di Gabriele Bonafede
In poche ore il profilo twitter @TrumpDraws (Trump disegna) ha fatto semplicemente il “boom” mostrando disegni collocati ad arte nei suoi decreti firmati e mostrati alla stampa.
@TrumpDraws si auto-presenta così: “Sono il presidente e mi piace disegnare”. Ovviamente è satira. Per quanto feroce, è anche efficace nei confronti di provvedimenti che da molti sono stati giudicati come inappropriati, anticostituzionali o peggio. Il profilo twitter @Trumpdraws è passato da poche migliaia di “follower” a circa 150 mila tra ieri e oggi. E sembra destinato ad aumentare i suoi fan, perlomeno fino a quando ci sarà l’opportunità di approfittare delle occasioni di dileggio fornite dal Trump reale (o virtuale).
I tweets mostrano brevi video (in “GIF”) con il faccione di Trump serissimo e la sua brava cartella dei decreti firmata ed esposta a tutti. Solo che al posto dei decreti ci sono disegni infantili. Posizionati da poche ore, fanno furore: twittati e ritwittati migliaia e decine di migliaia di volte, hanno fatto presto il giro del mondo.
C’è Trump che disegna la casa, oppure un gatto, un dinosauro, un autoritratto… L’autoritratto, in particolare, ha presto superato 72 mila tweet, rivaleggiando con il numero dei “re-tweet” provocati dai brevi messaggi del presidente dal suo profilo Twitter reale.
Inutile commentarli o descriverli, parlano da soli. Val la pena di dare un’occhiata al profilo.
La notizia del successo dei disegni “del” presidente è stata pubblicata da molti media americani fortemente critici sull’operato del presidente Trump, come Mashable.
La testata online presenta la’imbarazzante situazione di Trump di fronte alla satira, evidenziando che il presidente si trovi in questa situazione perché ha fatto una cosa che “rompe con le regole fondamentali dell’internet, ossia mostrare un ordine esecutivo firmato di fronte alle telecamere”.
Trump sta diventando una vera e propria miniera d’oro per la satira. Qualcosa che era prevedibile, perlomeno in Italia, perché è già successa per Berlusconi: un uomo politico che ha più di un punto in comune con l’odierno presidente USA.
Ma un conto è il capo del governo italiano, peraltro quando internet era meno evoluto, e un conto è il presidente degli Stati Uniti, che per altro, almeno per molti italiani, si presenta con un look ed espressioni facciali e del corpo quanto meno bizzarre.
Satira o non satira, Berlusconi ha comunque guidato l’Italia per molto tempo. Sarà lo stesso per Trump o si ritroverà presto di fronte a impeachment? Certo la democrazia americana esiste da molto più tempo di quella italiana. E si tratta di due monti profondamente diversi, soprattutto per quanto riguarda il livello di libertà di stampa.
Difficilmente l’Italia potrà dimostrare d’avere una democrazia più evoluta di quella americana, per lo meno in questo momento. E per quanto riguarda l’ispirazione sulla satira, Trump sembra aver superato Berlusconi in sole due settimane di presidenza.