di Matteo Cazzulani
La compagine di coach Radonjić resta imbattuta con percentuali da leader indiscussa alla fine del girone di andata della Regular Season. Il Partizan Belgrado ritrova il feeling con la vittoria, mentre Cedevita e Cibona si mantengono in zona playoff.
La Crvena Zvezda di Belgrado è una stella -rossa- che sta lassù, fissa e sola, allo zenit della pallacanestro della ex-Yugoslavia, anni luce lontana dalle altre squadre del campionato, offuscate a tal punto da sembrare su un altro pianeta. Questa è la situazione della Lega Adriatica di basket, il campionato che raccoglie le migliori squadre di Serbia, Croazia, Slovenia, Bosnia Erzegovina, Montenegro e Macedonia: una riedizione del campionato della gloriosa Yugoslavia che tanti campioni ha donato al panorama cestistico europeo e mondiale.
Costruita per essere competitiva in Europa, e giocarsi l’Eurolega al pari delle grandi della pallacanestro continentale come il CSKA Mosca, il Fenerbahçe di Istambul, il Panathinaikos di Atene, l’Olympiacos Pireo e lo Žalgiris Kaunas, la Crvena Zvezda ha completato il girone di andata della Lega Adriatica con quindici vittorie e zero sconfitte: una media travolgente, frutto di una supremazia su tutti i fronti da parte dei ragazzi di coach Dejan Radonjić.
Oltre ad avere vinto tutte le partite finora disputate, la Crvena Zvezda ha saputo tenere a distacco gli avversari con più di dieci punti di vantaggio, fatta eccezione per il Cedevita Zagabria e l’Igokea, rispettivamente la terza e la sesta forza del campionato. Inoltre, la Crvena Zvezda è la prima squadra della Lega Adriatica in quanto ad assist, ed è in vetta alle statistiche del campionato per quanto riguarda la precisione nel tiro da tre punti.
Oltre ad assist e precisione dalla distanza, la Crvena Zvezda fa della difesa il suo punto di forza, risultando la prima squadra della competizione per quanto riguarda palle rubate, rimbalzi difensivi e punti in transizione. Tale risultato è frutto di un’ottima capacità difensiva combinata ad una abilità nel gioco veloce e ad un gioco di squadra con un collettivo forte: una qualità di cui la squadra di coach Radonjić si è finora servita, assieme ad un gioco prevalentemente interno, per chiudere le partite più impegnative.
Esemplare, per comprendere la forza della Crvena Zvezda, è la vittoria ottenuta in trasferta col Cedevita: una partita che la compagine di coach Radonjić ha saputo chiudere pochi giorni dopo avere ottenuto una importantissima vittoria in Eurolega con il Real Madrid. A permettere la vittoria della Crvena Zvezda è la perseveranza a rimbalzo e in post basso dell’ala forte Milko Bjelica, assieme al gioco in transizione della coppia play-guardia composta da Stefan Jović e Charles Jenkins e alla precisione da tre, combinata dalla forza in post basso, dell’ala Marko Simonović. Il tutto, accompagnato dalla doppia doppia del centro Ognjen Kuzmić, capace di portare a referto 20 punti e 10 rimbalzi e, così, permettere ai biancorossi di Belgrado di fissare il risultato finale sul 95 a 91 per gli ospiti. Totalmente vanificata, grazie alla disciplina dei ragazzi di Radonjić, è la prestazione della coppia play-guardia Made in USA Ryan Boatright e John Shurma, nonostante abbiano essi portato a referto ben 46 punti per il Cedevita.
Seconda, dopo la Crvena Zvezda, è l’altra squadra di Belgrado, il Partizan, capace di rialzarsi dopo sconfitte pesanti con Budućnost, Cedevita e Crvena Zvezda grazie a notevoli qualità individuali e a buone percentuali di tiro dal campo. Il Partizan, che a differenza dei rivali cittadini della Crvena Zvezda ha un gioco più perimetrale, riesce a colmare una discreta percentuale nel tiro da tre punti con un’alta percentuale sia per quanto riguarda i rimbalzi, che per quanto riguarda i blocchi, siano essi difensivi od offensivi.
La partita con la quale il Partizan ha avviato un cammino di cinque vittorie di fila, che ha proiettato la squadra di coach Aleksandr Džikić al secondo posto nella Lega Adriatica, è stato il “grande classico” vinto in trasferta contro il Zadar: una prova di nervi e perseveranza con cui i bianconeri di Belgrado, guidati dall’energia del capitano Novica Veličković e favoriti da rotazioni più lunghe rispetto agli avversari, hanno sancito il ritorno alla vittoria.
La partita, giocata in un palazzo acceso da un tifo degno della migliore tradizione balcanica per via del confronto tra i Tornado del Zadar e i Grobari del Partizan, è equilibrata fino al terzo quarto, quando le squadre si allungano e a vestire i panni dei protagonisti sono l’ala forte Stefan Birčević e il play William Hatcher per il Partizan, e la coppia play-guarda Jakov Vladović – Lovro Mazalin per il Zadar. L’incontro si decide nel quarto quarto, quando la guardia Mihajlo Andrić mette la freccia per il Partizan con una tripla che avvierebbe i titoli di coda nella partita se non fosse per due triple dell’ala forte Boris Barać e Mazalin. Così, i ragazzi di coach Džikić sono costretti a postporre i festeggiamenti a quando un gioco da tre punti del centro Uroš Luković e un’altra tripla di Andrić piegano definitivamente la resistenza del Zadar, fissando il risultato finale sul 69 a 76 per il Partizan.
Al terzo posto nella classifica della Lega Adriatica vi è il Cedevita Zagabria, compagine capace, da un lato, di vincere in maniera convincente con le prime della classe Crvena Zvezda esclusa -Partizan e Budućnost- e, dall’altro, di perdere punti importanti a Skopije con il Karpoš Sokoli e in casa con il Krka Novo Mesto. Guidata in panchina dall’energico tandem Mršić-Pozzecco, il Cedevita fa della velocità combinata a un gioco prettamente interno l’arma principale per portare a casa le partite. Inoltre, il Cedevita mantiene un’alta percentuale nel tiro da tre punti che, continuità permettendo, può permettere alla compagine di Zagabria di ambire ad un risultato molto soddisfacente in Lega Adriatica.
La partita simbolo della qualità di gioco del Cedevita è la vittoria nel derby di Zagabria con il Cibona, un incontro caratterizzato dal confronto sulle panchine di due conoscenze del campionato italiano, nonché due ex-giocatori della Fortitudo Bologna, quali l’allenatore del Cibona Damir Mulaomerović e l’Assistant Coach del Cedevita Gianmarco Pozzecco -chiamato a guidare la squadra per supplire allo squalificato Veljko Mršić.
La partita vede il Cibona partire forte e costringere il Cedevita ad un allungo grazie a punti veloci della guardia Marko Tomas e punti in post basso dell’ala forte Luka Babić, entrambi bravi ad approfittare dei troppi errori sotto canestro della compagine di coach Mulaomerović. Nel terzo quarto, nonostante i venti punti di vantaggio per il Cedevita, si instaura un duello tra il tandem composto da Babić e dal play Toni Katić per il Cedevita e l’ala forte Emir Sulejmanović e la guardia Nik Slavica per il Cibona. Il risultato finale è fissato sul 100 a 80 per il Cedevita, con gli arancioni di Pozzecco a chiudere il match grazie all’ispirato Babić, mentre il Cibona ha tempo per lanciare una promettente coppia di giovani composta dal play Žan Mark Šiško e dal già citato Slavica.
Al quarto posto della Lega Adriatica vi è proprio il Cibona, squadra capace di un gioco solido molto interno, basato sull’asse tra il play statunitense Scott Reynolds e il centro Ante Žižić. A dare lustro e dinamicità al gioco del Cibona sono anche Slavica e l’ala Marin Rozić, giocatori capaci di ricoprire un ruolo fondamentale nelle vittorie che i ragazzi di coach Mulaomerović hanno ottenuto contro tutte le squadre del campionato, ad eccezione di Crvena Zvezda, Partizan, Cedevita e Budućnost.
Da parte sua, il Budućnost è una squadra in piena crisi, capace di scivolare dal secondo al quinto posto, ergo fuori dalla zona playoff, per via di difficoltà nel trovare la giusta alchimia di gioco da quando la guida tecnica dei blu di Podgorica è stata affidata al coach greco Ilias Zouros.
Subentrato al dimissionario Vlado Šćepanović, Zouros ha cercato di passare da un gioco veloce e perimetrale, con tante transizioni e tiri da tre punti, ad un gioco prettamente interno, senza tuttavia trovare la quadra per via sopratutto dell’assenza di un centro tradizionale che possa fungere da punto di riferimento per un tipo di gioco più fisico.
Così, mentre durante la gestione Šćepanović il Budućnost è riuscito a mantenere una striscia di risultati positivi, tra cui le vittorie pesanti su Cedevita, Cibona e Partizan, ora la compagine montenegrina appare confusa.
A dimostrarlo è la coppia di americani play-centro Marcus Williams e Shawn James, non più capace di produrre punti in velocità, così come la guardia Bojan Subotić, spesso costretta a tiri forzati che abbassano le percentuali di squadra e producono pochi risultati in attacco.
In copertina, Simonović della Crvena, immagine tratta dall’account Twitter ABA League