Accostato alla panchina rosanero: Reja. Una grande bandiera del Palermo ai tempi del Presidente più amato e nel suo momento migliore come calciatore. I ricordi di un’epoca nel giorno della commemorazione di Renzo Barbera
di Gabriele Bonafede
Era l’autunno del 1972 e andavo in terza elementare. Fu il primo anno che riuscii a fare la prima vera raccolta di figurine Panini. Il Palermo giocava in serie A, presidente era Renzo Barbera e fu la più bella raccolta Panini della storia. Non solo personalmente, ma in assoluto. Perché ogni giocatore di serie A non aveva solo l’immagine del volto ma anche una sua azione. Foto sensazionali e con i colori rosanero che ben figuravano in quelle immagini spettacolari realizzate dai fotografi sportivi dell’epoca.
Grandiosa la figurina del rosanero Viganò. Colto in una rovesciata, ci portava alla pericolosa emulazione nelle partitelle tra compagnetti di scuola su campetti improvvisati. Gli scudetti delle squadre, poi, erano fatti apposta per i ragazzini, con lo stemma trasformato in una specie di personaggio da cartone animato.
C’erano anche le foto dei presidenti, e il nostro Renzo Barbera figurava in un’immagine presto diventata icona della storia del calcio, per lo meno a Palermo.
Non fu una grande stagione per il Palermo che retrocedette al penultimo posto in una serie A dove si segnava molto poco. Ancora non sapevamo che quel Palermo sarebbe rimasto “storico”. Per tornare in serie A i colori rosanero ci misero qualcosa come 31 anni.
Ma non solo per questo. In quel Palermo giocava infatti Edoardo (Edy) Reja, che sarebbe poi diventato uno dei migliori allenatori nella storia del calcio italiano. La sua figurina lo ritraeva con un gesto atletico a gamba destra alzata, probabilmente un tiro o un lancio lungo. Fu la prima figurina che attaccai nell’album tra quelle dell’amato Palermo. Reja giocò 21 partite e fu il suo ultimo campionato da calciatore in serie A e al Palermo, dopo cinque anni ad altissimo livello.
Era stato infatti acquisito dalla Spal nel 1968. Giocando subito il migliore campionato mai disputato dal Palermo in una serie A a 16 squadre: quello del 1968-69 dove si piazzò undicesimo. Fondamentale a centrocampo, in quel primo campionato giocò 27 partite e divenne una bandiera del Palermo anche per i quattro anni successivi, fino al fatidico 1972-73.
Reja giocò in rosanero, in tutto, cinque stagioni: tre in serie A e due in B. Collezionando 124 presenze, un solo gol (in serie B), due retrocessioni e una promozione. Nella seconda parte degli anni ’70, quando iniziai ad andare allo stadio “Favorita”, era molto rimpianto da tutti i tifosi. Si diceva che fosse stato ceduto nonostante l’ottimo rapporto con Barbera perché obiettivamente aveva problemi di menisco al ginocchio. E a quei tempi questo genere di problemi non erano di facile soluzione medica come lo sono oggi. Spesso volevano dire carriera finita oppure campi meno esigenti dal punto di vista atletico.
Reja calciatore passò dunque in un’altra squadra della storia del calcio: l’Alessandria che contribuì a riportare dalla C alla B con 38 presenze e un gol. Rimase in Piemonte per altri due anni tra B e C e terminò la carriera quale calciatore al Benevento. Il periodo più bello della carriera di Edy Reja quale calciatore rimane quindi quel quinquennio all’ombra di Monte Pellegrino.
Oggi si parla su vari giornali di un possibile ritorno di Reja a Palermo quale allenatore per riportare la squadra in serie A. Edy è uno specialista in promozioni, avendone centrate ben quattro da allenatore. Ma molti dimenticano che come calciatore ne centrò una anche con il Palermo e con Renzo Barbera presidente: nel 1971-72. Tante volte il nome di Edy Reja è stato accostato alla panchina del Palermo nell’era-Zamparini.
Ma il legame tra Reja e Palermo ha la cifra del presidente più amato: Renzo Barbera.
Già, Renzo Barbera. Del quale oggi cade il quindicesimo anniversario della sua scomparsa. Ricordato con un bel comunicato dal Palermo a guida Baccaglini, l’industriale palermitano è e sarà sempre ricordato con l’affetto più grande da tutti tifosi rosanero. Con lo stadio di casa intestato a suo nome, è un ricordo sempre presente. E molti, compreso il sottoscritto, speriamo che si giochi sempre in quello stadio. O per lo meno che il nuovo stadio, se un giorno verrà costruito, porti lo stesso il suo nome in qualche modo. Ad esempio “Nuovo Stadio Barbera” o qualcosa di simile.
Baccaglini, Reja, Barbera… una storia che sembra ripetersi. Non tutti sanno, oggi, che anche Renzo Barbera divenne presidente di un Palermo già retrocesso in serie B nel lontano 4 maggio del 1970. Così come Baccaglini oggi, Barbera dovette affrontare una difficile rifondazione con i tifosi delusissimi per essere retrocessi malamente l’anno dopo aver visto un Palermo da sogno.
Barbera riportò il Palermo in serie A in soli due anni. E al centro di quel Palermo riportato in massima serie, oltre a tanti giovani palermitani, c’era un nome: Edy Reja.
In copertina, collage realizzato con figurine Panini, immagini tratte da Wikipedia e foto dalla curva sud dello Stadio Renzo Barbera. Al centro, una formazione del Palermo nel 1972-73. In alto a destra una formazione del bel Palermo 1968-69, dove esordì Reja. In basso a destra il Palermo nella stagione 1969-1970, 15º classificato nel campionato di Serie A (retrocesso in Serie B) ed eliminato al primo turno della Coppa Italia. In piedi (da sinistra): Troja, Landri, Ferrari, Ferretti, Giubertoni, Lancini. Accosciati (da sinistra): Causio, Pasetti, Bertuolo, Pellizzaro, Alario. Quella fu la squadra rilevata da Renzo Barbera pochi giorni dopo la retrocessione.