Con la Brexit è in evidenza l’isolamento e il caos politico nella Gran Bretagna. Per i britannici la soluzione c’è: tornare in Europa e rischiarare il cielo di Londra
di Gabriele Bonafede
A circa un anno dallo sciagurato voto sulla Brexit avvelenato dalla propaganda fake di un tomo come Nigel Farage (ancora oggi pagato con le nostre tasse quale parlamentare a Bruxelles), la Gran Bretagna sprofonda nel caos creato da un premier presuntuoso incapace di capire la realtà.
Theresa May aveva chiamato alle elezioni anticipate nella presunzione di vincerle, senza capire che, ovviamente, le avrebbe perse. Persino contro i laburisti di Corbyn, leader che non nasconde la sua preferenza per una Brexit “dura”.
La Gran Bretagna si accartoccia su se stessa e sprofonda dunque nel caos e nell’equivoco. Non c’è più una maggioranza e la soluzione che si prospetta, per lo meno nel medio termine, è una nuova tornata elettorale sul modello greco. La May, continua nella sua ipocrita presunzione di non volersi dimettere, e possibilmente lasciare la politica a giammai, nonostante l’evidenza. Avrebbe, all’indomani di una cocente sconfitta, di una vera e propria zappa sui piedi, siglato un accordo con gli Unionisti dell’Irlanda del Nord, il DUP. Un partito, il DUP che non raggiunge nemmeno l’1% dei voti e ottiene ben 10 seggi per l’assurda e anacronistica legge elettorale britannica.
In realtà la maggioranza dei britannici ha votato contro il governo attuale. L’Ukip è stato affossato dagli elettori, più che crollato: praticamente scomparso a un anno dalla vittoria incredibile con la Brexit. Dal 13% delle ultime elezioni è ridotto a meno del 2% senza alcun rappresentante in Parlamento. Una rotta e una punizione elettorale ben meritata.
Incredibile, a causa della legge elettorale, che i Liberali raccolgano solo 12 parlamentari con più del 7% dei voti: solo due in più del DUP che ha meno dell’1%. Non ha alcun senso dal punto di vista della democrazia e di un Paese, o un regno, unito. Che oggi, tutto è tranne che unito, a causa delle menzogne e della zizzania sparse dall’Ukip.
Ma non è tutto. Il Partito Laburista, nonostante abbia fatto un balzo in avanti del 10%, arrivando a circa il 40% dei voti, è in realtà spaccato proprio sull’equivoco assurdo della Brexit. Una vera rovina, una iattura, la Brexit, che andrebbe invece cancellata con un referendum che riporti la Gran Bretagna nell’Unione Europea su un piano di cooperazione anziché di conflittualità.
Non a caso, la posizione della Gran Bretagna e della May nei negoziati della Brexit è particolarmente debole. Ma non c’è da rallegrarsene perché la Brexit è una cosa che porta alti costi sia alla Gran Bretagna che all’Unione Europea.
La Gran Bretagna ha bisogno invece di una nuova legge elettorale, di una profonda riforma costituzionale e soprattutto di cancellare la follia della Brexit. Solo così riuscirà a uscire dall’impasse che ha già creato spaventose divisioni e una crisi politica britannica di proporzioni gigantesche.
Le foto di questo articolo, in copertina e nel testo, sono di Gabriele Bonafede. Tutti i diritti riservati.
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