Cavalli impazziti, residenti furiosi al galoppo su una montagna bianca. Che sfiorano il baglio compunto, pavimentato a mostra sull’onda giallastra del Kaos, tanto reale quanto letterario e cinematografico. “Amo quel luogo – continua Collovà – e amo che sia nato da un’idea centrale: l’arte con la collaborazione di migliaia di artisti… Sì, migliaia. Io da solo ho invitato circa 300 artisti se consideriamo attori, registi, scenografi, musicisti, danzatrici e danzatori, collaboratori…”
Torniamo a come le Orestiadi si auto-presentano al pubblico, anno per anno: “Per celebrare la rifondazione della città e segnare l’alba di un destino tutto da riscrivere, sulle rovine della distrutta Gibellina, novella Troia e immaginario Palazzo degli Atridi, Ludovico Corrao riproponeva la recita dell’Orestea nel ‘siciliano poetico’ ideato da Emilio Isgrò: un vigoroso messaggio di rinascita culturale per tutti i popoli minacciati dai sismi della storia e dai non meno potenti terremoti di civiltà operati dalla guerra.”
E allora, l’aldilà esiste anche per la città, non necessariamente nell’altrove o nell’Ade, ma anche nel paradisiaco mondo della rappresentazione, del mondo.
“L’Orestea segna l’inizio di una profonda germinazione di incontri culturali tra artisti, architetti, musicisti, poeti, contadini, artigiani, operai, donne e giovani che insieme rifondano la città e riscoprono l’eternità di Arte e Bellezza: alla riscoperta delle radici della loro identità e della loro storia per approdare finalmente al genius loci nella nuova terra promessa, edificata dopo quattordici anni di esilio.”
L’edizione XXXVI delle Orestiadi di Gibellina inizia quindi il 15 luglio per concludersi il 12 agosto 2017: un mese intero di programmazione dedicato, come di consueto, al teatro, alla musica e alla danza contemporanea. Un’integrazione di arti diverse e unitarie, dunque.
Con una programmazione “adatta a un pubblico molto trasversale, e che quest’anno conta sulla presenza di una generazione giovane di spettatori.”
“In tutto, sono diciannove spettacoli, con ben quattro prime nazionali, che rispettano la nostra osservazione sul contemporaneo e sulla contaminazione dei linguaggi espressivi. In questa edizione il teatro e la musica esprimono un forte sodalizio, e le Orestiadi XXXVI vivono di una forte ricerca autoriale con progetti specifici degli artisti che raccontano di un campo di indagine non affrettato e necessario. Le Orestiadi in questo fronte resistono e segnano un confine per noi invalicabile ma che trova sempre nuova vitalità grazie alla partecipazione di artisti e di ensemble storici, molto conosciute e apprezzate all’estero oltre che in Italia, insieme a compagnie giovani cui diamo, come sempre e ben volentieri, la possibilità di presentare i loro lavori in un festival prestigioso.” Conferma Claudio Collovà nella presentazione di quest’anno. “È un cartellone tra i più belli degli ultimi anni.”
Il Festival è stato precedentemente diretto da Franco Quadri, Roberto Andò, Gianfranco Capitta, Franco Scaldati e, da nove anni, da Claudio Collovà: “è un luogo speciale, si produce molto, continua questa tradizione di scoperta, di ricerca, di fondazione di linguaggio. Ludovico Corrao ha fondato anche questo, ha creato lui la città nuova facendo un appello, rivolgendosi ad artisti da tutte le part del mondo. Quest’anno anche Romeo e Giulietta, nel recupero di questo e altri spettacoli storici. Anche spettacoli di 30 anni fa, con il rilancio di “antichi” spettacoli delle compagnie, riletti con l’esperienza di oggi. Riproposto, con un proficuo dialogo tra artisti di generazioni diverse. Gli spettacoli, va detto, sono abbastanza rari e permettono al Festival d’essere unico”.
Unico in una Sicilia unica, e persino una e trina, si potrebbe dire: teatro, musica e danza, così come ambiente, storia e arte. Con un programma (http://www.fondazioneorestiadi.it/festival/) che, in particolare quest’anno, appare molto denso e d’invitante qualità.
Sabato 15 luglio, ore 21.15
Histoire du soldat
Peppe Servillo e Pathos Ensemble Napoli
Domenica 16 luglio, ore 21.15
La Tragedia di Macbeth
Compagnia Marionettistica Fratelli Napoli – Catania
Martedì 18 luglio, ore 21.15
Visioni
Officina Teatro LMC Trapani
Mercoledì 19 luglio, ore 21.15
Centomila, uno, nessuno
Teatro della Città / Giuseppe Pambieri – Catania
Venerdì 21 luglio, ore 21.15
Trattato di economia
Roberto Castello / Aldes – Lucca
Sabato 22 luglio, ore 21.15
Not Here Not Now
Andrea Cosentino – Roma
Domenica 23 luglio, ore 21.15
Archibugi plays Led Zeppelin
Curva Minore – Palermo
Mercoledì 26 luglio, ore 21.15
Adagio Nureyev, prima nazionale
Piccola Compagnia della Magnolia – Torino
Giovedì 27 luglio, ore 21.15
1983 Butterfly
Piccola Compagnia della Magnolia – Torino
Venerdì 28 luglio, ore 21.15
Binnu Blues
Vincenzo Pirrotta – Palermo
Sabato 29 luglio, ore 21.15
U fujutu su nesci chi fa?
Cesare Basile – Catania
Domenica 30 luglio, ore 21.15
Una musica reale
Curva Minore – Palermo
Domenica 30 luglio, ore 22.30
Concerto Piazza 15 gennaio 1968
Orchestra Sinfonica Siciliana – Palermo
Mercoledì 2 agosto, ore 21.15
Sara, prima nazionale
Ersilia Lombardo – Palermo
Sabato 5 agosto, ore 21.15
Maledetti, prima nazionale
Teatro del sottosuolo – Carbonia
Domenica 6 agosto, ore 21.15
Un mondo raro
Fabrizio Cammarata e Antonio Di Martino – Palermo
Martedì 8 agosto, ore 21.15
Lingua di cane
Compagnia dell’Arpa – Enna
Giovedì 10 agosto, ore 21.15
Romeo e Giulietta 1.1.
Compagnia Zappalà Danza – Catania
Venerdì 11 agosto, ore 21.15
10 Miniballetti
Collettivo Cinetico – Ferrara
Sabato 12 agosto, ore 21.15
Endo
Nuclearte – Palermo
EVENTI COLLATERALI
coordinamento Enzo Fiammetta
24 giugno/15 settembre
NO BORDERS
a cura di Francesca Corrao e Enzo Fiammetta
15 luglio/15 ottobre
MIMMO PALADINO A GIBELLINA
Vernissage 15 luglio, ore 19:00
16 luglio/15 ottobre
A29 Palermo Gibellina
Vernissage 16 luglio, ore 19:30
22 luglio, ore 19:00
Presentazione del libro
“Filippo La Vaccara, opere 1996-2016”
a cura di Mercedes Auteri
29 luglio, ore 18:30
NUDDU
Documentario 33′, 2017
29 luglio, ore 19:30
Presentazione della nuova edizione del libro
“IL SOGNO MEDITERRANEO”
Intervista di Baldo Carollo
Ernesto Di Lorenzo editore
19 e 26 luglio / 2, 8 e 12 agosto, ore 19:00
ORESTIADI trentacinque
Documentario 34′, 2016