di Gabriele Bonafede
Ballarò, conosciuto quale nome di una trasmissione televisiva è in realtà un marcato popolare nel cuore di Palermo. È lì che la palermitanitudine è esaltata alla massima potenza: tra putìe con mercanzie di ogni genere, soprattutto alimentari, abbanniate, gesti e volti, e voci della città più vera con le più vere storie del ventre di Palermo antico.
Quel ventre popolare dal quale trasse linfa la poetica del teatro, tanto crudele quanto sognatore, di Franco Scaldati. E che si può sintetizzare in una delle sue più belle battute “Rapu l’occhi e viu un pezz’i munnu, i chiu e viu u monnu intero. Com’è stu fatto” (“Apro gli occhi e vedo un pezzo di mondo, li chiudo e vedo il mondo intero. Com’è sto fatto”).
Ecco, apri gli occhi a Ballarò e vedi un pezzo di mondo. Li chiudi nello stesso, iperbolico luogo di Palermo, e vedi il mondo intero.
Da alcuni anni a Ballarò insieme alla lingua preminente, il Palermitano stretto, quello del quartiere “Abbraria” o Albergheria, si sentono parlare anche altre lingue: sono quelle di immigrati e di turisti immischiati tra loro nell’inestricabile dedalo di banchi di frutta e verdura, negozianti, acquirenti, ragazzini, adulti e vecchietti e animali e cose che costituiscono un mercato irrinunciabile. E che continua a vivere, nonostante tutto.
Ed è a Ballarò che prosegue il programma di “Palermo in tutte le lingue” del 2016: riapre al pubblico l’ex Cinema Edison in piazza Colajanni, nel cuore dell’Albergheria e vicino al grande mercato.
“L’ex Cinema è una struttura gestita dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Palermo per le attività didattiche e culturali e che, aperta più costantemente alla pubblica fruizione in base agli accordi in corso tra il Comitato Ballarò significa Palermo e l’Università di Palermo, potrà costituire un ulteriore elemento per la promozione e lo sviluppo del quartiere”, annunciano i curatori della rassegna in un comunicato pubblicato anche nella pagina FB con evento dedicato (https://www.facebook.com/events/1771742036441533/?notif_t=plan_user_invited¬if_id=1474968908133326)
All’ex Edison si svolgerà infatti una breve ma interessantissima rassegna cinematografica dal nome “Cinema a Ballarò” che presenta in due serate due classici del cinema di produzione palermitana e due altri grandi film (in Versione Originale), uno inglese e uno francese, per due pomeriggi e due serate.
I film “palermitani” sono “Come inguaiammo il cinema italiano – la vera storia di Franco e Ciccio” (Italia, 2004), grande opera docufiction tra il serio e il faceto di Daniele Ciprì e Franco Maresco, quando la coppia resa famosa da “Cinico TV” era ancora insieme. Nel film, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Lando Buzzanca, Pino Caruso, Tony Bruno (martedì 27 settembre alle ore 20.15, ingresso con contributo), in una delle rare occasioni per vederlo e goderlo per intero.
L’altro film “palermitano” è una pietra miliare del cinema antimafia, ossia “Tano da Morire” (Italia, 1997) di Roberta Torre, milanese ma all’epoca residente a Palermo, con Ciccio Guarino, Mimma De Rosalia, Maria Aliotta, Tony Bruno e con le musiche di Nino D’Angelo (mercoledì 28 settembre alle ore 20.15, ingresso con contributo). Un film che fu vera antimafia, perché ridicolizza il mafioso anziché mitizzarlo, come accadde nel pur sempre monumentale “Il Padrino”. Un musical sulla mafia, quello di Roberta Torre, che lasciò il segno anche per la spericolata e spudorata scelta di inserire canzoncine ed esperimenti grafici particolarmente riusciti in un quadro pittorico di grande effetto.
Per le proiezioni pomeridiane alle 18.15, martedì 27 sarà proiettato il grande film in lingua inglese “The King’s Speech” (Il discorso del re) di Tom Hooper, con Colin Firth (premio Oscar per l’interpretazione), Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter, Guy Pearce, Jennifer Ehle.
Alle 18.15 mercoledì 28 sarà la volta di “Ridicule” (Francia, 1996), un altro grande film, stavolta in lingua francese, di Patrice Leconte, con Fanny Ardant, Bernard Giraudeau, Jean Rochefort, Charles Berling, Judith Godrèche proposto ad ingresso libero in collaborazione con Institut français Palermo e Institut français Cinéma.
Insomma, un’occasione più unica che rara per coniugare il cinema con uno dei luoghi più sbalorditivi e concreti nel ventre storico di Palermo.
“Palermo in tutte le lingue”, in arabo, francese, inglese, siciliano. E’ la nuova rassegna proposta da “Ballarò significa Palermo”, un ciclo di incontri, letture e performance nate in occasione della Giornata europea delle lingue.
In copertina, volti a Ballarò in una foto di Anna Fici.
Ecco il trailer di “Come inguaiammo il cinema italiano – la vera storia di Franco e Ciccio”: