di Laura Nobile
Ci sono quelli in bronzo e cristallo, provenienti da Schönbrunn, che illuminavano, maestosi, il salone da ballo e la sala da pranzo. Quelli in legno e tessuto, ricollocati nelle stanze del re Ferdinando IV. E quelli in alabastro, perle e bronzo dorato, che impreziosivano le camere private della regina Maria Carolina d’Austria.
Sono tornati a nuova luce e ricollocati nei loro ambienti originari, i 25 lampadari della Casina Cinese a Palermo, riportati alla loro funzione grazie all’intervento di restauro finanziato dal Gioco del Lotto con 30 mila euro.
Si riaccende di fatto con un nuovo sistema di illuminazione l’intero complesso della residenza borbonica, ideata da Venanzio Marvuglia a partire dal 1799 secondo il carattere esotico e la passione per le cineserie in voga nelle corti europee.
Ci sono voluti quattro mesi di lavori curati dai tecnici della Soprintendenza ai beni culturali di Palermo, coordinati dalla storica dell’arte Maddalena De Luca, (ulteriore tassello del lungo restauro avviato nel 2000), per far tornare a nuova luce ogni ambiente della stravagante tenuta di caccia nel cuore del Real Parco della Favorita e acquisita dai sovrani nel 1799, durante l’esilio da Napoli.
“I lampadari erano nei depositi dagli anni Novanta, la maggior parte dei materiali erano pezzi slegati, strutture in legno, parti in alabastro, perline e campanellini – racconta la Soprintendente ai Beni culturali di Palermo Maria Elena Volpes – ma esistevano le descrizioni d’archivio e sapevamo come recuperarli.”
Per lei questo è un giorno di festa : “Tornare a illuminare Casina cinese è un sogno che si realizza, lo abbiamo fatto restituendo le atmosfere dell’epoca in questo sito che non doveva avere allora una luce eccezionale, ma nel pieno rispetto dell’intero contesto, con i suoi tessuti e i suoi colori e con un sistema interamente elettrificato a led nei vani sprovvisti di altre fonti luminose artificiali.”
Una storia che parte da 174 casse arrivate al molo di Palermo tra il 1806 e il 1807, contenenti gli arredi di pregio dei reali per le residenze siciliane all’interno del Parco della Favorita, ma anche della Casina di Ficuzza e del Casino di Solanto. Uno scrigno di tavolini intarsiati, sete, legni, vasi cinesi, e anche degli straordinari lampadari di fattura e materiali diversi, dall’alabastro al bronzo antico, ai dettagli in seta, estremamente pregiati e che si erano degradati nel corso del tempo.
A raccontare, un ambiente dopo l’altro, il prezioso percorso della luce ritrovata, è Maddalena De Luca: “Per i lampadari in bronzo e cristallo che troneggiano nel salone da ballo sono stati messi in sicurezza i sistemi di aggancio e le catene di sostegno, puliti e integrati i cristalli, per quelli in legno e tessuto “cosiddetti cinesi” della “stanza alla turca” è stato necessario lavorare per recuperare i materiali originari, come le sete stracciate, e ripulire i cristalli di quelli in alabastro e perle delle stanze private della regina, dove ora, col sistema dell’illuminazione a led, è tornato visibile anche lo studiolo privato in marmi policromi.”
La prossima tappa sarà l’istituzione di un biglietto d’ingresso, la creazione della biglietteria e del bookshop e la realizzazione dei servizi igienici nei corpi antistanti la Palazzina, attualmente pertinenze dell’attiguo museo etnografico “Giuseppe Pitrè”, di proprietà del Comune, e ancora chiuso per restauri.
“Stiamo dialogando con le istituzioni e in particolare col Comune – promette l’assessore regionale ai Beni culturali Carlo Vermiglio – per provvedere al più presto ed eliminare le anomalie e le incongruenze del passato.” Mentre Simone Cantagallo, direttore delle relazioni con i media di Lottomatica sottolinea che “la loro scelte cadono sempre su progetti di pubblica utilità e il restauro e l’illuminazione della Real Casina è nato proprio con questo intento.”
Per festeggiare il restauro, sabato 11 e domenica 12 febbraio dalle 17 alle 21, Le Vie dei Tesori cureranno le visite guidate a ingresso libero, senza prenotazione e fino a esaurimento posti, della Casina illuminata.
A fare da ciceroni, e a raccontare la storia della Casina, le guide degli Amici dei Musei siciliani, nei panni del re Ferdinando e della regina Maria Carolina, che condurranno a gruppi di venti persone per volta il pubblico alla scoperta della dimora reale, mentre nell’anfiteatro in marmo del seminterrato un ensemble diffonderà musiche del Settecento, per rievocare le atmosfere delle feste borboniche.
Poi la Casina tornerà ai suoi consueti orari: apertura tutti i giorni feriali, escluso il lunedì, dalle 9 alle 18,30 e la prima domenica del mese dalle 9 alle 13,30 a ingresso libero.
Le foto in copertina e nel testo sono di Igor Petyx.
Dico subito che la notizia è bella e riaccende – è il caso d dire – il mio desiderio di visitare ancora una volta questo “unicum” siciliano. Visto però che si parla di luce, mi si permetta di ricordare – nella speranza che nel frattempo si sia ovviato al problema – che l’anno scorso, alla fine della visita guidata, il nostro gruppetto fu condotto giù per una scala alquanto ripida completamente al buio. Buia al punto che ho dovuto aiutare – ringraziato – gli altri con la app torcia del mio telefonino. Da siciliano innamorato della mia Sicilia, di cui scrivo spesso, un pochino mi è seccato.