di Antonio Calandriello
La partita di domenica con il Chievo rappresenta una chiave di volta per il Palermo. Certamente, secondo me, sarà decisiva. Se si perde saremmo alla ottava sconfitta consecutiva in casa. Sarebbe un ulteriore record negativo, una botta dalla quale i ragazzi rosanero, ed i tifosi, difficilmente potrebbero risollevarsi. Se si vince, invece, spinti dal nuovo entusiasmo portato da Corini, si potrebbe iniziare una rincorsa che, pensandoci bene, non avrebbe poi nulla di fantascientifico, perché il quartultimo posto è molto vicino ai rosa. Io sono ottimista. E spiego perché.
Domenica scorsa con la Fiorentina si è visto un buon Palermo. Una squadra che per la prima volta in questa stagione. dopo lo svantaggio iniziale, ha reagito: pareggiando e facendo di tutto per vincere la partita. La sconfitta, immeritata, è maturata in circostanze rocambolesche nei minuti finali.
Ricordiamo che si giocava a Firenze, nella tana di una squadra con grandi ambizioni, che voleva la vittoria a tutti i costi. Soprattutto si sono visti alcuni giocatori, finora deludenti, trasformarsi, e giocare bene. Penso a Jajalo, che ha fatto un’ottima partita mostrando di essere qualcosa di meglio di come lo abbiamo francobollato. Insospettabili le sue doti balistiche in occasione del gol.
Penso a Chochev, che ha lottato come un leone. Penso allo stesso Hiljemark, più pulito del solito. E anche la difesa, tutto sommato, pur rimaneggiata, ha fatto bene. E penso a Quaison, che vicino alla punta, in posizione più avanzata, ha giocato meglio del solito, creando vari pericoli ai viola.
Erano gli stessi giocatori abulici ed assenti visti più volte con De Zerbi… Cosa può essere successo?
Intanto nessuno era fuori ruolo. Il destro era a destra, il sinistro a sinistra, il centrale al centro. Non ho visto le solite invenzioni pseudo tattiche di De Zerbi. In più ho notato più movimento senza palla, pochi fronzoli in difesa, più reattività nei contrasti. E, soprattutto, la squadra ha tenuto bene per 90 minuti.
Io credo che Corini abbia fatto la scelta più logica, abbandonando gli schemi cervellotici del suo giovane e presuntuoso predecessore e provando ad inculcare, nella testa dei giocatori, concetti semplici ed essenziali. Credo che abbia detto, soprattutto, di giocare con il coltello tra i denti, ma più liberi mentalmente.
Io ho plaudito quando ho visto il rinvio del portiere. Finalmente senza più quella preoccupazione di cercare il passaggio orizzontale difensivo, che tanti danni avrà fatto nella mente, già depressa di suo, dei nostri difensori.
Corini ha la personalità del condottiero. Il discorso finale al centro del campo è stato un eccezionale esempio di come si motiva un gruppo.
Va detto anche che Corini è amatissimo dai tifosi. Solo lui può far scoccare la scintilla per far tornare la gente allo stadio a sostenere i ragazzi rosanero. Corini in campo era uno pragmatico e concreto. E rendeva semplici le cose più complicate, con due piedi precisissimi e con un temperamento di gladiatore.
Speriamo che riesca a trasferire ai nostri questi concetti essenziali. A partire da domani, quando, tra l’altro, avrà a disposizione una rosa più completa. L’esordio fa ben sperare e, se ci pensate, abbiamo segnato subito con una punizione alla Corini. Roba finora mai vista nel Palermo di questa difficile stagione.
In copertina, tifosi accolgono Corini al Palermo store di via Maqueda. Foto di Antonio Calandirello