di Gabriele Bonafede
Pubblico e critica non hanno accolto con grande entusiasmo il nuovo film di Pif. Ed è vero che, rispetto al grande exploit del magnifico “La mafia uccide solo d’estate”, la seconda opera di Pierfrancesco Diliberto “In guerra per amore” propone una sceneggiatura a tratti traballante, oltre a qualche altra forzatura a partire dalla presenza di un elicottero nella seconda guerra mondiale.
Forse è solo un problema di “ritmo”, almeno nel comparare i due film: più brillante, incalzante e sempre indovinato il primo, molto meno il secondo.
Ma tutti siamo d’accordo sulle parti più riuscite: ci sono una serie di gag imperdibili e performance di singoli attori e attrici che rendono “In guerra per amore” piacevole anche nel complesso, soprattutto se lo si considera una “mezza-favola semiseria”. E soprattutto perché è un film fatto coralmente da attori spesso definiti “caretteristi”, ma che sono molto di più. E che sfornano un grande livello, non solo nella comicità.
Il film esalta molto una bella schiera di ruoli non-protagonisti. E questo è anche un merito. Da Aurora Quattrocchi, che colpisce al cuore con poco più di un cameo, a Maurizio Spicuzza, straordinario nel realizzare un moribondo, a Gino Carista, perfetto nel ruolo del contadino dalla mentalità arretrata, a Maurizio Marchetti nel ruolo del capo mafia siciliano, che poi è di fatto tra i personaggi principali, c’è un ampio e variegato cast che recupera molto bene laddove ci potrebbero essere lacune nel “plot”.
Da sottolineare anche Antonello Puglisi, nel ruolo del nonno Agostino che crede ancora nel fascismo, e Mario Pupella quale boss americano. Due uomini di teatro e cinema da lungo tempo, che si confermano una volta di più.
Nella favola affrescata da Pif con tanti personaggi caricaturati, Agostino, impersonato da Antonello Puglisi, è il personaggio più vero. E, ahimè, anche il più attuale. Obnubilato dalla propaganda fascista del dittatore, crede nel duce fino all’ultimo, santificandolo anche sotto i bombardamenti. Si accorge del suo grande errore quando capisce che il figlio non è tornato dalla guerra voluta da Mussolini.
Ma soprattutto, siamo tutti d’accordo nell’affermare che nel film emerge alla grande la coppia Sergio Vespertino e Maurizio Bologna.
Una coppia inedita che, apparentemente e “tecnicamente” non-protagonista, ha un ruolo fondamentale nella storia, nel racconto, nei momenti topici e nell’alzare di molto la comicità del film.
Si può dire a chiare lettere che è nata una nuova coppia comica nel panorama cinematografico italiano. Perché la loro performance del “cieco e lo zoppo” che si aiutano a vicenda, è molto azzeccata. Una coppia sbalorditiva, che riempie il film di emozioni e risate, non solo superficiali.
Nel film, Sergio Vespertino è Saro, cieco, e Maurizio Bologna è Mimmo, zoppo. Ambedue ai margini della società nella Sicilia rovinata dalla seconda guerra mondiale, avvertono la popolazione del ciclico arrivo dei bombardamenti con mezzi insospettabili, prima ancora che suoni la sirena.
Vivendo d’espedienti, sono eternamente affamati e con le loro vicende accendono l’interesse del pubblico facendo rimbalzare la trama da un evento all’altro in un percorso comico delizioso. Diciamola tutta, propongono una freschezza e una comicità piena che mancavano da qualche tempo nel panorama cinematografico italiano. Anche perché riprendono, insieme e inseparabilmente, una serie di elementi tradizionali, tipicamente siculo-italiani, che intersecano felicemente il dramma con la comicità.
Eppure, è praticamente la prima volta che lavorano assieme in un film, e la prima in assoluto quale coppia comica.
“Avevamo lavorato assieme solo nella serie televisiva siciliana Agrodolce – spiega Sergio Vespertino – e si trattò di un paio di scene. Quindi è la prima volta che ci impiantiamo come coppia. Nemmeno sul palco, a teatro, avevamo realizzato spettacoli assieme. Anche se più volte sono andato a vedere i suoi e lui a vedere i miei.”
“Questi due personaggi sono una novità – continua – e con Pif avevo lavorato in La mafia uccide solo d’estate, nel ruolo di Filippo Marchese. Anche in quel film c’è Maurizio ma era in una scena diversa: nel ruolo del cristianeddu che spiegava a Riina l’utilizzo dell’aria condizionata.”
La domanda nasce spontanea: farete qualche altra cosa come coppia di comici assieme? “Ci stiamo pensando”.
E lo speriamo in molti. “Ce lo dicono tutti, dobbiamo ancora mettere mano alla penna e scrivere qualcosa per noi due, ma faremo sicuramene qualcosa insieme, magari non quest’anno ma nel 2017”, conferma Maurizio Bologna che ci ricordiamo nel “Dell’Utri” del film di Sabina Guzzanti.
E allora, cosa aspettate Sergio e Maurizio? Siete già una coppia di successo!
Foto del set in copertina e nel testo tratte dall’ufficio stampa del film: Annarita Peritore, http://www.annaritaperitore.it/