
di Gabriele Bonafede
Palermo-Inter finisce uno a zero per i nerazzurri sotto una pioggia torrenziale per queste latitudini. Ma poteva andare peggio: poteva anche essere una pioggia di gol nella porta rosanero. Per la differenza tecnica, per le aspettative della vigilia, per il momento delle due squadre a confronto, e tanto altro.

Previsioni pessimiste, per carità, ma dettate da una situazione drammatica. La nave rosanero è nel mezzo di una tempesta che sembra non finire mai. Alcuni, tra i tifosi più rassegnati, prima del calcio d’inizio davano per certa la vittoria interista con almeno tre gol di scarto, oppure “da over”.
E invece il Palermo di Corini, confermato alla guida rosanero in settimana, regge per 65 minuti sotto la pioggia, sotto le contestazioni, con un ambiente che dire spaccato è ormai un eufemismo e sotto una Curva Nord praticamente vuota.
Finisce la partita con dignità, ricevendo persino qualche timido applauso all’uscita dal campo. Nel primo tempo, per lo meno a tratti, ha pure giocato meglio dell’Inter. La squadra di Pioli, espulso nel finale per proteste, è chiaramente in ascesa e tenere botta per lungo tempo non era affatto facile. Se nel finale il Palermo si ritrova anche in vantaggio numerico, l’Inter ci mette esperienza e qualità chiudendosi molto bene.
Su questo piano poteva piovere e non è stato così.
Veniamo alla pioggia: le note dolenti che continuano imperterrite, ovvero il “potrebbe piovere e piove”. Dopo aver concluso la prima parte in parità contro una squadra tecnicamente superiore, la squadra di Corini ha incassato il solito gol su amnesia difensiva. La vittoria dell’Inter ci sta tutta, meritata, anche se molte decisioni arbitrali sono state di deferenza al club più importante.

La squadra di Pioli, per la cronaca, porta a casa i tre punti grazie alla rete di Joao Mario al 20’ della ripresa, su cross pennellato da Candreva. Ma aveva avuto altre occasioni sventate da un ottimo Posavec che non manifesta sbavature tranne su un controllo su passaggio al portiere che provoca un calcio d’angolo.
Morale della favola, o meglio, della tragedia? Ormai ci vuole il pallottoliere per contare le sconfitte di questa stagione: 15 su 21 partite.
Ancora una volta l’attacco non ha fatto granché, e può starci contro una squadra dei piani alti. Ancora una volta il reparto difensivo è sotto accusa, dunque. D’altronde, in questa sciagurata stagione, il Palermo ha incassato almeno un gol in 21 partite su 20. L’Atalanta è la sola squadra del massimo campionato a non aver bucato la porta rosanero. Per contare i palloni raccolti nella propria porta non basta più nemmeno il pallottoliere: ci vuole la calcolatrice. sono 41, peggio ha fatto solo il Cagliari che però ha ben altro attacco.
Ancora una volta c’è stata una resa progressiva. La prestazione del Palermo si è sbiadita via via che è venuta giù la pioggia sullo Stadio Renzo Barbera, intensificando il peggioramento sul campo con l’intensificarsi delle avverse condizioni ambientali e del tempo che passava. Un copione già visto tante volte. Forse anche la condizione atletica va rivista?
Bilancio finale: tra la situazione a casa propria e i 29 punti di differenza in classifica, questa con l’Inter è una sconfitta onorevole. Che fa ben sperare per una seconda parte di campionato per lo meno dignitosa e considerato che la salvezza è ormai un miraggio. L’Empoli, la squadra più vicina in classifica, è ormai lontana ben 11 punti. Più di quelli ottenuti finora dal Palermo. Si gioca fondamentalmente per onorare la maglia sperando in un intervento miracoloso che venga magari da un’entità sul Pellegrino monte che sovrasta il Barbera e il Parco della Favorita.
Se la serie B è quasi certa, per lo meno la dignità dei colori va difesa: come è successo oggi. Almeno su questo piano la partita con l’Inter poteva andare peggio, pioggia o non pioggia.