di Gabriele Bonafede
Si entra nella fase finale di un campionato di Serie A spaventoso per il Palermo e, benché la matematica ancora non lo condanni alla retrocessione, si può già parlare della peggior difesa rosanero di sempre. Per lo meno nei campionati giocati in massima serie.
Con i quattro gol incassati a Udine, nonostante il vantaggio iniziale siglato da Sallai, il Palermo ha raccolto nella propria rete ben 60 palloni in 29 partite. Si tratta della peggior media-gol subiti a partita in tutta la storia rosanero in serie A. E non è che ci siano state poche stagioni con difese sciagurate.
In altre cinque stagioni in massima serie la squadra rosanero ha subito più di sessanta gol. Persino in tornei a 18 squadre e quindi con 34 partite anziché le 38 di oggi. La scorsa stagione, il record negativo era stato sfiorato con 65 reti subite. Ma mai si era arrivati all’infelice media di oltre due gol a partita. Come si registra all’oggi dopo la 29ma giornata di un campionato sciagurato anche nei punti ottenuti per ogni apparizione in campo. Finora è precisamente una media di 2,07 incassati a ogni partita.
Una performance simile a questa è avvenuta solamente nel primo campionato giocato dal Palermo in serie A a girone unico. Nel lontano 1932-33, quando subì quasi due gol a partita (precisamente 1,93 in media) ma finì con un onorevole 12mo posto e salvo. Per giunta da matricola assoluta. Per la cronaca, in quel Palermo giocava Radice, cannoniere storico del Palermo.
Quest’anno, continuando così (ma non peggio), il Palermo potrebbe terminare il campionato con qualcosa come 78-80 gol al passivo. E anche se dovesse migliorare enormemente il proprio rendimento difensivo, per esempio prendendo solo un gol a partita nelle prossime nove, arriverebbe a sfiorare i 70 gol subiti in una stagione. Ma prendere un solo gol di media a partita significa avere performance difensive simili a squadroni come Lazio e Napoli. Difficile.
E anche così questo Palermo finirebbe per ritoccare la peggior difesa di sempre in serie A anche dal punto di vista del numero di gol incassati. E cioè quella del campionato 1950-51, ai tempi di Čestmír Vycpálek (zio di Zeman) in campo e Giuseppe Viani allenatore. Un’epoca in cui non si badava molto a difendere e si segnavano caterve di gol.
In quella lontana stagione il Palermo ne prese ben 67. Ma si piazzò benissimo: al decimo posto. Grazie a un attacco particolarmente prolifico (59 reti) guidato dai mitici Bronée e Di Maso. Non a caso, in quel campionato il Palermo vinse per ben 8-0 contro un solidissimo Pro Patria. E si trovò tra i primi posti in classifica nelle fase iniziale del torneo.
Va anche detto che tutte le squadre del campionato in corso hanno bucato la difesa rosanero. Di contro, il Palermo ha segnato a quasi tutti, per poi essere quasi sempre rimontato nel corso della partita. Le uniche due partite dove non è stato rimontato sono state le vittorie a Bergamo, ma lì ha segnato all’ultimo minuto, e la sola vittoria casalinga, contro il Crotone. Persino la partita più bella di questo campionato rosanero, l’incredibile vittoria a Genova per 4-3, è stata frutto di una “contro-rimonta” ai danni dei grifoni.
L’attacco non è un granché, ma per lo meno dimostra di saper bucare qualsiasi difesa o quasi. E a Udine si è registrata un’unica nota positiva: il primo gol in Serie A del giovane ungherese Sallai.
Forse, in questa chiave, si può cercare un’ultima, disperata, strategia per tentare ancora una salvezza miracolosa. E cioè, dare conto alle famose parole di un Presidente della Repubblica amato da tanti italiani ai tempi del mondiale vinto dall’Italia in Spagna: Sandro Pertini. Che nel corso di quel torneo disse, per una delle nazionali più catenacciare nella storia del calcio, “la miglior difesa è l’attacco”.
Foto del Palermo 1950-51 in copertina e nel testo tratta da Wikipedia. Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=2696433