di Pasquale Hamel
Il rituale convegno dell’Associazione ex deputati dell’Assemblea regionale siciliana quest’anno è stato ospitato a di Mazara del Vallo, l’antica città fondata dagli arabi nel luogo in cui, nell’827, sbarcarono per iniziare la conquista di quella terra che denominarono Siqillyya. “Una nuova politica per i Beni Culturali”, questo il tema che ha visto impegnati i partecipanti, dopo l’introduzione del Presidente La Placa ed il saluto del vescovo Domenico Mogavero, ad ascoltare le relazioni del prof. Gianni Puglisi, rettore dell’università Kore, del prof. Sebastiano Tusa, sovraintendente del mare, gli interventi programmati degli ex assessori regionali prof. Antonio Purpura, avv. On. Fabio Granata e prof. On. Salvatore Lombardo che hanno messo a nudo le criticità delle politiche regionali in materia.
Un dibattito intenso di cui sono stati protagonisti, gli on.li Pumilia, Bellafiore, Sigona, Lucchese, Lo Curzio, Ino Vizzini e Petrotta ha ulteriormente accresciuto la qualità dell’incontro. Un’occasione che anche per l’assenza non giustificata di interlocutori istituzionali, a cominciare da quella dell’assessore al ramo, forse non ha avuto il riscontro che avrebbe meritato. D’altra parte, è notorio che, nella nostra terra, le cose serie vengono snobbate da chi dovrebbe ascoltare, anche da quell’informazione che, purtroppo, spesso non svolge la sua funzione di corretta comunicazione.
Ma il convegno è stato, anche, l’occasione per soffermarsi a Mazara del Vallo e per avere piena contezza di come, anche nella nostra Sicilia abitata da “tromboni” che proclamano politiche di rinnovamento, si deve amministrare una città. Per chi, come me, viene da Palermo – un disastro in termini di qualità della vita a dispetto del trionfalismo del suo “sindaco lo sa fare” – aggirarsi per le vie di questa città dalla società complessa, visto che circa il 20% è costituito da extracomunitari, è un vero pugno nello stomaco.
Piuttosto che una realtà meridionale, con le criticità che a questa definizione rimandano, sembra di trovarsi in un’area urbana che forse neppure esiste nel nord del nostro Paese: pulizia, decoro cittadino, educazione civica, tutto quello che si può chiedere ad un luogo dove vivere bene.
Tutto qui sembra funzionare al meglio tanto che gli amministratori non hanno necessità di ricorrere alle mistificazioni dei voli pindarici per mostrare il frutto del loro impegno. Mazara è un esempio, dico un esempio per chi pensa di potere risolvere tutto con qualche slogan o per chi immagina che amministrare prescinda dalle competenze e dalle capacità come blaterano i pentastellati seguaci del comico inventato politico.
Mazara del Vallo è amministrata da un sindaco, l’on.le Nicola Cristaldi, che ha sempre fatto politica, che ha militato e milita in un partito, cioè ha fatto e fa parte di quel mondo demonizzato da qualche esaltato come casta, eppure a dispetto di tutti e di tutto, la città offre i risultati che i cittadini tutti pretendono.
Ecco perché inviterei la gente delusa, spesso responsabile essa stessa di scelte sbagliate, prima di lasciarsi affascinare dai falsi profeti che disegnano seducenti palingenesi, di visitare Mazara del Vallo, una realtà che definirei emblematica, per vedere come al di là delle parole, si possono conseguire risultati sperati laddove.
Foto della Chiesa di San Nicolò a Mazara del Vallo tratta da Wikipedia. Di dapal(msg) – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14689507
Foto nel testo tratta da questo video su youtube del canale Maurizio Giacalone
Assolutamente d’accordo. Mazara del Vallo – ma, da quello che ho potuto vedere da “turista”, anche Marsala e Trapani – fanno vergognare i palermitani con un po’ di coscienza civica, e dovrebbero fare vergognare – un disperato condizionale è d’obbligo – chi li amministra.
Parte importante del “cocktail del successo” dell’area è l’aeroporto di Birgi, il cui potenziale turistico è stato prontamente sfruttato dall’imprenditoria e dalle amministrazioni locali: lo “struscio” nel corso di Marsala, con i caffé, gli anziani del “circolo” a piano terra, seduti dentro ma a mezzo metro dal “passìo” della cui scenografia fanno parte, la gente che si fa l’aperitivo seduta in piazza Duomo, e le cento enoteche e le cantine dove ti dicono tutto del Marsala, come fanno da Porto con il loro vino da decine d’anni, sono esperienze da non perdere. Birgi lì, Punta Raisi a Palermo: ma a Palermo l’aeroporto di Punta Raisi, che è lì a veicolare il potenziale turistico e generare opportunità da più di cinquant’anni, non ha fatto un miracolo del genere per la mancanza di amministrazioni capaci di creare infrastrutture, promuovere opportunità e catalizzare comportamenti civili; ma anche di reprimere i comportamenti incivili. E forse circa la “repressione dei comportamenti incivili” dovremmo parlare, più che di “incapacità di farlo”, di “voglia di farlo”. Forse la repressione costa simpatie, e quindi voti. E ha bisogno di addetti che abbiano voglia di prendere provvedimenti – alzi la mano chi, per dirne una, ha visto prendere unsa multa per una cicca buttata a terra, o un cane il cui padrone non porta con se la museruola, o guidatori senza cintura e con bambino seduto davanti, o a un abusivo che da anni occupa il marciapiede e parte della sede stradale.
Tornando al triangolo Trapani-Marsala – Mazara, una piccola considerazione. Smettiamola con le polemiche sui fondi alla Ryanair per Birgi: quelli sono soldi spesi più che bene perchè producono benessere. Se penso agli sprechi di denaro con epicentro Palermo…
Mi scuso per qualche refuso causato soprattutto da schermo piccolo, difficile da “ammicciare” e dito grosso. Ma quello che volevo dire si è capito.