di Gabriele Bonafede
Articolo del 30 Novembre 2013
Sant’Andrea Belotti: un nome, due gol, uno più bello dell’altro alla fine di ognuno dei due tempi di gioco. Ed è la partita che ogni tifoso vorrebbe vedere: una squadra avversaria ben messa in campo, i propri beniamini che si buttano in avanti dopo essere stati raggiunti e sbagliano facili occasioni, il portiere avversario che fa interventi strappa-applausi, si colpisce pure un palo, e alla fine il giocatore più amato, un ragazzino-fuoriclasse che festeggia nel migliore dei modi il proprio onomastico, segna il gol della vittoria dopo averne fatto uno, splendido, nel primo tempo. Memorabile, come se fosse una vittoria contro una delle “grandi” del calcio.
Nel giorno del suo onomastico, è dunque lui l’eroe: Andrea Belotti da Calcinate (Bergamo), detto “Il Gallo”, appena vent’anni fra tre settimane, un tiro alla Gigi Riva, un fiuto del gol alla Pippo Inzaghi, un dribbling alla Amauri, un colpo di testa alla Trezeguet o Bettega. Oggi ha fatto venire giù il Barbera al minuto 91 dell’incontro Palermo-Novara 2-1, salendo come un santuzzo fino al cielo a prendere quel cross di Stevanovic per schiacciarlo di testa in rete.
Ci sono solo 7300 spettatori a godersi l’incontro, sotto la pioggia e con nuvoloni nerissimi, ma appena quella palla entra in rete succede il putiferio: la “bomba” del Barbera esplode come se fossero 40000.
E, a fine partita, le battute dei tifosi fioccano: “Il Gallo dalle uova d’oro” (scrive Roberto Li Vigni, visti i cinque gol segnati in pochi incontri disputati), “E il Gallo cantò due volte” (titolo del sito ufficiale del Palermo calcio), “Il gallo Belotti canta all’alba e al tramonto!” (Davide Vitale su Facebook). E poi tante esortazioni a Zamparini per tenere il giocatore in rosa.
Non c’è dubbio, il presidente del Palermo ha messo a segno un colpo di mercato magistrale alla fine dell’estate. Si spera lo tanga il più possibile a Palermo.
Nella partita in cui Belotti dà lezioni a Hernandez su come si mette la palla dentro, con l’uruguayano deludente e incredibilmente impreciso sotto porta, altri due calciatori rosanero salgono sugli scudi: Barreto e Troianiello, che mettono in campo quel “qualcosa in più”, quella voglia di vincere, quella grinta, quella lotta a ogni pallone che solo giocatori e squadre superiori hanno. Fino alla fine, fino all’ultimo respiro, fino all’ultima corsa nel tempo di recupero i due hanno trascinato il Palermo capitalizzando al meglio la loro freschezza atletica.
E, come detto in altre occasioni, onore all’avversario, che non si è mai dato per vinto. Nemmeno in dieci, nemmeno quando l’assalto rosanero è diventato feroce e determinato, il Novara ha mai mollato. Con un forte portiere, lo slovacco Tomás Kosický, che ha eseguito almeno due interventi miracolosi e un attacco che ha saputo approfittare alla prima sbandata rosanero, con il classico gol dell’ex (Gonzalez): i piemontesi, eredi del grande Silvio Piola, sono arrivati a un passo dal “colpo” al Barbera. Forse anche con un poco di fortuna, ma la fortuna la si deve anche cercare.
Stavolta ha vinto un Palermo che oltre alla superiorità tecnica ha aggirato il muro novarese con grande determinazione e soprattutto con il doppio canto del proprio Gallo vincente.
Buon onomastico, Andrea! Con i nostri migliori auguri per una maglia azzurra insieme ai “grandi”, quanto prima.
In copertina, festa promozione in serie A nel 2014. Una stagione nella quale è esploso Belotti segnando 10 gol. Foto di Gabriele Bonafede.