di Gabriele Bonafede
Un paio di giorni fa, un sondaggio commissionato dal diretto interessato ha prodotto una carrettata di polemiche sull’opinabile risultato: Ferrandelli primo nelle dichiarazioni di preferenza per la corsa a sindaco di Palermo primavera-2017. Opinabile, come qualsiasi sondaggio al giorno d’oggi.
Ormai quasi nessuno crede ai sondaggi e tantomeno a questo. Che sembra più una porta d’attenzione per una campagna elettorale che stenta a decollare per quasi tutti i candidati. Quasi tutti orfani di idee e di una visione d’insieme su come risolvere i problemi di Palermo. E forse orfani anche di altre cose.
Vale la pena interessarsi, invece, a cose più concrete. Forse Ferrandelli non sarà primo in eventuali sondaggi commissionati da chiunque sia (e magari nascosti), ma è certamente primo nel creare dibattito intorno a idee e progetti. E sembra decisamente primo nel far confluire esperienze, opinioni, contributi per il futuro amministrativo della quinta città d’Italia, già da tempo abbandonata da partiti e politica.
Da un lato, Leoluca Orlando snocciola quante più apparizioni possibili, soprattutto se legate a Palermo Capitale della Cultura. Ma in molti sono poco conviti dei suoi risultati nell’amministrare la città per cinque anni, tranne, forse, nei successi del comparto cultura. Ovvio.
Dall’altro lato, Ugo Forello (candidato dei Cinque Stelle per i molti che ancora nemmeno lo sanno), nulla dice se non rigidamente controllato dal vertice grillista. Altrimenti sono guai. Tanto da perdersi in piccole iniziative come quelle legate all’utilizzo di questo o quell’edificio. D’altronde, è stato candidato grazie a un numero di voti paragonabile a quello di un’assemblea di condominio chiamata a scegliere il colore della facciata. Forello può comunque vincere sull’onda del web-padrone.
Gli altri candidati risultano vagamente visibili. A occhio e croce, e senza alcun bisogno di sondaggi, sembrano molto indietro. Tanto da non ricordarne nemmeno i nomi a meno di fare uno sforzo mnemonico. Per alcuni, la visibilità è particolarmente limitata e riconducibile a slogan riproducibili in qualsiasi luogo di un’Europa ormai preda matura del populismo più incosciente.
Solo Ferrandelli sembra invece proporre per lo meno una seria discussione su idee e iniziative, più o meno grandi, legate ai reali problemi di Palermo. Che non siano le brioche di Orlando decorate a inaugurazioni e cultura, oppure il disco rotto della propaganda “all’urbigna” di grillisti o simili.
Ad esempio, domenica mattina (26 marzo), Fabrizio Ferrandelli proporrà un dibattito al Teatro Santa Cecilia sulla situazione e i progetti nell’ambito dei trasporti metropolitani.
Dal titolo “Focus mobilità: viabilità, nodi di interscambio, ztl, brt, tram, bus, treno, Amat”, promette d’essere un incontro sul “pane” anziché sulle “brioche” o, peggio, su barriere e cannoni di lugubre memoria.
Non è certo che Ferrandelli sia primo in sondaggi commissionati da se stesso o da altri. Non è certo che le proposte di Ferrandelli siano poi efficienti, attuabili, utili, di peso, etc. Non è certo che Ferrandelli diventi sindaco, al primo o al secondo turno.
Ma è certo, almeno finora (e fino a quando non si partecipi all’evento di sabato prossimo), che sia l’unico capace di coinvolgere: mettendo sul tappeto una serie di fatti amministrativi e progettuali reali. E strettamente correlati tra loro a livello urbanistico e settoriale. Una serie di “cose”, come si dice oggi in ambito politico, che sono pertinenti alla vita dei cittadini e all’effettivo ambiente amministrativo di un futuro sindaco. Insomma, sembra l’unico candidato che porti avanti una campagna elettorale centrata su temi di politica e amministrazione cittadina e condivisa in incontri aperti.
Ferrandelli al momento è primo. Per lo meno nel dibattito.
In copertina: Piazza Pretoria e Palazzo delle Aquile, ovvero il Municipio di Palermo. Foto di Giusi Andolina
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“Gli altri candidati risultano vagamente visibili. Tanto da non ricordarne nemmeno i nomi a meno di fare uno sforzo mnemonico”. Fatelo voi lo sforzo, e poi tirate lo sciacquone. Mai vista così tanta faziosità…