A luglio Santa Lucia del Mela (ME) ospiterà la seconda edizione della Mummy Studies Field School, il cui focus sarà sui reperti egizi
di Gilda Sciortino
Forse nessuno si aspettava questi risultati, ma quanto ci dice una singolare indagine sulle mummie di 26 sacerdoti custodite nella Chiesa Madre di Piraino è che la loro era una vita sana, scandita dai ritmi semplici. Proprio come quelli che si potevano avere in una cittadina del messinese tra il XVIII e il XIX secolo.
A condurre questo interessantissimo studio radiologico è stato un gruppo di ricerca internazionale, diretto dall’antropologo Dario Piombino-Mascali nell’ambito del Progetto “Mummie Siciliane” partito nel 2007. Un percorso che investiga il ricchissimo patrimonio mummificato della Regione Sicilia, di cui Piombino-Mascali è ispettore onorario per i Beni Culturali. In particolare, lo studio sulle mummie di Piraino è stato svolto grazie all’impulso dato dall’antropologo culturale Sergio Todesco, già direttore dell’Unità operativa dei Beni Etnoantropologici della Soprintendenza di Messina.
Se, poi, andiamo ad analizzare i rituali funerari con cui i religiosi sono stati preparati, scopriamo che si tratta di mummie naturali ottenute con la tecnica del colatoio, un ambiente in cui i corpi venivano lasciati a drenare i liquami cadaverici. Una volta compiuto questo processo, si procedeva al lavaggio e al riempimento con sostanze naturali: in questo caso, le radiografie hanno mostrato la presenza di gusci di noci e frammenti di altre piante officinali.
Dal punto di vista storico, i dati archivistici forniti dall’antropologo culturale Marcello Mollica, dell’Università di Friburgo, sono stati di grande importanza per lo studio delle mummie di Piraino, rivelandone dettagli come età alla morte e caratteristiche sulle storie individuali. Come arcipreti, infatti, gli ospiti della cripta godevano di una sepoltura costosa e privilegiata, fondata nel 1771 dall’arciprete Antonio Scalenza.
Rispetto alla salute degli antichi sacerdoti, inoltre, è emersa la presenza di artrosi, compatibile con l’anzianità soggetti , ma anche della malattia di Forestier, nota come DISH. La causa di quest’ultima patologia è legata a un’alimentazione iperproteica, conseguente a una dieta ricca di proteine animali, soprattutto di carne, ritenuta un elemento nobile per eccellenza, quindi conforme allo status dei sacerdoti.
«A queste patologie – commenta Dario Piombino-Mascali – si aggiungono un caso di arteriosclerosi presente nelle arterie femorali di un soggetto e ancora la presenza di due neoformazioni: un encondroma sul femore sinistro e un probabile mieloma multiplo che appariva su omeri, femori, cranio e scapole di un altro. Altre condizioni trovate sono l’alluce valgo, una malformazione del piede e alcune varianti anatomiche, come lo sterno con un forame centrale. Abbiamo avuto, infine, modo di osservare anche una costa cervicale sovrannumeraria, che avrebbe determinato fastidi e dolore».
A dare ancora più valore a questa ricerca, c’è il fatto che le indagini radiografiche sono state condotte direttamente in loco con il contributo di National Geographic, di cui Dario Piombino-Mascali è esploratore.
«La prossima tappa sarà lo studio del DNA di queste mummie – aggiunge l’antropologo – per risalire a eventuali patologie che non hanno lasciato segno su ossa e tessuti. Siamo felici di avere condotto le nostre indagini proprio a Piraino, una realtà ricchissima di storia, ma non valorizzata come meriterebbe».
Sembra, dunque, ormai una certezza che la Sicilia sia un punto di riferimento per la mummiologia internazionale. Da fine luglio, infatti, si terrà a Santa Lucia del Mela la seconda edizione della “Mummy Studies Field School“, il campo scuola diretto da Carlo Vermiglio e patrocinato dall’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. Una scuola alla cui direzione ci sono anche Dario Piombino-Mascali e il biologo forense Karl Reinhard, che nasce dalla collaborazione tra il Progetto “Mummie Siciliane” e l’Università del Nebraska.
In programma ci sono tre seminari fuori porta che si terranno a Palermo, Savoca, e per l’appunto, a Piraino, con un focus che quest’anno sarà prorio sulle mummie egizie, sia umane sia animali. Il tutto, in collaborazione con i ricercatori del Museo di Manchester e delle Università di Torino ed Edimburgo.
In copertina “Amore e morte”, di Calcedonio Reina, pittore catanese della seconda metà del XIX secolo. Immagine tratta da Wikipedia – http://darkclassics.blogspot.it/2014/01/calcedonio-reina-love-and-death-amore-e.html, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35564487