di Gabriele Bonafede
Il Palermo si risveglia dal coma e vince meritatamente per 2-0 contro la Fiorentina. Due “cannoli” che al Barbera non si vedevano dall’ultima dello scorso campionato, il 3-2 al Verona che significò salvezza. Il Palermo di questa stagione aveva infatti segnato almeno due gol solo in trasferta, nel 4-3 al Genoa e nello sciagurato 6-2 subito dalla Lazio la settimana scorsa.
La squadra “rimane” dunque in A. Ovvero, non è ancora matematicamente retrocessa. In ogni caso, ha almeno onorato la maglia sia pure davanti a pochi spettatori. Molti hanno preferito godersi il lungo e assolato weekend del primo maggio lontano dal Barbera. Spalti sempre più vuoti, ma forse è meglio così: pochi ma buoni.
Sia pure con uno striscione “Non ci meritate”, la curva ha sempre sostenuto la squadra, nonostante le pessime figure delle ultime settimane e un campionato disastroso.
Finché la matematica non condanna è giusto dire che la squadra è ancora in A, anche se le chance di salvezza appaiono comunque minime: basta perderne una oppure registrare una vittoria dell’Empoli e anche la matematica darebbe il suo verdetto.
Contrariamente alle aspettative, che vedevano un Palermo pieno di giovani per iniziare a pensare al futuro in B, l’allenatore Bortoluzzi schiera forse la formazione più d’esperienza dell’intero campionato: non c’è nessuno dei giovani di belle speranze (spesso tradite) nella squadra che scende in campo dal primo minuto, se si eccettua Fulignati, che però è comunque giovane più o meno quanto Posavec che sarebbe il primo portiere di questa squadra.
Niente Sallai, Balogh, Pezzella, e nemmeno Lo Faso, al quale è preferito il quasi 34enne Diamanti (compleanno martedì), finora particolarmente deludente, per quanto utilizzato con il contagocce. In difesa è sì preferito Goldaniga a Gonzalez, ma si rivede Andjelkovic con il nazionale polacco Cionek a completare il reparto. Nelle fasce il capitano Rispoli, unica nota positiva nella disfatta contro la Lazio, e Aleesami, con Morganella dunque in panchina.
A centrocampo Chochev, Gazzi e Jajalo, e in attacco Diamanti e Nestorovski. Il Palermo merita la vittoria per 2-0 ottenuta con una bella punizione di Diamanti al primo gol in maglia rosanero e con il bel raddoppio di Aleesami al 90’, stavolta su azione travolgente in contropiede.
Le scelte danno ragione a Bortoluzzi perché, complice una Fiorentina leziosa e svogliata, la squadra rosanero regala la prima vittoria netta al Barbera in questa stagione, e la prima a Baccaglini, proprio nelle ore in cui si sta completando l’acquisto del club di Via del Fante.
È lecito sperare in una salvezza acchiappata per i capelli? In realtà, solo per la matematica. Perché è difficile che nessuna squadra tra Genoa, Empoli e Crotone arrivi a 31 punti o meno, che è il massimo di punti che il Palermo può matematicamente ottenere nelle prossime quattro partite. Un risveglio dal coma che si spera non sia isolato, ma che difficilmente condurrà alla permanenza in serie A.
Forse è proprio una squadra che non sopporta la “pressione”: nel momento in cui è data per spacciata e giocando solo per la maglia vince bene e meritatamente, contro una squadra che, a vedere in numeri, sarebbe di un altro pianeta.
Peccato per il ritardo nei punti. Anche una sola delle due vittorie mancate contro la Sampdoria nei secondi finali darebbe molte più speranze, perché le prossime gare del Palermo sono: a Verona con un Chievo salvo, in casa con il Genoa (che adesso rischia seriamente di essere raggiunto per lo meno dall’Empoli), poi a Pescara e, infine… in casa proprio contro l’Empoli.
Difficile pensare che le vinca tutte e quattro, ovvero quante ne ha vinte finora. Difficile pensare che almeno due tra Genoa, Empoli e Crotone arrivino solo a quota 31 punti o meno. Sarebbe un quadruplo miracolo.