di Sabina Spera
Il celebre quadro di Giovanni Boldini che ritrae Donna Franca Florio rischia di essere messo nuovamente all’asta. La volta precedente, si è riusciti a evitare il peggio, poiché gli acquirenti furono d’accordo a ricollocare la tela in quella che potrebbe definirsi la sua casa, una location d’eccezione, emblema di una Palermo elegante e aristocratica, costruita dagli stessi Florio, com’è Villa Igiea.
Il ritratto di Franca Florio, nella sua posa austera, con quell’abito nero, arricchito da un lungo torchon di perle, una scollatura ben evidente e per nulla volgare, è anche l’immagine di Palermo degli inizi ‘900, oltre a rappresentare uno dei più significativi esempi della pittura di quegli anni. Un quadro conosciuto in tutto il mondo e che tutto il mondo ci invidia, rievocante la prosperità architettonica, artistica ed economica che il capoluogo siciliano conobbe in quegli anni. Anni che, purtroppo, non ritornarono più. Però una cosa è certa: i palermitani, oggi come allora, restano ancorati e legati affettivamente a “quel tempo che fu” e naturalmente ai Florio, che segnarono un periodo storico da potere definire “intramontabile”.
Il quadro che ritrae donna Franca è anche uno dei pochi che si salvarono dopo i due conflitti mondiali, superando i difficili anni in cui ci fu chi, come la mafia, provò a demolire e distruggere tesori dal valore inestimabile, facendoli spesso sparire avvolti in un alone di mistero.
Da quando si è diffusa la notizia della vendita, l’intera città si è mobilitata per difendere il quadro e, con esso, la storia di Palermo. I social, per esempio, nel caso specifico Facebook, si sono riempiti di post solidali e di gruppi come quello dal titolo “Salviamo il ritratto di Donna Franca”, che a oggi, conta 648 iscritti.
È stata, inoltre, lanciata una petizione su Change.org (il link è https://www.change.org/p/regione-sicilia-lasciamo-donna-franca-nella-sua-palermo) – attraverso la quale si fa appello agli enti territoriali affinchè si mobilitino prima possibile per acquistare il quadro, in modo che possa rimanere nella sua Palermo. In tal senso, si auspica anche una possibile collocazione alla Galleria d’Arte Moderna, sito che ne ricaverebbe ancor più prestigio, attirando sempre più visitatori, locali e non.
“Lasciamo Donna Franca nella sua Palermo” è, dunque, l’appello che i cittadini lanciano nella speranza di essere ascoltati. La petizione, attualmente in corso, che conta al momento 1.125 firme, è indirizzata all’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, alla Soprintendenza dei Beni Culturali, al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e al Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta.
E’ stata promossa da Emanuele Ribaudo e, partita con solo una firma. «Conto di incontrare e parlare con il Presidente del consiglio comunale entro questo fine settimana – ci spiega il promotore dell’iniziativa – e siamo in attesa dell’esito di un’interrogazione parlamentare a Montecitorio».
Non è finita qui perché «Il 4 marzo verrà inaugurata una retrospettiva sul Boldini a Roma – aggiunge Ribaudo – e, in tale data, dalla casa d’aste contano di avviare le procedure per la messa in vendita. Ciò ci darebbe uno spiraglio in maggiore tempo».
Tanti sono i messaggi d’affetto dei palermitani che continuano ad arrivare tra il sito di Change.org e i social network, dimostrando quanto stia a cuore Donna Franca che abitò una Palermo fiorente, ordinata e, come lei, tanto elegante.
Immagine in copertina tratta da Wikipedia. Particolare del ritratto di Giovanni Boldini. Pubblico dominio, link: https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=724611 dove è visibile l’intero ritratto, come inserito nel testo.