di Gabriele Bonafede
Con una canzone deliziosa, Salvador Sobral del Portogallo vince uno dei migliori Eurovision song contest. Forse il migliore nella storia della manifestazione. Pertanto, a vincere è anche e soprattutto l’Ucraina che lo ha ospitato con un successo che va al di là della semplice capacità di realizzare un festival della canzone divenuto ormai di portata mondiale e non solo europea.
E c’è di più. Con l’Ucraina vince l’Europa della democrazia che resiste agli attacchi sempre più serrati di dittature, guerre e oscurità. Così da andare ben oltre: si riaffermano i principi fondamentali delle democrazie occidentali.
Kyiv, una delle più belle città europee, ospita infatti una manifestazione che si sviluppa con uno spirito di libertà, tolleranza e apertura. Sono le stesse parole che utilizza uno dei tre presentatori per salutare il pubblico, immenso sia in TV che in sala: “Amiamo la nostra Patria, siamo un Paese moderno, tollerante e molto aperto”.
I video di presentazione e d’introduzione allo spettacolo sono semplicemente stupendi. Dipingono l’Ucraina com’è: un Paese della speranza.
Un Paese che si è preso sulle spalle l’onere di difendere i valori fondamentali della democrazia e della libertà senza chiedere nulla in cambio. Lo ha fatto per se stessa, subendo i sordidi attacchi di una spaventosa propaganda dittatoriale da parte di chi vuole guerre, annessioni e invasioni. Un Paese che nella difficoltà ha trovato la virtù della schiena dritta, della resistenza contro ogni oppressore e ogni avvoltoio.
L’Ucraina, come la Georgia poche settimane fa, ha finalmente ottenuto la possibilità di far viaggiare i propri cittadini in Unione Europea senza visto. Un traguardo che porterà benefici, soprattutto nel turismo ma non solo, sia all’Europa occidentale e sopratutto l’Italia mediterranea, sia all’Ucraina. Con una manifestazione che ha ottenuto tanto successo, molti più turisti andranno in Ucraina, dove da anni non c’è bisogno di visto per noi occidentali. E così scoprire realmente un Paese dalle bellezze e dall’apertura culturale enormi. Basti pensare che proprio all’Eurovision contest si è parlato l’ucraino come il russo, l’inglese come l’italiano in una cascata di ricchezza culturale particolarmente vasta.
È soprattutto una vittoria della musica. In particolare, la musica riproposta con un senso più profondo e non d’immagine fine a se stessa. Il vincitore, Salavdor Sobral dichiara che questa vittoria riporta in alto la musica che ha un’anima: “Viviamo in un mondo con musica usa e getta, o ‘musica fast-food’ senza alcun contenuto, e questa è una vittoria per chi fa musica che significa qualcosa. La musica non è gioco d’artificio, la musica è sentimento. Cerchiamo di cambiare e riportare la musica che ha significato.”
Salvador Sobral vince dunque con “Amar Pelos Dois”, composto da Luísa Sobral, che è arrivato all’Eurovision song contest dopo aver vinto il Festival da Canção 2017 in Portogallo.
Cantata con grande dolcezza, coinvolgendo quasi sottovoce, Amar Pelos Dois (Amare per due) è, in effetti, una stupenda poesia:
Se um dia alguém perguntar por mim
Diz que vivi p’ra te amar
Antes de ti, só existi
Cansado e sem nada p’ra dar
Meu bem, ouve as minhas preces
Peço que regresses, que me voltes a querer
Eu sei que não se ama sozinho
Talves devagarinho possas voltar a aprender
Meu bem, ouve as minhas preces
Peço que regresses, que me voltes a querer
Eu sei que não se ama sozinho
Talves devagarinho possas voltar a aprender
Se o teu coração não quiser ceder
Não sentir paixão, não quiser sofrer
Sem fazer planos do que virá depois
O meu coração pode amar pelos dois