di Gabriele Bonafede
Si avvicina il giorno delle elezioni a sindaco di Palermo e siamo chiamati al voto. Alcuni media definiscono Orlando il candidato del centrosinistra e Ferrandelli il candidato di centrodestra. Ma è una schematizzazione sbagliata sulla quale sarebbe bene fare un poco di chiarezza, per quanto possibile, vista la confusione ormai sotto gli occhi di tutti.
Orlando, sindaco uscente, in Italia (meno a Palermo) viene individuato, erroneamente, come il sindaco candidato del centrosinistra. In realtà rappresenta principalmente se stesso, o meglio la continuazione di una politica di un’amministrazione riferita alla sua azione da leader indiscusso o quasi di Palermo.
I “partiti” che lo sostengono, quasi nessuno con il proprio simbolo, non possono ritenersi di centro-sinistra in molti, se non quasi tutti i casi. Nelle molte liste civiche che lo sostengono, in particolare, ci sono candidati che non hanno né una storia né una rappresentanza o una “cultura politica” di centrosinistra, tutt’altro. L’unica lista che si potrebbe definire “di partito” (Sinistra Comune), semmai è di estrema sinistra, o piuttosto di “radical-chic”. Magari nell’accezione francese “bo-bo”, sempre che ci sia qualcuno che veramente parli il francese fluentemente in una città che, nonostante il XXI secolo globalizzato, è sempre provinciale e isolana nello spirito e nei modi.
Tutto ciò può essere considerato un pregio o un difetto a seconda di come la si pensa. Un’altra lista a sostegno di Orlando da parte di partiti a diffusione nazionale, è quella formata da esponenti del Pd e dell’Ncd… Ncd: Nuovo Centro Destra, sia pure “convertito” in Alternativa Popolare nel nome, ma non nelle persone. Sapendo che c’è “Sinistra Comune” e anche la filiazione del “Nuovo Centro Destra” a sostegno di Orlando, dire che è il candidato di centrosinistra appare una cosa palesemente errata.
Ferrandelli, considerato il principale sfidante, non era nemmeno nato quando Orlando fu eletto per la prima volta al consiglio comunale di Palermo. Fa parte di una generazione che ha vissuto sulle sue spalle il berlusconismo in Italia e l’“orlandismo” (furioso o meno) a Palermo: vere anticamere della fine di centrosinistra e centrodestra insieme.
Il suo principale difetto è considerato, ovviamente non dai diretti interessati, quello di avere imbarcato nelle sue liste Forza Italia e i cosiddetti “cuffariani”, così come il Cantiere Popolare di Saverio Romano.
È dunque considerato, anche qui erroneamente, quale candidato del centrodestra. In realtà la sola lista (di un partito a scala realmente nazionale) di centro-destra a sostegno di Ferrandelli è Forza Italia. E, pare, per volere strenuo di Miccichè, ancorato ai ricordi del successo storico a “cappotto” in Sicilia.
La principale lista civica di sostegno di Ferrandelli (I Coraggiosi, creata da tempo in città) sembra molto più vicina al centrosinistra che al centrodestra, con candidati che hanno una storia anche nel Pd e nella sinistra. D’altronde il Pd non ha presentato un proprio simbolo a queste elezioni e il sostegno al principale avversario di Ferrandelli, Orlando, è sostanziato da una lista che unisce candidati del Pd e dell’Ncd/Alternativa Popolare. Il centro-destra è quindi altrettanto identificabile nel sostegno al Sindaco uscente Orlando anche su questo piano.
D’altronde, Ferrandelli si è auto-paragonato a Macron, dicendo che il suo sostegno va al di là degli “schieramenti tradizionali”. Dunque, né centrodestra né centrosinistra, per lo meno nelle intenzioni. Saranno i risultati elettorali a dire se e in quanto c’è un “peso specifico” delle particolari liste di sostegno a uno e all’altro candidato. In ogni caso, il trasformismo in Sicilia è talmente ampio, anche alla Regione, che tutto è ancora più fluido che in Francia. Se Macron è stato eletto con un sostegno da parte dei socialisti, dei centristi e ben oltre, persino nel primo turno, a Palermo e in Sicilia c’è una storia ancora più lunga e profonda in quanto a ritirata dagli schieramenti tradizionali.
È ciò vale per tutti i tre candidati principali: Orlando, Ferrandelli ed anche Forello. Quest’ultimo è infatti espressione di un movimento che in se contiene tutto e il contrario di tutto. Ed è nato e si è sviluppato con una connotazione “contraria ai partiti” e, sicuramente, contraria tanto al centrodestra quanto al centrosinistra.
Le liste in queste elezioni comunali 2017 arrivano con una incredibile e variopinta serie di simboli, con il rischio di confondersi senza speranza al momento di aprire la scheda nella cabina elettorale. Ma gran parte della storia di molti candidati è comunque legata a un passato politico personale, oppure dei relativi familiari. D’altronde, i palermitani sono sempre gli stessi. Semmai sono, siamo, più pochi e più vecchi, a causa di rinnovate emigrazioni soprattutto della popolazione più giovane e istruita.
Parlare di candidati di centrosinistra o centrodestra sembra dunque fuorviante. Ci sono, in realtà, vari leader, vari personaggi politici, con un passato più o meno lungo in politica, al governo o all’opposizione in città. E anche l’unico candidato di un certo peso, Forello, con un solo simbolo chiaramente visibile a suo sostegno, è proprio il simbolo che meno rappresenta un centrodestra o un centrosinistra.
Le cose, ahimè, sono poco chiare già a Palermo dove vediamo fatti e personaggi da vicino. Figuriamoci nel resto d’Italia. Ma definire Orlando di centrosinistra e Ferrandelli di centrodestra non aiuta di certo.
In copertina, Piazza Pretoria e Palazzo delle Aquile, sede del Comune. Foto di Gabriele Bonafede.