di Gabriele Bonafede
Entrare nell’Ospedale psichiatrico Pietro Pisani, ovvero l’antica Real Casa dei Matti di Palermo, è di per se una esperienza. Anche se si circola nella zona che non è più ospedale psichiatrico e senza alcun contatto con eventuali ricoverati. Il posto è particolare, e non solo a causa di ipotesi o visioni che vengono alla mente in un luogo di cura specialistico e speciale.
I “matti” ospitati fin dal secolo XIX, in una struttura che era all’avanguardia per qui tempi, tra le varie attività terapeutiche “facevano teatro”.
È quindi “una cosa” scoprire che, oggi, c’è un teatro al suo interno. E per giunta si tratta di un Teatro Patafisico. Un tipo di teatro, cioè, che si riconduce alla patafisica, definita quale “scienza delle soluzioni immaginarie”. Teatro del teatro, in qualche modo: immaginarie soluzioni già nel percorso di rappresentazione che può, esso stesso, partire dall’immaginario. Dal labirintico immaginario, se vogliamo perderci nel luogo di pazzia per eccellenza.
Per arrivare al luogo di rappresentazione si attraversano quei corridoi, quelle sale, quei cortili, una volta immersi nel verde e ancora oggi grondanti di isolamento e tranquillità, come di alienazione e disperazione.
Si cammina un poco pur di arrivare a una delle sale che ospita il Piccolo Teatro Patafisico dove è teatro nel teatro. Dove è immaginazione. Dove la meta è parte del dedalo immaginario, oltre che reale. Di corridoi, sale e muri, e cortili, dove il pensiero può perdersi come riallacciarsi, annodarsi come scomporsi. Immaginare e immaginarsi.
Sabato e Domenica, in questo posto della Real Casa dei Matti di Palermo, andrà in scena una pièce dal titolo emblematico: “Il labirinto di Ecuba”. Così lo presenta la regia di Patrizia D’Antona, attrice e regista palermitana: “Cercare rifugio nella memoria per trovare parole di speranza. È questo il desiderio umano e artistico che anima Il labirinto di Ecuba. È un viaggio onirico che lascia una traccia nel reale, come spesso accade con quei sogni che continuano a viverci dentro anche da svegli.”
“Ecuba rimane un potente archetipo del femminino, della sua immutabile essenza. – continua Patrizia D’Antona – Colei che, pur gridando il suo dolore, canta la vita e chiama la Dea: la Magna Mater a cui mai fu tolto il velo, e che semplicemente e irrimediabilmente non si arrende in difesa di un futuro possibile. La mia Ecuba è una donna di oggi, una donna che non dimentica“.
Il labirinto di Ecuba
Piccolo Teatro Patafisico di via Gaetano La Loggia 5 a Palermo, sabato 17 dicembre alle ore 21 e in replica domenica 18 alle ore 18. Di e con Patrizia D’Antona
Regia: Patrizia D’Antona, Costumi e attrezzerie: Elisabetta Giacona Cura del movimento: Patrizia Veneziano Luci: Gabriele Circo Ninna nanna di Francesca Martino Assistente di regia: Salvo Dolce Produzione Associazione Teatrale Còrai
Foto: René Purpura.