di Gabriele Bonafede
Il commissario Montalbano avrebbe accettato di correre quale candidato a Presidente della Regione Sicilia per le prossime elezioni di novembre 2017. D’altronde, ha ricevuto un’offerta che non poteva rifiutare.
Infatti, pare che tutti i partiti e le coalizioni, passate, presenti e future, abbiano serissime difficoltà a trovare candidati per la prestigiosa poltrona di comando a Palazzo d’Orleans. Siano esse formazioni di centrosinistra, di centrodestra, di estreme sinistre o destre, 5 stelle, apartitiche, proto-partitiche e anti-politiche. Nessuno, ma proprio nessuno, sembra sia intenzionato ad accettare la sfida. E così, pare, l’eroe siciliano contemporaneo per eccellenza sembra si voglia immolare per la causa della Sicilia.
Proprio oggi, Pietro Grasso avrebbe detto no all’ipotesi di una sua candidatura nel centrosinistra allargato a destra, in alto, in basso e a mano mancina. Non candidabile Orlando appena eletto sindaco di Palermo, ed escluso Bianco per veti incrociati, anche Crocetta sembrerebbe curiosamente in difficoltà a ripresentarsi.
Ma anche dalle parti dei 5 stelle le cose non sembrano facili. Pif? Dopo le cose riguardanti un altro candidato “iena” a Palermo forse ci sarebbe qualche perplessità. Di Matteo andrebbe alla grande, ma accetterà? Chissà. Nel centrodestra non c’è nemmeno una proposta comune, o per lo meno di cartello. Berlusconi? Ancora giovane, ma non esattamente siciliano, si dice.
E poi, se si presenta il commissario Montalbano, chi osa sfidarlo? Nessuno. Perché il commissario Montalbano ha tutte le carte in regola per mettere d’accordo tutti i siciliani, che di solito non lesinano la zuffa e il contraddittorio. Metterebbe d’accordo persino tutti gli italiani, e anche tutti gli europei, se non tutta l’umanità. Si parla già di un “Macron siciliano”, ma moltiplicato all’ennesima potenza in quanto a forza elettorale.
Alla notizia, che circola solamente nei corridoi letterari dell’Isola, c’è qualcuno che obietta. Il commissario Montalbano, si dice, è solo un personaggio letterario e quindi inesistente. Questo sarebbe un grande handicap. Ma in realtà è anche un grande vantaggio. “Pensate a eventuali proteste, ricorsi, querele, azioni politiche contro il nuovo Presidente della Regione Montalbano – sostiene Pereira – essendo solo virtuale e di fatto inesistente come me, non approderebbero a nulla, e così la governabilità sarebbe assicurata, saltando a piè pari tutte le occasioni di zuffa, inconcludenza e litigiosità tipiche dei siciliani. Ne so qualcosa io in Portogallo.”
“Abbiamo già festeggiato e brindato alla candidatura”, sostiene Pereira. “Lui ha mangiato pasta ‘ncasciata e indigesti arancini catanesi e io una salutare frittata annaffiata da abbondante limonata. Abbiamo invitato anche Hadrien, che però ha voluto esclusivamente del pesce arrostito all’aperto e condito solamente con granelli di sabbia”. Sostiene sempre Pereira.
Pare che Woland abbia pure organizzato un nuovo sabba, stavolta dalle parti di Palermo e non di Mosca. Con tutti i residenti del Girone dei Golosi quali invitati, in onore al commissario.
D’altronde, lo stesso Woland ci ha fornito indiscrezioni clamorose: sarebbe già pronta la squadra di assessori al governo della Sicilia dal 2017 al 2022. Naturalmente Mimì Augello andrebbe all’Assessorato alla Famiglia, Pasquano alla Sanità, e Giuseppe Fazio a un assessorato nuovo di zecca: la Statistica. Sebbene ci sia stato un tira e molla a base di cassatine e sfinci di San Giuseppe, Pasquano avrebbe poi accettato di buon grado, annuendo durante il dessert.
Agatino Catarella si occuperebbe di Poste e Telecomunicazioni, mentre Ingrid Sjöström del Tursimo. Un nuovo assessorato sarebbe creato per l’Immigrazione, con a capo Galluzzo. Giusto per raccogliere i voti della destra? Pare di no, ma non ci si può scommettere.
Montalbano avrebbe però rifiutato la proposta di qualche politico nel mettere a capo della Gesap (l’azienda aeroportuale di Palermo) Livia Burlando. “Perché sarebbe un favoritismo al limite del nepotismo, si dice. E non esattamente nello stile dell’integerrimo commissario”, assicura un collega del commissario dal curioso cognome francese o belga.
Nondimeno, Bonetti-Alderighi andrebbe all’agricoltura. Ma, pare, sol perché l’agricoltura in Sicilia è un posto dove anche chi non ne capisce un tubo può gestirla con grandi risultati. Se rifiutasse, ci sarebbe sempre Tommaseo, che pure voleva un posto anche lui all’Assessorato alla Famiglia, o per lo meno al Turismo, ma che gli sarebbe stato inopinatamente negato.
In quanto a Don Balduccio Sinagra, si sarebbe voluto imporre a sovercheria e mafia, quale assessore all’Industria e Attività Produttive. Ma il commissario Montalbano ha rifiutato fermamente, preferendogli il grigio ma pur sempre efficiente Jacomuzzi.
Alla Cultura andrebbe il fidato giornalista Nicolò Zito, anche per le sue qualità di comunicazione. “Per gli altri assessorati – assicura focosamente Woland sostenuto da un sulfureo miagolare di Behemot – non è stata ancora sciolta la riserva vista la grande quantità di possibili figure tutte di massimo rispetto letterario e golosità.”
Molti politici avrebbero storto il naso all’annuncio, per carità ancora informale, della candidatura accettata dal commissario Montalbano. Ma quasi tutti, se non tutti, sembrano pronti ad accodarsi per questa proposta proiettata verso un successo certo alle prossime elezioni regionali in Sicilia, previste per i primi di novembre.
Il commissario Montalbano si è categoricamente rifiutato di rilasciare dichiarazioni. Tranne un appello: “Siciliani, ettàti a mare sti telefonini e cercate di essere meno virtuali e più concreti”. Detto da lui, è un’esortazione che in molti non mancheranno di seguire.
I partiti, specialmente il PD, invece di inventarsi un patetico “PIANO B” cerchino di salvaguardarsi “IL LATO B” convergendo su un candidato che non esca dai loro logorati quadri ma dalla società civile.Un nome per tutti: Roberto Lagalla!