di Gabriele Bonafede
Accade quasi per caso che, in una città geograficamente di frontiera e molto vicina al tempo del vuoto, vai a vedere lo spettacolo Bianco su Bianco. E ti riporta a qualcosa di semanticamente abusato: l’amore. Come fosse qualcosa di dimenticato e obliterato: difficile da trovare. E non solo la parola, che oggi, in questo tempo, sembra demodé. Ma quello più dolce e più vero. Ci sono almeno duecento parole per definire l’amore. E tante altre cose. E tanti altri sentimenti.
Visto il tempo, considerare anche due o tre soli significati dell’amore è un piccolo, grande miracolo.
È un miracolo perché oggi è il tempo in cui i bambini sono gasati o affogano per scappare dalle bombe nell’indifferenza generale o, peggio, accolti con astio e paura. Il tempo in cui hanno grande credito coloro che incolpano i bambini anziché chi sgancia legnate. Il mondo è pervaso dal senso di paura. È sempre più prono all’elevazione del peggio, all’adorazione dell’ignoranza, al prestigio del falso, all’innalzamento di muri, alla violenza sui piccoli. Oggi va di moda l’urlare e lo schiacciare. Lasciando effimeri segni sull’arida anima di sabbia terrena.
Ma è dell’uomo, persino al tempo del vuoto, l’amore. Unica espressione di vita vera. Unico motore della vita.
Bianco su Bianco illumina esattamente su questo percorso. Ovvero, nell’identificare quel bagliore di luce in un tempo di cecità interiore. Laddove ci si sbrana a vicenda, esiste invece un piccolo granchio, un piccolo uomo, una piccola donna, e una piccola coppia, che passa dalla paura alla fiducia. Ritornano parole sacre come “Io ti amo”, in tutte le lingue. La sabbia terrena non è più buia, ma casa aperta, illuminata e riempita d’ossigeno.
È difficile costruire la luce in un mondo governato dai giganti che schiacciano. È difficile passare dalla violenza subita in infanzia alla scoperta di duecento colori per ogni parola. È difficile trovare un colore diverso dal nero, ancora di più se l’opposto colore. Eppure un rimedio c’è, ed è accettarli così come sono riflessi dalla luce sull’occhio.
La soluzione è lì, a portata di mano. Si palesa in quell’attimo, in quella frazione di secondo nel quale si passa dalla paura al sentimento opposto. E si accende una luce, tante luci, una foresta di luci.
Non è una creazione colossale, gigantesca, imperiosa invenzione della vanità umana. È invece una creazione che sembra “piccola”, infinitesimale quanto l’accendersi di una lampadina. Una cosa dei più piccoli, e quindi la più grande. È il primato degli ultimi sui “primi”.
All’inizio l’azione teatrale (e reale) di Bianco su Bianco è debitamente nascosta. E poi è raccontata con profonda, acrobatica, leggerezza. Lavorando in crescendo, contagiando una luce con l’altra, saltando e procedendo a sobbalzi. Aprendo poco a poco l’occhio interiore, soprattutto se ci si convince a chiudere l’occhio esteriore.
Ecco. Il grande merito di Bianco su Bianco a teatro è quello di aprire l’occhio interiore a una luce e persino a tante luci, sicuramente più di duecento.
Bianco su Bianco
Scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca, con Helena Bittencourt e Goos Meeuwsen
Compagnia Finzi Pasca:
Daniele Finzi Pasca Autore, regista, co-design luci, coreografie e Firefly Forest. Julie Hamelin Finzi Direttrice di creazione e produzione. Maria Bonzanigo Musica, sound design e co-design delle coreografie. Hugo Gargiulo Scenografia, accessori e co-design Firefly Forest. Antonio Vergamini Produttore esecutivo e membro del team creativo. Giovanna Buzzi Costumi. Alexis Bowles Co-design luci e FireFly Forest. Roberto Vitalini – bashiba.com FireFly Forest. Geneviève Dupéré Assistente alla regia. Chiqui Barbé Make-up design
In tournée: Nicolò Baggio Direttore tecnico. Federica Canciello Tecnico
Produzione Compagnia Finzi Pasca Coproduttori:Teatro Sociale Bellinzona – Bellinzona Teatro, La Maison de la culture de Nevers et de la Nièvre, L’Odyssée, Scène conventionnée de Périgueux, Città di Lugano, Cantone Ticino, Pro Helvetia, Ernst Göhner Stiftung, Sintetica – Partner per la ricerca
Con il supporto di: Caffè Chicco d’Oro, Cornèrcard, Fidinam, Grand Hotel Villa Castagnola, Helsinn – Partner Internazionale.
Distribuzione ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione
Al Teatro Biondo di Palermo, sala grande, dal 31 marzo al 9 aprile 2017.