di Gabriele Bonafede
Mancano cinque giorni al “closing” riguardante l’acquisto del Palermo che fa capo al nuovo presidente rosanero Paul Baccaglini. Purtroppo, lo stesso closing coinciderà, molto probabilmente, con la matematica retrocessione del club in serie B. Sarebbe la nona retrocessione dalla serie A nella storia Palermo. Qualcosa forse vissuta come se fosse la fine del mondo, ma che è invece nella normalità e nelle cose sportive specialmente nel calcio, per lo meno quando non si tratta di un club di altri livelli.
In città, fomentati da commenti incredibili sui social, e da notizie ricche di dietrologia tipicamente palermitana, ma non sempre corroborate da ricerche, riferimenti e fonti essenziali, se ne sono dette di tutti colori. Tranne i colori fondamentali in questa vicenda: il rosa e il nero.
Troppo spesso i palermitani si dimenticano un proverbio che tuttavia è uno dei più conosciuti in città: “A megghiu parola e chidda c’un si dice” (La parola migliore è quella che non si dice).
E, in contesti come il calcio italiano e specialmente in una città irredimibilmente pettegola, il silenzio degli ultimi giorni è d’oro. Soprattutto a fronte di ulteriori performance deludenti della squadra, non parlare e lavorare è la cosa più seria da fare.
È comprensibile che, con una squadra allo sbando e altre batoste sul campo, i tifosi si siano ulteriormente innervositi. Dimenticando, però, che per costruire una nuova fase di una storia ultracentenaria come quella di un club di una grande città, ci sono tempi e modi che vanno rispettati. Semmai, se ne parlerà e si contesterà dopo.
Ci ha pensato lo stesso Paul Baccaglini a riportare la vicenda su un piano di autorevolezza e, soprattutto, di elementi reali e non fantasiosi. Un comunicato che ha, inoltre, il grande pregio di parlare con i due colori fondamentali della stessa vicenda, come sopra: il rosa e il nero. I colori che, come sappiamo a Palermo, contengono il dolce e l’amaro, i sogni realizzati come quelli delusi, le vittorie come le sconfitte. Contengono, in una parola, lo sport e, cosa forse più importante, la sportività.
Ecco il comunicato ufficiale, diffuso dalla società verso 19.00 del 25 aprile:
Ritengo sia necessario precisare lo stato delle cose per mettere a tacere chi riempie i silenzi con illazioni basate sulla propria fantasia.
Ci sono avvocati, banchieri e tecnici che stanno lavorando intensamente per finalizzare l’operazione entro i termini stabiliti. Lo fanno nel modo in cui si svolgono gli affari seri: in silenzio e con discrezione. Nel frattempo stiamo lavorando intensamente alla pianificazione del prossimo anno che deve vederci squadra forte, competitiva e all’altezza dei colori societari.
La squadra, pur attraversando un periodo estremamente negativo, è accompagnata sempre dallo staff tecnico che cura ogni dettaglio legato al Palermo Calcio con la solita grande professionalità dimostrata. E’ però innegabile che la squadra che ho ereditato presenta enormi lacune caratteriali. La mia non è una valutazione dei giocatori come uomini ma come calciatori che entrano in campo ogni domenica. Le prestazioni sono assolutamente deludenti e nonostante tutti i tentativi di scuotere la determinazione ad ottenere risultati, in campo non si sono visti i risultati chiesti. Si può perdere ma bisogna farlo a testa alta.
Parlando quindi del progetto di ricostruzione è innegabile constatare che molti dei giocatori nella rosa attuale non faranno parte del futuro del Palermo che deve ai suoi tifosi e alla propria storia un impegno maggiore, migliore e più continuativo.
I miei sforzi e quelli della mia squadra sono intensamente rivolti alla costruzione del progetto del futuro visto che il presente che abbiamo ereditato non è all’altezza delle nostre aspettative.
Forza Palermo!
Paul Baccaglini
Infine, va rilevato che il comunicato di Baccaglini annuncia, anzi, conferma, una profonda rivoluzione tecnica e societaria con l’obiettivo di rilanciare il club ad alti livelli.
Difficilmente nei social, nei bar, in saloni da barba, putìe, strade e stradine di Palermo ci si esimerà dal continuare a fare dietrologia della più fantasiosa, per lo meno fino al prossimo calciomercato. Difficilmente lo stadio si riempirà per le ultime partite di una squadra che retrocede così malamente.
Ma, forse, da oggi, qualche tifoso in più si renderà conto che l’aria fritta non conduce da nessuna parte ed è semplicemente un autogol. E se un gol si deve prendere, sempre meglio prenderlo quando lo segnano gli avversari.
In copertina, la curva nord nella prima partita con Baccaglini presidente rosanero. Foto di Gabriele Bonafede