di Gabriele Bonafede
Per noi vecchietti ritornano in mente dolorosi ricordi a ogni incontro tra Bologna e Palermo. Non solo per i colori rosanero, ma anche per il concetto stesso di sport. Beninteso, il Bologna è oggi una delle società più corrette dal punto di vista della gestione: attenta allo sport e ai bilanci come poche. Qualche anno fa dovette vendere Diamanti, oggi in rosanero, per motivi economici. Soffrendone nel gioco e nei risultati, e retrocedendo in B. Ma mantenendo una gestione economica onesta.
Onore al Bologna, sempre. Anche perché è una delle poche società italiane che vinse, tanti anni fa, il duello impossibile con Juventus, Inter e Milan ottenendo vari scudetti trai quali uno nel famoso spareggio del 1964 contro l’Inter.
Ma quella finale Bologna-Palermo del 1974 è rimasta nel ricordo di tutto il popolo rosanero dall’anagrafe in bianco e nero. Arbitrata da Sergio Gonella, uno degli arbitri più controversi del panorama calcistico dell’epoca, la finale fu un esempio di direzione di gara con due pesi e due misure. In maniera sbalorditiva.
Gonella, infatti, ribaltò il risultato sul campo in qualche modo maltrattando, più che il Palermo, lo sport. All’ultimissimo minuto concesse un rigore al Bologna, mentre si stava sull’1-0 per il Palermo, dopo che i rosanero avevano dominato la partita. Il rigore più che dubbio, era inventato. A vederlo ancora oggi, (immagini facilmente reperibili su youtube) appare come un tuffo dell’attaccante rossoblù, Bulgarelli, da punire con un cartellino giallo: una simulazione anche troppo evidente, dopo anni ammessa dallo stesso Bulgarelli. Per colmo di ingiustizia, l’azione partì da un fallo laterale che era per il Palermo e fu invece assegnato al Bologna.
Non contento di ciò, ai calci di rigore finali, Gonella fece ribattere un penalty sbagliato dallo stesso Bulgarelli del Bologna, che al secondo tentativo lo realizzò. Insomma, per lo meno per noi palermitani, quella partita fu rubata. In tutto e per tutto: nel gioco, nello sport, nella storia. Il presidente rosanero, un gentiluomo d’altri tempi, al secolo Renzo Barbera, diede ugualmente il premio partita ai propri calciatori come se avessero vinto. In effetti, sul campo, avevano vinto eccome. Quella stagione il Palermo militava in serie B e la vittoria rosanero sarebbe stata una bella pagina del calcio e dello sport. Una pagina di sport negata al Palermo e a tutti gli italiani dal signor Gonella.
D’altronde, Gonella è stato uno dei più criticabili arbitri della storia del calcio, anche in campo internazionale. Ci perdoni questi appunti, anche perché oggi è un signore di una certa età e comunque ha fatto una carriera brillante di direttore di gara, spesso arbitrando benissimo.
Fatto sta, che oltre a Bologna-Palermo, arbitrò due finali, stavolta in campo internazionale. In ambedue fece una pessima figura. La prima fu nell’europeo del 1976 dove per poco non cambiava la storia anche lì con un errore che ha dell’incredibile. La Germania Ovest (allora c’erano due Germanie e una Cecoslovacchia), pareggiò nei minuti finali con un gol su calcio d’angolo realizzato di testa da Holzenbein al 90′.
In quell’azione c’è una sospetta gomitata dell’attaccante tedesco al portiere cecoslovacco, o per lo meno un disturbo al portiere che appare irregolare. E che Gonella non poteva vedere semplicemente perché si era piazzato nel posto sbagliato. L’arbitro nei calci d’angolo si deve piazzare preferibilmente vicino al vertice dell’area, e comunque sul lato opposto al punto in cui si batte il calcio d’angolo. Una cosa d’altronde ovvia, per avere una buona visuale su tutta l’azione senza doversi girare. Questa posizione serve anche a non interferire con il gioco.
Lui si piazzò dal lato sbagliato: cioè tra punto di battuta e area, e addirittura lungo una possibile traiettoria del pallone, rischiando persino di deviare la palla in rete. Praticamente avrebbe avuto l’azione di gioco alle sue spalle. Come infatti accadde: dovette girarsi mentre il pallone viaggiava dal calcio d’angolo, riducendo di molto la concentrazione sulla susseguente azione in area. Un errore pacchiano che forse si faceva allora, quando il calcio era molto più lento, ma che oggi non farebbero nemmeno gli arbitri delle serie dilettanti. Un errore così in una finale europea è una cosa ridicola, che hanno visto tutti e che possiamo ancora vedere su youtube, oggi e nei decenni a venire. Immagini che riempiono di ridicolo il signor Gonella e anche il calcio italiano e a futura memoria (il video è in fondo all’articolo).
Per fortuna dello sport e della storia del calcio, la Cecoslovacchia vinse lo stesso ai calci di rigore, con l’ultimo penalty siglato da Panenka, con una… “Panenka”. In italia conosciuta come “cucchiaio”. Un momento epocale dello sport e del calcio in particolare, che si prese, per una volta, una rivincita su arbitraggi sbagliati.
L’altra finale arbitrata da Gonella fu la famigerata Argentina-Olanda nei mondiali del 1978, dove fu aspramente criticato dagli olandesi che persero per 3-1 ai tempi supplementari. Secondo gli olandesi, gli errori furono tanti, tra i quali il più evidente sarebbe stato quello di cambiare sul campo il regolamento della Fifa a proposito delle fasciature di protezione di giocatori infortunati.
Tornando al Palermo, come tutti sappiamo, i rosanero persero altre due finali di Coppa Italia in circostanze meno clamorose, ma pur sempre amare. Ma quella del 1974 fu la volta in cui il Palermo arrivò veramente vicino a un titolo nazionale. E quindi la partita Palermo-Bologna ha sempre un sapore particolare, anche se non ci sono rivalità tra tifoserie: sono ruggini lontane ormai, eppure talmente forti che non si potranno mai cancellare. Aggiungiamoci anche che Gonella non si sarebbe mai scusato dell’accaduto. Le mancate scuse, a meno che non siano state fatte in privato, sottolineano ancora di più la signorilità di Renzo Barbera che parlò solo di “sfortuna”. Laddove certe decisioni arbitrali tutto sono tranne che fortuna o sfortuna, ma palesi errori, forse dettati da protagonismo, che sono documentati sotto gli occhi di tutti. E che possiamo vedere anche in altre occasioni.
Ci sono anche ruggini più recenti e riguardano i due allenatori di oggi, Donadoni del Bologna e De Zerbi del Palermo. Quando De Zerbi, giovanissimo, giocava nel Lecco, l’allenatore era proprio Donadoni, che lo mise fuori squadra. Poi De Zerbi si accasò al Foggia dove fece una stagione da incorniciare che lo lanciò.
In questo video, la partita Cecoslovacchia-Germania Ovest finale europea del 1976. Il secondo gol della Germania, su calcio d’angolo, è al minuto 8.05 del video. Notare la posizione priva di senso dell’arbitro Gonella al momento della battuta. Da rivedere anche l’azione che conduce al calcio d’angolo, un paio di secondi prima. Anche lì una decisione dubbia nonostante l’arbitro sia a due passi.