di Gabriele Bonafede
La TV era in bianco e nero, eppure il blu lo vedevamo lo stesso grazie a Enzo Maiorca. Era quel blu, quel profondo mare che non conosciamo, ad aprirsi intorno ad un uomo che lo esplorava senza orpelli tecnologici. In sola apnea. Cinquanta, sessanta, settanta, ottanta metri e poi Novanta. Senza paura. Senza altri che se stesso.
Un mare salato e dolce, amaro e forte. Lo sfidava lui, Enzo Maiorca. Che noi ricordiamo, che i piccoli, la nuova generazione, conosce più per sentito dire che per diretta esperienza. Siracusano, di quella città da dove puoi tuffarti nell’azzurro anche dal lungomare del centro storico, è stato ed è un simbolo della Sicilia. Di quella Sicilia che è sfida dell’uomo con se stesso e con la natura.
Maiorca non solo mare, ma roccia. Già a guardarlo e ascoltarlo, ispirava la forza di una roccia, di un elemento forte per natura. Ma roccia viva, con i polmoni della vita, e con i quali ha superato prove ancora più difficili, come la perdita dell’amata figlia. Anche lui ci ha lasciato, ieri. Per raggiungerla, adesso, nel blu che sta lassù, raggiungendo quella linea di confine, tra mare e cielo che chiamiamo orizzonte. Che sembra non possiamo mai raggiungere, vaga e impalpabile, ma che invece è certa.
E che è un orizzonte di vita dedicata alla sfida sicura con l’ignoto: Enzo Maiorca ci lascia, quale eredità, un’indicazione nella sfida della vita. Ci lascia, qui in terra, quel sentimento epico, eroico, quale Ulisse non semidio, ma interamente umano. Aveva paura del mare, disse una volta. Detto da lui basta per tutti.
Ha fatto, ha scritto, ha respirato, ha urlato, ha parlato, con la voce e i fatti. Con quel rispetto per l’ambiente che prova a ricomporre un equilibrio cosmico e per questo semplice, d’ombra e luce allo stesso tempo. Come è l’uomo, come è l‘umanità.
Foto nel testo tratta da Wikipedia. Di sconosciuto – Morto Enzo Maiorca, il “signore degli abissi” aveva 85 anni, su leggo.it, 13 novembre 2016., Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=6154284