di Gabriele Bonafede
Bel Palermo che fa soffrire la Juventus: una sconfitta per 0-1 ma maturata solo a causa di un autogol balordo. Quei venti minuti finali con i campioni d’Italia schiacciati nella propria metà campo danno messaggi chiari. Questa squadra ha talento e organizzazione e i bianconeri non avrebbero schiodato lo zero a zero senza un episodio fortunato: un tiraccio di Dani Alves deviato da Goldaniga nella propria rete.
Il Palermo ritrova soprattutto il suo pubblico, non solo perché non si sono sentiti cori di contestazione, ma anche perché c’è un lungo e meritato applauso di approvazione a fine gara e un incoraggiamento su tutte le giocate, anche quelle difensive. Posavec, aspramente criticato in precampionato, è ormai un beniamino dei tifosi a suon di parate e sicurezza. Persino Balogh, palesemente spaesato quale terminale offensivo, riceve incoraggiamenti anziché rimbrotti ed è applaudito quando lascia il posto al più concreto Nestorovski.
Non era questa la partita per fare punti-salvezza, ma era certamente la partita per crescere. E arrivare a un passo dal pareggio contro la Juve dimostra una rapida crescita di tutta la squadra, anche sul piano del gioco e dell’organizzazione, per quanto possibile contro un avversario dalla caratura tecnica svariate volte superiore, perlomeno sulla carta.
Si è creata una nuova luna di miele, insomma, tra tifosi e squadra del cuore: “Proprio perché ci mettono il cuore e la corsa” affermano alcuni supporter rosanero in curva sud. “E ci sono giocatori di qualità: Diamanti e Aleesami su tutti”, precisa un altro.
Grande attaccamento ai colori, inoltre, perché al Barbera in questo inizio di campionato i rosa hanno subito tre sconfitte in tre partite, per giunta senza segnare nemmeno un gol. Il bottino del Palermo, di soli cinque punti in sei partite, è al momento interamente ottenuto in trasferta.
A causa anche di un calendario d’inizio stagione particolarmente difficile: Sassuolo, Inter (a Milano), Napoli e Juventus sono stati quattro incontri proibitivi sui sei iniziali. Adesso arrivano gli incontri con Sampdoria e Torino e il campionato, di fatto, inizia qui.
Laddove il Palermo ha giocato con squadre di pari livello, come Crotone e Atalanta, ci sono stati i punti oltre al gioco.
Già, il gioco di De Zerbi… piano, piano sembra sia assimilato dai giocatori che tessono una trama di passaggi e un utilizzo delle fasce che non si vedeva da tempo.
Va detto, il Palermo propone anche una squadra molto corretta in campo. Con il Napoli, non a caso, nessuna ammonizione, e solo due con Crotone e Atalanta. Le tre ammonizioni comminate da Valeri ai rosanero nella partita con la Juventus sono false: gli interventi non sono da cartellino ed è noto che l’arbitro romano abbia qualcosa contro il Palermo. Lo ha confermato anche ieri con ammonizioni giustificabili solo per l’utilizzo di due pesi e due misure da un lato e dall’altro delle compagini di gioco.
Ciò dimostra che in Italia il calcio vero è sempre più quello delle squadre cosiddette “piccole” o “di seconda fascia”, perché gli incontri con i grandi club appaiono troppo spesso falsati da decisioni arbitrali, decisive o meno, fortemente opinabili.
A pensar male si fa peccato, ma di solito si ci azzecca: probabilmente Valeri avrebbe anche inventato un rigore per i bianconeri se Goldaniga non avesse fatto autogol.
Lo dimostrano i soli 3 minuti di recupero nonostante la serie di perdite di tempo con juventini a terra a far finta di avere problemi fisici: quando la Juventus era allo stremo di fronte a un Palermo incalzante che sfiora il pari in pieno recupero.
In copertina, foto di Carmelo Busardò in occasione di Palermo-Verona 3-2 ultima giornata della stagione 2015-2016.