È una storia vera, scoperta e portata alla luce pochi anni fa, quella che verrà messa in scena alle 21 di sabato 25 febbraio, con replica alle 18 di domenica 26, al Piccolo Teatro Patafisico, in via Gaetano La Loggia 5. S’intitola “NIÑO“, lo spettacolo che vede alla regia Tino Caspanello, prodotto dal “Teatro Pubblico Incanto”.
Siamo in un piccolo borgo siciliano, nei primi anni del 1950. Gli esiti della guerra da poco finita, una politica disattenta e un’economia mai decollata costringono ancora i siciliani a lasciare le proprie case. La protagonista, un’anima mite e allegra, votata all’educazione dei bambini che raccoglieva per strada, incontra, per una sola volta, uno dei tanti emigrati che, dall’Argentina, è tornato per trascorrere una breve vacanza. È subito promessa di matrimonio, è un viaggio, è la “fortuna che arriva dall’America”. Qualcuno, però, per salvarsi, gioca un brutto tiro alla donna proprio nel momento in cui lei sta per scendere dalla nave appena approdata nel porto di Buenos Aires. Così, quel futuro, da lei tanto sognato e pronto a regalarle la felicità che attende da sempre, si trasforma in un presente doloroso, che solo un velo di poesia e di alienazione possono alleviare. La felicità della protagonista scompare nel nulla, così come quel desiderio, comune a tante altre donne, di avere un nin᷈o, un bimbo.
«E’ praticamente la storia scoperta per caso di una cugina di mia madre emigrata negli anni ’50 – racconta il regista – e di cui non avevamo più avuto notizia. Ho voluto raccontare quello che le accade prima, quando porta avanti una vita tranquilla in un piccolo paese siciliano delle colline dei Peloritani, e quello che le succede dopo. Desideravo essenzialmente portare a conoscenza di altri la sua storia, il viaggio verso Buenos Aires e quello che subì, dando voce a quella vita che mai fu per lei facile, anche perché non tornò più a vivere nella sua Sicilia».
Piena di pathos e assolutamente coinvolgente, sia nelle parole sia nei gesti, l’interpretazione di Cinzia Muscolino, capace di trasportare lo spettatore in luoghi e tempi lontani, pieno di sogni e di aspettative d’amore. Il suo calarsi nei panni di questa donna, che nel viaggio verso l’Argentina ripose tutte le sue aspettative, riesce a comunicare ogni tensione ed emozione, così come il suo dolore per quanto le stava accadendo.
Il testo è stato scritto, tradotto e presentato in francese sotto forma di studio a Grenoble, nel 2011, durante il festival “Regards Croisés“. A rendere ancora più completo il tutto, il workshop di drammaturgia che lo stesso Caspanello terrà al Patafisico oggi e domani. Info: cell. 3338621178.