di Gabriele Bonafede
Nato dal basso e cresciuto con dedizione e competenza, il Sicilia Queer Filmfest giunge alla sua settima edizione con un robusto programma che ha l’autorità e la capacità di parlare al mondo. Di mettere al centro dell’attenzione, cioè, un programma di idee, percorsi artistici, personaggi, tematiche e sviluppi incentrati sulla difesa dei diritti umani e la libertà, sia individuale sia collettiva. Luoghi di discussione che animano oggi più di ieri il confronto artistico, sociale e persino economico del mondo al secolo XXI. In particolare del mondo mediterraneo, ma non solo. C’è di più.
Già dalla scorsa edizione, il Sicilia Queer Filmfestival, ha ottenuto una speciale attenzione. Quella del più importante festival del cinema in Europa, Cannes. C’è la netta sensazione di un feeling tra i due festival che si accresce e si consolida sempre più, grazie anche al coinvolgimento fondamentale dell’Institut de Français di Palermo. Ovvero, si rafforza un legame negli artisti e nei loro lavori, per lo meno quelli di maggiore provocazione.
Il direttore artistico Andrea Inzerillo e la direttrice organizzativa Tatiana Lo Iacono, curatrice anche della sezione “Queer short”, hanno presentato alla stampa pochi giorni fa il programma per l’edizione 2017, sottolineando la varietà di un Festival che assume il queer come prospettiva per spaziare su temi, stili e linguaggi diversi del contemporaneo.
«Il festival a cui lavoriamo con passione dal 2010 è oggi un luogo affermato di dialogo e di confronto tra persone interessate non soltanto all’ambito del cinema, o a quello della storia e della cultura lgbt, ma uno spazio per tutti quelli che sentono la necessità di oltrepassare le etichette per provare a stare nel proprio tempo con uno sguardo libero e critico – afferma Andrea Inzerillo –. Un festival che viene da lontano e guarda lontano: è questo lo scopo della produzione di saperi, della condivisione di esperienze, della creazione di incontri e dell’accumulo di materiali (testi, immagini) che proiettano il Sicilia Queer su una dimensione più estesa nel tempo».
Pacato e quasi modesto, Andrea Inzerillo, rispetto a una realtà che invece appare sempre più variegata e puntuale, oltre che di respiro internazionale. Un festival che ha soprattutto il coraggio di parlare e proporre in nome di una parola difficile da capire e da attuare: libertà. Con tutti gli aspetti intrinsechi e palesi del caso.
L’arte, non solo il cinema, è tale quando propone riflessioni. Ed ha un ruolo nella società d’importanza primaria nella crescita civile. Riluce, dunque, una certa eleganza nel proporre temi tanto sorprendenti quanto complessi dando voce all’arte stessa anziché alla retorica: chi parla è l’opera. Persino nella semplice scelta e composizione di locandine, immagini e spot, oltre che nelle opere e i temi che ne partecipano. Ed è ciò che più colpisce a ogni edizione del Queer Siciliano.
Non meno importante è il luogo nel quale questo festival è nato e si sviluppato, in simbiosi con quelle che vengono definite “contaminazioni”, ma che è preferibile definire sinergie, arricchimenti, laboratori della storia e della società.
Per capire questo, tra l’altro, basta vedere la presentazione alla stampa per la settima edizione: “Sono diversi e intrecciati tra loro i temi del Festival, declinati in tutte le controverse sfaccettature del contemporaneo: fughe, nomadismo, tecnologia, nevrosi, alienazione, crisi della famiglia tradizionale e nuove prospettive relazionali, che sono affrontate sia con la leggerezza e l’ironia della commedia, sia con le asperità del dramma.”
Quest’anno, in particolare, continuano gli organizzatori, è centrale “lo sguardo femminile su erotismo, sessualità e rapporti interpersonali. Ampio spazio sarà dato anche alla riflessione sui movimenti politici e di controcultura del ’77, attraverso l’omaggio a vent’anni dalla scomparsa al regista Marco Ferreri, con due film esemplari nella sezione Retrovie Italiane curata da Umberto Cantone – Storia di Piera e Il futuro è donna – e altre rarità d’epoca proposte all’interno di Nebulosa ’77 con la collaborazione del programmer di Fuori Orario (cose mai viste) Fulvio Baglivi, che prevede anche un incontro a partire dall’interrogativo: Cosa rimane del 1977 a quarant’anni di distanza?”
E nel coinvolgimento di una giuria anche quest’anno d’alto livello, si nota ancor più l’interesse e la capacità di farne una finestra sul mondo a partire da un luogo che è particolare, ovvero il centro del Mediterraneo che Palermo rappresenta.
Per la settima edizione, la giuria è presieduta dal regista portoghese João Pedro Rodrigues, ed è composta dall’attrice Silvia Calderoni, figura di spicco dell’avanguardia teatrale italiana con il gruppo Motus, dai francesi Jean-Sébastien Chauvin (critico dei Cahiers du Cinéma) e Arnold Pasquier (regista) e dall’attrice tedesca Susanne Sachsse.
Alla giuria internazionale si affiancheranno la Giuria del Coordinamento Palermo Pride e quella dell’Associazione 100 Autori, composta dal regista siciliano Marco Amenta e da Carlotta Mastrangelo e Enza Negroni.
Lo spot di presentazione del Sicilia Queer Filmfest 2017 è stato realizzato da Franco Maresco. È già visibile in rete e non poteva non sconfinare nella provocazione, come d’altronde molte, se non tutte, le opere presenti a ogni edizione del Queer.
In poco più di cinque minuti, Maresco centra l’obiettivo senza peli sulla lingua, è proprio il caso di dirlo. Esporre cinicamente la presenza di un muro sotto-culturale costruito sui mattoni del preconcetto e dell’ignoranza riguardo ai temi di libertà più intima. Quelli che stanno alla base della libertà più ampia.
Lo fa con una delle sue ciniche interviste “semi-consapevoli” ai fratelli La Vecchia, già presenti in altre opere di Maresco, e largamente conosciuti a Palermo perché sempre in giro a chiedere spiccioli. In qualche modo, lo spot espone il core, non necessariamente hard, dell’approccio critico e conoscitivo sul Queer: quello più carico, tanto di colore quanto di bianco e, soprattutto, di nero.
Spot da non perdere, possibilmente andando a vederlo nell’atmosfera dell’inaugurazione al Festival, e non solo comodamente seduti a casa nel video qui di seguito e facilmente rintracciabile sul web.
SINTESI DEL PROGRAMMA
Il Festival sarà inaugurato mercoledì 24 maggio alle 18.00 al Cinema de Seta, ai Cantieri Culturali di Palermo, con un aperitivo offerto dalle Tenute Orestiadi di Gibellina, e a seguire alle 19.00 con una performance per orchestra di contrabbassi a cura di Lelio Giannetto in occasione dei vent’anni di Curva Minore.
Alle 20.30 la serata d’apertura, presentata dalla cantante e musicista Serena Ganci e dall’attrice Ersilia Lombardo, realizzata in collaborazione con il Festival Teatro Bastardo. Nel corso della serata sarà proiettato il trailer “politicamente scorretto” che il regista Franco Maresco ha realizzato in esclusiva per il festival, ovvero: il gender secondo i fratelli La Vecchia.
Il film d’apertura della settima edizione del SQ 2017 (mercoledì 24 maggio) sarà Little Man, del regista statunitense Ira Sachs, che racconta con leggerezza l’amicizia di due ragazzini nella brulicante Brooklyn dei nostri giorni. Tra i film in programma, per originalità e rarità, spiccano tra gli altri il visionario The Misandrists di Bruce LaBruce, fantasiosa e ironica vicenda a sfondo sociopolitico ambientata in una foresta, dove una cellula segreta di terroriste femministe pianifica la distruzione del patriarcato; Los objetos amorosos di Adrián Silvestre, che racconta l’amore travolgente di due donne latinoamericane che attraversano Roma restituendocela in una prospettiva inedita e sorprendente; Rester Vertical di Alain Guiraudie, uno dei film più spiazzanti e interessanti della scorsa stagione cinematografica; O ornitologo di João Pedro Rodrigues, che nel raccontare la strana vicenda di un giovane ricercatore che si perde nella foresta portoghese, traccia un affresco sulla condizione umana, sull’effimero confine tra bestialità e civiltà, sul rapporto tra uomini e animali, un ribaltamento di sguardo che priva l’uomo della presuntuosa e presunta centralità rispetto al mondo; The Love Witch di Anna Biller, una divertente ricostruzione delle atmosfere da b-movies anni ’60, che ha per protagonista una avvenente “strega” vendicatrice e sadica nei confronti degli uomini; Uncle Howard di Aaron Brookner, che attingendo all’archivio dello zio Howard Brookner, prematuramente scomparso a soli 35 anni, ci restituisce un incredibile ritratto della temperie artistica e culturale newyorkese degli anni ’80, con William Burroughs, Andy Warhol, Jim Jarmusch, Madonna e altri celebri rappresentanti della cultura alternativa di allora; Sarah Winchester di Bertrand Bonello, una sorta di opera-balletto che scorre parallelamente all’incredibile vicenda di una donna straordinaria: la moglie dell’inventore e produttore del celebre fucile Winchester ’77.
Di grande rilievo è la sezione Presenze dedicata quest’anno alla retrospettiva integrale, per la prima volta in Europa, del giovane e talentuoso regista Gabriel Abrantes. Del regista, che sarà presente a Palermo durante il Festival, saranno proposti 18 film, che si caratterizzano per il loro estremismo visionario e dissacrante e per la loro ironia fulminante.
Tra le rarità in programma si segnalano anche Isola di Fabianny Deschamps, interamente girato a Lampedusa, che sarà proposto in anteprima nazionale alla presenza della regista e di parte del cast, tra cui gli italiani Enrico Roccaforte e Alessio Barone; Antiporno del regista di culto Sion Sono, un omaggio al filone del roman porno nel quale il regista giapponese mette in scena un bizzarro delirio schizofrenico che, servendosi di metalinguaggi e strumenti onirici, analizza l’immaginario erotico giapponese, i suoi tabù e il ruolo della donna nella società contemporanea; Queen Kong di Monica Stambrini interpretato dalla pornostar Valentina Nappi, primo dei cortometraggi del progetto Le ragazze del porno, lanciato alcuni anni fa da Tiziana Lo Porto.
Altra sezione caratterizzante del Festival è quella di storia del cinema intitolata Carte postale à Serge Daney, che quest’anno recupera un capolavoro del cinema francese: Le trou (Il buco) di Jacques Becker, considerato da Jean-Pierre Melville il miglior film francese di tutti i tempi, che narra l’incredibile piano di fuga di alcuni detenuti. Attenzione anche alle migrazioni, con la sezione Eterotopie quest’anno dedicata alla Grecia, che prevede in catalogo un contributo d’eccezione del filosofo Georges Didi-Huberman, per la prima volta in traduzione italiana.
Confermata anche quest’anno l’attenzione alle arti visive con la mostra Extrablatt, a cura di Verein Düsseldorf-Palermo, presso la Haus der Kunst dei Cantieri Culturali alla Zisa, che presenta le opere di 17 artisti ispirati ai corti in concorso nella sezione Queer Short (dal 18 maggio al 3 giugno). Tra gli artisti coinvolti Marcello Buffa, Daniele Franzella, Andrea Buglisi, Alessandro Bazan, Michael Kortländer, Marta Colombo, Dimitri Agnello.
L’altro grande appuntamento con l’arte contemporanea (dal 26 maggio al 9 luglio) sarà a Palazzo Sant’Elia con Franko B, poliedrico artista e performer milanese che vive a Londra da diversi anni. Curata da Antonio Leone e Paola Nicita, la personale che gli dedica il Sicilia Queer proporrà una selezione di opere storiche, fra pitture, sculture, installazioni e foto, oltre a un documentario a lui dedicato in anteprima assoluta.
Il “Premio Nino Gennaro”, realizzato dall’artista Vincenzo Vizzari, sarà assegnato quest’anno al regista Lionel Soukaz, pioniere dell’attivismo gay in Francia, del quale sarà proposto il mediometraggio Tino, un “peplum” anticapitalista intervallato da ironiche digressioni sul passato mitico della Tunisia.
Le proiezioni, i concerti, le mostre e gli incontri avranno luogo al Cinema De Seta e in vari altri spazi dei Cantieri Culturali alla Zisa (tra cui la Sala Wenders del Goethe-Institut, l’Institut français e l’arena all’aperto a ingresso libero). Novità della settima edizione sono i matinée del concorso di lungometraggi al Cinema Rouge et Noir (alle 10 alle 12 e alle 14 di venerdì-sabato-domenica) di Piazza Verdi, mentre la serata di chiusura dell’1 giugno sarà ancora una volta in musica, con la presenza del trio di Simona Norato.
In omaggio alla nomina di “Palermo Capitale dei Giovani 2017”, per tutto il festival i biglietti di ingresso per gli studenti costeranno solo 3 euro.
Il Sicilia Queer filmfest è realizzato grazie al contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale per il Cinema; della Regione Siciliana – Assessorato Turismo Sport e Spettacolo – Ufficio Speciale per il Cinema e l’Audiovisivo/Sicilia FilmCommission, nell’ambito del progetto “Sensi Contemporanei”; del Comune di Palermo, Assessorato alla Cultura; di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori. E con il sostegno dell’Institut français Palermo, del Goethe-Institut Palermo, dell’Instituto Cervantes Palermo e del Forum Austriaco di Cultura.