di Gabriele Bonafede e Carolina Infantellina
Nella Palermo che sforna teatro e commedia con grande fertilità, arriva un nuovo spettacolo con una coppia tanto inedita quanto promettente: Sergio Vespertino attore (e co-autore) e Marco Pomar autore. La prima teatrale ha un titolo dal colore siculo: “Bastian Contrario”. Ci saranno un bel poco di repliche, dal 20 gennaio al 26 marzo del 2017 al teatro Agricantus di Palermo, in via Nicolò Garzilli 89. È il caso di farci una capatina per lo meno una volta.
Intanto perché l’alchimia tra i due corrompe fin dall’inizio. E poi perché tutti i palermitani siamo Bastian Contrario nel midollo. E sapendo, forse a torto, che Marco è molto più “riservato” dell’espansivo Sergio (e in linea con il titolo del suo stesso spettacolo), abbiamo approfittato per incontrare l’attore anziché l’autore. Magari potevano raccogliere qualche anteprima e così saperne di più prima di tutti quanti. Cosa che Marco Pomar forse ci avrebbe opportunamente, e giustamente, negato.
E poi, aldilà di eventuali preconcetti sulla riservatezza di Pomar, il Sergio Vespertino della vita di ogni giorno è sempre in perfetta linea con quello che è il suo personaggio sul palcoscenico: qualcuno che non le manda a dire, e che usa la risata e l’ironia come arma di introspezione personale. Dunque parlerà senza l’uso della tortura.
Va detto che Vespertino è secondo noi un attore in ascesa, confermata dalla straordinaria prestazione, insieme a Maurizio Bologna, nell’ultimo film di Pif “In guerra per amore”.
Inizia la sua carriera nel 1990, a 28 anni suonati, debuttando nel quartetto cabarettistico dei “Treeunquarto” per approdare, nel 2000, al teatro non-solo-da cabaret. Sono note, inoltre, le sue numerose presenze nel mondo della televisione e in quello del cinema, tra cui “La mafia uccide solo d’estate”, “Squadra antimafia 3” ed il “Commissario Mantalbano”.
Ma, cosa significa, cosa è realmente Bastian Contrario in quanto spettacolo? È d’uopo sapere almeno questo per pronto accomodo. Certo, Bastian Contrario, è una persona che si mette di traverso su tutto e che non accetta le cosiddette lungaggini. Ma forse c’è di più…
“Viviamo in un’epoca in cui la premura e la fretta camminano a braccetto con quella che è la routine quotidiana di ognuno di noi, anche l’andamento della camminata è diventato veloce e spedito, e qui – ironizza – non sappiamo nemmeno esprimerci, paradossalmente, utilizzando il potere della sintesi. Eppure nella vita reale siamo costretti ad essere sintetici al massimo: anche venti parole per creare premessa, cuore del testo ed epilogo… ed un discorso potrebbe già essere concluso. Bisogna fare il Bignami di tutto”.
“Bastian Contrario, nel momento in cui gli si presentano davanti due strade distinte e separate, sicuramente sceglierà di intraprendere quella meno battuta dalla massa. Procede controcorrente, non è un amante delle tendenze e delle mode, non ama affatto le frasi fatte (“dai vieni che ci sono tutti!”, “ma tutti chi?”), cercando sempre di allontanarsi dalla “media” anche a costo di essere contro tutto e tutti. Insomma, la sua frenesia risiede proprio nella sua pace interiore fuori dalla normalità e le tendenze”
Decisamente, c’è del Pomar in Danimarca… Tanto che Vespertino conferma l’andazzo: “Bastian Contrario ha anche un rapporto con Dio, lo nomina, lo chiama. Anche la sola vista di un oggetto fa sì che ci parli perché è assodato che Dio sia immanente. Pone domande che sono un po’ surreali, si chiede quale sia il perché del perché delle cose che all’apparenza può sembrare sciocco ma che, per un pubblico attento, nasconde e conserva una sua particolare ragione“.
Vespertino tiene a ricordare che non c’è solo la comicità ma, come in tutti i suoi spettacoli, si trovano momenti teneri e riflessivi. D’altronde la migliore risata, possibilmente, è quella che fa scaturire la riflessione, la messa in discussione di se stessi. La sfida che si sono proposti Vespertino e Pomar “è proprio quella di giocare con ognuno di noi, di poter mettere in ciascuno questo seme di riflessione, così che la gente possa andarsene con un piccolo compito per casa.”
La scena dello spettacolo sarà condivisa dal maestro fisarmonista Pier Paolo Petta, compositore delle musiche. Che sono tutte originali.
La collaborazione con Marco Pomar? È frutto di una conoscenza pregressa. Sì, pregressa, non regressa. No, no, nemmeno repressa…
Infatti, i due hanno lavorato insieme allo spettacolo “Flic e Floc” di giugno 2016, con Paride Benassai. Anche se questa è stata la prima loro collaborazione nei testi. Entrambi stanno vivendo insieme le tematiche care all’uno e all’altro lavorando al fine ultimo e rassicurante di vedere quale sia il risultato.
Qui nasce spontanea un’osservazione: forse, forse, aldilà di quanto vagamente detto su noi palermitani, Bastian Contrario è anche un personaggio più strettamente autobiografico?
“Affermativo”, sancisce Sergio. E ce lo aspettavamo. Possiamo ritirare il premio alla Lottomatica.
“C’è un riscontro con molte affinità, è un humus che ci appartiene ma che poi si espande, stirando la realtà e facendola arrivare fino al surreale, creando una vera e propria malattia del personaggio.”
Per l’unicità dei temi e del modo particolare in cui essi sono trattati, Vespertino pensa che la caratteristica del pubblico ideale sia la maturità, non intesa come un fattore di anzianità ma di senso critico personale. Lo spettacolo è fruibile ad ogni fascia di età, è noto che non usi mai parolacce e non ami gli eccessi stucchevoli.
Vespertino ci ha descritto una scena dello spettacolo in cui c’è un dialogo con le clessidre, il tempo che trascorre per antonomasia, in cui il granello di sabbia ha un doppio significato: “è, infatti, un secondo in meno di vita ma allo stesso tempo un secondo in più da vivere”.
Paradossi danesi, s’intende.
Sono le piccole riflessioni che automaticamente solleciteranno altre corde nel cuore del pubblico. Celata dietro la comicità del personaggio, delle battute e del contesto, si potrà riconoscere e capire la melanconia.
La melanconia è un aspetto che Vespertino evidenzia in tutti i suoi spettacoli, “va intesa come se nel nostro cammino, nella nostra vita frenetica abbiamo lasciato dei pezzettini sparsi che ci sono caduti e che non abbiamo avuto il tempo o che non abbiamo voluto raccogliere e quindi non abbiamo voluto riconoscerci.”
“Alcune cose appartengono al tempo stesso non ritorneranno più e sono conservate nella nostra memoria. Ma se da un lato abbiamo perduto qualcosa, dall’altro, in un’ottica positivistica, abbiamo ancora del tempo davanti; magari non si possono fare più le cose fatte un tempo ma queste stesse posso essere svolte in altro modo.”
Vespertino consiglia di vedere lo spettacolo pensando al di sotto del testo: in ogni risata ci sono delle parole che faranno pensare.
Non possiamo che ringraziare Sergio, con l’ovvia raccomandazione di non dire nulla a Marco.